Complice una giornata che fa sembrare questa fine giugno qui a Vienna un inizio di novembre e che mi blocca in casa senza permettermi di portare avanti i lavori con le mie api, voglio dedicare un po' del mio tempo alla scrittura. Onorando anche un impegno preso con il mio direttore, Laura Rangoni, che tempo fa mi chiese di mettere in racconto la bellissima esperienza fatta con le api in una delle scuole Steineriane più famose di Vienna.
L'idea prese forma già lo scorso anno quando la direttrice della scuola stessa ci contattò come rappresentanti di Lansdschaftshonig.at, la nostra Associazione di Mieli territoriali qui in Austria.
Si trattava di capire e concordare come, quando e se, fosse stato possibile utilizzare i bellissimi giardini della scuola stessa,confinanti con le prime propaggini della Riserva naturale del Lainzer, per attrezzare un piccolo apiario la cui esperienza di conduzione potesse essere condivisa con i bimbi della scuola. Decidemmo per due famiglie ronzanti che permettessero ai bimbi di frequentare api e mieli e tutto ciò che a questa meravigliosa produzione alimentare, legata al super-organismo sciame, fosse da loro fruibile.
Qualche incontro, confronti con le insegnanti, confronti con i genitori e il progetto in due settimane era pronto. La prima parte la fecero tutta i genitori dei bimbi che, a tempo perso e in pochi giorni, costruirono una bellissima piattaforma in legno per sistemare le arnie. Proprio in un piccolo sentiero laterale al giardino. Un sentiero tranquillo, silenzioso. Ideale per lasciare due delle nostre famiglie.
Venne così il giorno del trasporto delle api. Una mattina di maggio, di quelle con un bel sole viennese, le due arnie, non senza una bella e impegnativa prova fisica da parte mia e dell'amica Hildegard socia nel progetto, arrivarono alla piattaforma posta a mezza collina. Da subito capimmo che il posto era ideale. Circondate da ciliegi selvatici in fiore e da piccoli prati ricchi di tarassaco, le nostre api iniziarono i loro voli.
Dopo qualche controllo nei giorni successivi che desse la certezza che le famiglie si fossero ben ambientate, iniziammo a incontrare gli scolari, prima e terza elementare, due le classi coinvolte, e farli incontrare con le api ogni settimana. Arrivò così il giorno del primo approccio, il primo incontro, bimbi-api.
Arrivarono tutti armati di giubbini con cappello e retina di protezione e con una grande emozionata agitazione per vedere finalmente cosa ci fosse dentro quelle cassette che già da giorni guardavano dalle finestre della loro classe. Le classi erano divise in due gruppi per non avere più di 8-10 bimbi per volta intorno alle arnie così che tutti potessero vedere e fare esperienza diretta. Notai subito, e lo dissi all'insegnante, che molti di loro, bimbi e bimbe, avevano le gambe scoperte. Avvisai che quello poteva essere luogo ideale per le api-guerriere intenzionate a difendere mieli e famiglia e pronte a pungere, ma l'insegnante non ne fece un problema e disse più o meno vediamo che succede. E a quel punto successe la prima cosa strana e bella che voglio raccontare.
Appena i bimbi furono intorno ai due alveari iniziai ad aprire il primo, sempre con grande calma e lentezza come doveroso con famiglie di 40.000 api. Scoperchiai la prima cassetta ed ecco davanti agli occhi dei bimbi i favi con le loro migliaia di api al lavoro. Tutti i bimbi erano intorno e appena visto l'interno non si contarono le esclamazioni di stupore e la concitazione, nel vedere migliaia di api insieme, aumentò in maniera incredibile. Hildegard iniziò a spiegare e a raccontare cosa stavano vedendo e cosa stava succedendo in quel ronzio vicino alle loro facce. Io avevo preparato l'affumicatore nel caso fosse necessario calmare un po' le api che credo mai avessero "sentito" intorno a loro la presenza di così tanti umani. Ma subito io ed Hildegard decidemmo che il fumo non sarebbe servito. Le api erano calme e tranquille quasi sapessero che gli umani intorno a loro erano cuccioli di umani. Così tranquille furono la prima volta e così e stato poi per tutte le volte successive. Incredibilmente le api rimanevano sempre ferme sui favi. Nessun nervosismo, nessuna reazione che potesse far pensare ad attacchi imminenti a raffica da parte delle guerriere, come spesso può succedere in questi casi. Così abbiamo portato avanti gli incontri tra scolari e api per 5 settimane, sempre all'insegna della grande calma da parte degli alveari e della crescente attenzione e amore visibile dei bimbi nei confronti delle "loro" due famiglie ronzanti.
In tutti gli incontri ravvicinati del terzo tipo hanno toccato e soppesato i favi, che piano piano le api riempivano di miele, assaggiato il miele direttamente nelle cellette non ancora opercolate usando piccoli rametti di ciliegio da loro stessi staccati al momento, visto le due regine, riso allo svolazzare dei fuchi innocui e presi tra le dita delicatamente come in una carezza affettuosa, sentito il profumo immenso che un alveare sprigiona quando è aperto. Così la loro "apitudine", concedetemi questa strana parola, è cresciuta in modo esponenziale di volta in volta.
Api calme, certo, ma naturalmente qualche guerriera nervosa ha reagito comunque verso quelle gambe umane scoperte e anche verso qualche viso lasciato scoperto. Il pungiglione di un' ape guerriera entrava così a far parte della esperienza di rapporto con le api. Ma su questo aspetto credo che sia importante dire alcune particolarità che mi hanno stupito. Aspetti direi, singolari e interessanti.
La prima ad essere punta ad una gamba era stata una bimba della terza classe. Tutto era pronto per intervenire in aiuto. Tolto subito il pungiglione con le sue sacche pulsanti, ghiaccio, una goccia di olio di chiodi di garofano e ovviamente un po' di lacrime che andavano versate. Ma tra le parole dette alla bimba per tranquillizzarla Hildegard raccontò a lei che quella guerriera era certamente morta dopo averla punta, aveva cioè sacrificato la propria vita per difendere la sua famiglia e i suoi mieli. La bimba subito smise di piangere e si fece seria. Quella frase evidentemente la colpí. La volta successiva chi si fosse atteso timore o riluttanza da parte della stessa bimba punta si sarebbe sbagliato alla grande. Era proprio lei invece in prima fila, più attenta e curiosa che mai, quasi che quel pungiglione fosse stato una sorta di "iniziazione catartica", quasi l'avesse resa immune da paure e timori. Anche tutti gli altri bimbi e bimbe punte hanno reagito allo stesso modo. Questa cosa mi colpì piacevolmente. Se le api le senti tue, dissi tra me e me, e aspetti i loro mieli come regalo, tutto, anche un doloroso pungiglione, fa parte del contesto che ami. Chiaramente noi sapevamo che tra i bimbi nessuno aveva problemi di reazioni allergiche come ci avevano confermato i genitori. Questo ovviamente faceva parte delle indagini preventive al progetto stesso. Ma certamente questa reazione positiva e piena di amoroso coraggio mi ha colpito, stupito e commosso in un certo senso. Un'altra frase mi ha poi stupito piacevolmente in occasione di una successiva visita alle api da parte dei bambini. Uno di loro, senza che nessuno lo stimolasse con domande o altro, ad un certo punto è uscito con una bellissima frase, detta ad alta voce verso di me e diretta anche alle sue compagne e amici. "Ogni scuola dovrebbe avere le proprie api, sono bellissime". Non male per un apicoltore che sente ciò, per me era come una sferzata di futuro positivo. Arriviamo infine al giorno fatidico. Alla festa della smielatura.
Il tutto è accaduto la settimana scorsa. Dopo aver recuperato i favi pieni e perfettamente opercolati, in questo caso senza i bimbi presenti vicino agli alveari essendo la fase del recupero dei favi un aspetto che innervosisce parecchio le api e di certo non sarebbero state calme come nelle altre occasioni, abbiamo portato il "bottino" in una saletta attigua alle cucine dove era già pronta la nostra centrifuga manuale e tutto il necessario per la disopercolatura.
I bimbi sono arrivati subito dopo in perfetto orario e, come sempre, agitati e ansiosi di fare. Loro stessi hanno subito imparato prima ed iniziato poi a disopercolare e a centrifugare i favi. Vederli in fila in attesa di girare la manovella della centrifuga e poi incantarsi davanti al miele sorgente dalla spina della centrifuga e bramosi di assaggiare subito il miele che avevano visto nascere in settimane di lavoro ronzante è stato fantastico.
Erano felici, eccitati, golosi di quel miele atteso che in parte li ricopriva di dolcezza tra le mani, un po' tra i capelli, un po' sui piedi, ma la contentezza era evidente, palpabile. Molti di loro volevano assaggiare il miele direttamente dal favo. Completo, integrale, con la propria cera, quella che le api avevano deciso per quel miele. Nella saletta tra loro vi era un affabulante chiacchiericcio di soddisfazione. Parole di piacere e amore vero.
Piacere di bocca e di cuore verso un vero "alimento sorgente" che in momenti come questi si comprende come debba avere la valenza del sacro, come sacro è il sorriso e il benessere e la felicità di un bambino. Grande anche la soddisfazione degli insegnanti per questa esperienza bella e unica che io, come apicoltore coinvolto, auguro a tutti gli alunni in ogni parte del mondo. Questi bimbi, forse non tutti, ma certamente la maggioranza di loro, saranno per sempre, per tutta la loro vita, legati in modo speciale alle api ed al miele. Diverranno adulti e cittadini del mondo e non ho dubbi anche difensori strenui delle api e dei mieli del futuro, perché hanno compreso. Questo credo sia uno dei modi veramente efficaci per diffondere la cultura dei mieli e anche per salvare le api.
Durante le vacanze estive poi ognuno di loro, questo fa anche parte del progetto, si dedicherà alla progettazione ed elaborazione della propria etichetta personale che verrà applicata ai vasetti alla ripresa della scuola. Allora noi porteremo loro il miele già invasettato. Lo porteremo in ogni classe per una "Festa delle api e dei mieli".
Mieli che mai come in questo caso i bambini sentono come propri. A questi bimbi api-cultori che avranno sulle loro tavole della colazione il loro miele amato profondamente, atteso, voluto non ci sarà molto da spiegare sulla centralità di questo alimento. Tutto è riconfermato come progetto api-scuola anche per il prossimo anno. Il progetto perciò andrà avanti perché eletto dai bimbi, per acclamazione e dichiarazioni esplicite, come loro progetto preferito. Le api ringraziano. Noi api-cultori, commossi, anche.