È un po' che non scrivo di mieli ed api. Sì, certo, la stagione apistica ora è ferma. A riposo, si potrebbe dire, anche se le api in questi giorni nella loro conformazione tattica "a glomere" stanno operando il loro miracolo del caldo. Usando il miele di scorta come combustibile, stanno tenendo al caldo prima di tutto la regina e poi, a turno, loro stesse. Il tutto avviene in una specie di palla vivente dall'interno tiepido chiamata appunto Glomere. Ma magari ne parleremo del come fanno e del perché, non è comunque di questo che oggi vi vorrei raccontare. Oggi voglio parlare di un miracolo che si è verificato per rare e credo uniche condizioni meteo-astrali. Di quelle che forse non si ripeteranno mai più. Voglio scrivere e descrivere della nascita di un miele di melata unico nel suo genere, raro, magnifico e grandioso. Lo dico per averlo degustato con calma e quasi in stato di commozione in questi giorni.
Ma torniamo per un attimo all'anomalia dell'estate 2014.
Un'estate strana, assente, piovosa, calda a tratti, ma brevissimi. Un'estate mancata potremmo dire. Questo specie nel nord dell'Italia. Questi eccessi di pioggia hanno creato delle condizioni di gravissima difficoltà per chi collabora con viti e ulivi ed anche per chi vive della collaborazione con le proprie api. Mieli scarsi, sciamature a raffica, attacchi da parte della varroa inauditi, produzioni completamente saltate con il rischio che si possa venir inondati, purtroppo, da mieli la cui provenienza è indefinita e la cui genesi potrebbe essere tra le cose peggiori che si possano trovare in un vasetto di pseudo-miele. Aspetto questo in cui gioca un ruolo dominante la furberia, tra gli altri, dei cinesi e di molti altri commercianti di pseudo-mieli che vendono un liquido denso e dolce che osano con furfanteria chiamare miele. Lo vendono all'ingrosso a cifre che quando va bene superano di poco l'euro al chilo, ma poi miracolosamente gli stessi sciroppi improbabili arrivano sugli scaffali della GDO con il nome di miele e vengono venduti a 10 euro al chilo. Interessante pagare acqua e zucchero più di un ottimo vino… no? Ma tant'è.
Torniamo però a noi ed andiamo in una zona del bresciano, Botticino, dove verso la montagna, in una stupenda zona boscosa e vitata, fuori da traffico e veleni, opera uno dei miei Maestri api-cultori: l'amico Lodovico Valente e la sua Apicoltura del Sampì. Quest'anno a Lodovico è andata male sia con l'olio da olive che con il vino. Una produzione, la sua, strettamente privata, con numeri bassissimi ed alta qualità. Ma contro Giove pluvio nulla puote e quest'anno il poco vino fatto finirà in ottimo aceto e le olive sono rimaste sulle loro piante.
Nei suoi mieli straordinari invece le cose sono andate leggermente meglio seppure nella scarsa produzione. Ma la qualità e la unicità hanno fatto il miracolo.
Dicevamo estate piovosa. Questo ha provocato due fenomeni. Il primo l'esplosione di tutti i grappoli dell'uva per eccesso di pioggia, il secondo una produzione anomala di linfa da parte degli ulivi. Una catastrofe, certo, ma non per le api. Loro si sono messe a bottinare questa manna per loro caduta dal cielo e costituita dal mosto d'uva che abbondante colava qua e là. Per loro ottimo cibo, liquido dolce da cui ricavare ottimo miele. Così è stato. Migliaia di api erano "…a far bottino…" tra gli acini, ricavandone un miele strano e unico, un miele di uva si potrebbe dire. Questo a conferma della cura che questo meraviglioso insetto riserva sempre agli acini spezzati, salvaguardandoli da muffe e marcescenza. Ma questo, che già di per sé sarebbe un avvenimento eccezionale, è solo la metà della storia.
L'altro aspetto riguarda gli ulivi.
Già raccontai in altri articoli della strana, bella e intima collaborazione che le api prestano agli ulivi. Fu anche il tema di un mio intervento alla bella manifestazione milanese di Luigi Caricato "Olio Officina Food Festival": le api che sovrintendono la copula degli ulivi bottinandone il polline di cui sono ghiotte, a favore di una impollinazione tra le piante quasi perfetta e di una successiva più regolare presenza di frutti. Ma in questo caso siamo andati oltre. In questo caso ci si è messa anche la Metcalfa Pruinosa per fare il miracolo.
La Metcalfa Pruinosa è un piccolo rincote di cui se vorrete potrete leggere qui - http://www.entom.unibo.it/metcalfa.htm -
Si nutre di linfa. Ma, caso raro nel 2014, sentendo probabilmente che anche gli ulivi erano ripieni, la scorsa stagione, di linfe circolanti, li ha attaccati per succhiare tutta la linfa possibile. Facendo questo la Metcalfa ha dato il via anche ad una grossa produzione di scarto di eccesso di linfa, come sempre fa nei suoi cicli di sviluppo, eccesso che le api hanno prontamente raccolto dalle foglie coperte di linfa d'ulivo e trasformato in miele di melata di qualità purissima e unica: un miele rarissimo di melata di ulivo.
Le api poi hanno aggiunto questo miele di melata di ulivo al miele proveniente dai mosti dei grappoli esplosi creando così un miele più unico che raro: un miele di melata d'ulivo e di mosto da vite insieme. Ma non contente hanno anche aggiunto una parte di linfa di vite, anch'essa attaccata dalla Metcalfa, che ha completato il tutto con un tocco di miele di melata da vite.
Così infine le api hanno scritto il racconto vegetale di questa estate anomala 2014 trasponendolo in questo miele rarissimo. La sua potenza evocativa è grandiosa. Si sente il dattero e aromi che, così puri e netti, solo un grande Passito di Pantelleria, ad esempio, potrebbe dare.
Un miele di melata sublime, complesso, con note maltate, sapide, profumate di mosto e venate dall'amaricante del te da foglie d'ulivo. Una rarità meravigliosa. Un ennesimo miracolo alimentare creato dalle api nel modo unico in cui solo loro riescono a operare, in una sinergia con gli esseri vegetali per noi inarrivabile.
Potrà ripetersi? Difficile. L'ape, in questo caso, e la Natura, sono come Paganini. Difficilmente ripetono. Ma noi lo speriamo. Per ora e per sicurezza tengo questo miele di melata d'ulivo e di vite in "cassaforte", centellinandone cucchiaini celestiali, propedeutici alla meditazione, in purezza. Ora capite come possa essere pura blasfemia alimentare il vasetto anonimo di una rumorosa e disumana GDO?
Buoni mieli a tutti.