Tutte le volte che parto per la Champagne preparo meticolosamente il mio viaggio.
Fisso gli appuntamenti cercando di non riempire la griglia in modo da non avere troppe degustazioni che si accavallano, prenoto alberghi e, quando riesco a fissare date, anche ristoranti, mi fermo a metà strada, in Alsazia, giusto il tempo per una visita ad una cantina con l’assaggio di qualche GrandCru di tutto rispetto.
Insomma una vera e propria organizzazione di viaggio che deriva probabilmente dalla mia forma mentis molto pragmatica
Il giorno dopo percorro la strada che da Colmar attraversa tutta la vallata dei Vosgi e arrivo a Nancy, si apre un panorama fatto di pianure meravigliose e, anche se monotone, so che mi porteranno là, dove è il mio cuore!
Arrivo a Épernay da sud-est, evito il centro di Châlons-en-Champagne e mi dirigo verso Athis, Chouilly, Oiry alla volta di Épernay.
Faccio il giro di Place de la Républic, quella da cui parte Avenue de Champagne e Rue Gambetta, e mi sento a casa, finalmente.
E ogni volta non riesco a controllare l’emozione che mi prende guardando la cartina, rileggendo i nomi di produttori dei vari village, pensando ai vini che ho assaggiato e che vorrei assaggiare, guardando le foto del viaggio precedente come dispensatrici di sentimenti nostalgici.
Quello che però nella Champagne davvero mi muove e commuove è girovagare in auto fra un vigneto e l’altro fermandomi quando ne sento il desiderio, fotografando le prime gemme della vite che stanno nascendo e i campi di olio di colza che regalano una macchia di colore a tutto il paesaggio come i girasoli di Van Gogh, oppure i grappoli quasi maturi, in attesa dell’invaiatura e della data per la vendemmia, oppure le vigne spoglie, nude, senza alcuna difesa, se non quella degli uomini che le accudiscono ogni giorno di ogni mese all’anno.
La strada che porta da Épernaya Cramant, Avize, Oger e Le MesnilsurOger la percorro ogni volta ed ogni volta mi si allarga l’orizzonte quando arrivo all’incrocio e scorgo la grande vetreria Saint-Gobain proprio a lato.
E’ l’energia che si sprigiona e che posso sentire pulsare in me. Sono le lacrime che mi scendono, senza averlo chiesto e senza preavviso, ogni volta che respiro profondamente e chiudo gli occhi convinta di essere inghiottita in una spirale senza tempo, come la piccola Alice nel paese delle meraviglie.
Ed è la stessa passione che provo quando bevo i vini di questa terra e ascolto, come fosse sempre la prima volta, i racconti di chi, quei vini, li ha voluti e aiutati ad arrivare a me, a noi, in quella bottiglia che apro come fosse una meravigliosa scoperta, tutte le sacrosante volte.
E questa sensazione così strana e bella io la vorrei proprio condividere e vorrei trovare compagni di viaggio che non vogliano fermarsi al proscenio e alla ribalta, ma che vogliano vedere dietro le quinte come si prepara questo spettacolo naturale, con curiosità e con tanta voglia di imparare.
Al prossimo viaggio allora, vi aspetto!
Votre Dame.