Freddo, lunare, gelido, ma anche vivo e sensibile, caldo, affascinante, la mano lo scalda e lo tempera, con gli occhi si culla e si esalta ma in mano si anima e vive… è l’argento del Brandi.
“..l’argento è da vivere, cucinare nell’argento, gustare la fragranza di un buon vino in un bicchiere d’argento può diventare un esperienza unica da non perdere…”
Oggi i figli Stefano e Giada ricordano il loro grande babbo nel portare avanti il messaggio del padre, messaggio comune a noi amici, ai quali ha lasciato un ricordo di fantasia, arte e artigianalità, genio e generosità, gli occhi infantili e birboni, gli leggevi persino lo stupore per essere diventato un grande maestro.
In questi giorni che i figli hanno creato la linea Brandimarte Wine Collection, mi sono venuti in mente, come flash back, ricordi passati, personaggi, Geo e Lalla, Beppe, Mara e Giancarlo, Nino e Giovanna, Silvano ed Elena, e gli amici che non ci sono più, amici cari del Brandi, cene con i suoi argenti, usati e buttati sulle fratine lunghe metri, a contenerci tutti, a capotavola con il suo colbacco che portava “per tutte le stagioni”. Il Brandi, che quando comprò un televisore lo rimandò indietro brontolando perché “non c’erano film western!”
Il tuo è blu e ha una luce speciale… mi diceva compiaciuto, perché apprezzava e riscopriva gli oggetti del suo lavoro nelle case degli altri.
Grande Brandi, che, anticipando le moderne tendenze, ha insegnato il mestiere ai carcerati fiorentini con un accordo particolare con le Istituzioni per il loro reinserimento: entrò nel dolente mondo delle carceri, fatto di dolore e sfiducia del futuro, per insegnare un mestiere, creare posti di lavoro, dare una speranza al futuro di uomini, ritornati liberi.
Nasce diladdarno la sua “bottega”, un'azienda che ben presto arriverà a dare lavoro ad un centinaio di operai artigiani; qui l'atmosfera è d'altri tempi, gli abitanti che si conoscono tutti e si chiamano per nome; Il fornaio, l'edicolante, la bottega del restauro, il doratore, il ciabattino che risuola le scarpe, l’ebanista: sono loro i protagonisti della vita di questo piccolo borgo.
La città sembra lontana, qui siamo in Oltrarno, la parte meno conosciuta di Firenze dal turismo del mordi e fuggi, ma amata dai fiorentini in quanto non meno glamour, fatta da botteghe e fondi, tra un vociare che è quasi un leit motive affascinante, un base musicale al tran tran cittadino, “le botteghe” dei maestri d’arte dei mestieri dimenticati, tramandati, nozioni apprese da padre al figlio, locali e magazzini appartati, discreti, quasi nascosti.
La filosofia del Brandi, dell’uso dell’argento, è stata semplice e innovativa: abbandonare il ruolo degli oggetti d’argento che avevano un uso esclusivamente ornamentale per portarli alla quotidianità, non per esibirli come ricchezza o status simbol, ma una produzione di oggettistica da mettere in tavola, usarla in maniera naturale, pentole e coperchi, ceste, mezzine e ramaioli, le vecchie brocche del latte, piatti e bicchieri, copiati dalla natura e dalla campagna che amava, la terra come tema ispiratore, con le sue spighe di grano, le ulive e le viti, ceselli di frutta, novello Cellini, fra tradizione e contemporaneità.
Il suo essere anfitrione nella fattoria "Il Milione" sul poggio di Giogoli, non lontano dalla Certosa, sempre circondato da un mondo di affetti e di ammirazione, un ironico e ospitale padrone di casa.
Oggi i fratelli Brandimarte, Giada e Stefano, che sono cresciuti con gli insegnamenti morali e artistici del padre, e hanno portato l’azienda ad essere conosciuta in tutto il mondo, presentano una linea di bicchieri da tavola, la Brandimarte Wine Collection, una collezione creata per esaltare i profumi del vino, un'esperienza straordinaria, in quanto questo metallo ha proprietà uniche nella capacità di valorizzare il gusto e i sapori del vino più importante.
Decanter dalle forme raccolte per favorire l'ossigenazione del vino e conservare intatti limpidezza e sapori, bicchieri da vino realizzati con il prezioso aiuto di professionisti enologi, nel pieno rispetto del rapporto volumetrico-ossigenativo, ed esaltando la sottile percezione dell'argento.
Alcune opere di Brandimarte
• Riproduzione in argento dell’anfora di Baratti, consegnata al Presidente della Repubblica Italiana On. Francesco Cossiga (1997)
• Candelieri giganti (2 metri) e tavoli in malachite, lapislazzuli e argento per emiri e principi arabi.
• Candelieri a 9 fiamme conservati presso il Museo di Antropologia di Gerusalemme
• Calici destinati al Santo Padre, Papa Giovanni Paolo II in occasione della sua visita a Firenze.
• Trofei in argento destinati alla Premiazione del Motomondiale
• Riproduzione in argento di zanne di elefante e teste di bufalo arredano tutti gli show room dello stilista fiorentino Stefano Ricci nel mondo (Hong Kong, Mosca, New York, Montecarlo, Costa Smeralda)
Di Giada Guscelli Brandimarte
L’argento è un potente antibiotico naturale usato per migliaia di anni.
Le proprietà mediche dell’argento erano già conosciute ai tempi dell’antica Grecia. Si era notato che nelle famiglie in cui si mangiava utilizzando utensili in argento ci si ammalava meno e le infezioni erano rare.
Questa conoscenza si è tramandata tra Re, Imperatori, Zar, Sultani, tra I loro familiari e tra I membri di corte. Si mangiava su piatti in argento, si utilizzavano posate in argento, il cibo veniva conservato in contenitori d’argento e, nel tempo, delle piccole quantità d’argento si mescolavano ai cibi.
Così si è osservato che dopo una o due generazioni, I benefici dell’argento rendevano praticamente immuni a qualsiasi malattia infettiva. Questi lignaggi reali venivano chiamati “Sangue Blu” per la caratteristica tinta bluastra del loro sangue dovuta alle tracce minime di argento puro.
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Brandimarte wine collection
un talento artigianale dell’Oltrarno fiorentino
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