Sono passati otto mesi dalla chiusura del Vinitaly 2014, ma la sua attività non si esaurisce certo nella tre giorni di Verona. L’ente Fiera che lo gestisce, infatti, lavora tutto l’anno con incontri e convegni per diffondere notizie non solo sul vino, ma anche su olio, pasta, latticini, carni e cereali. Insomma tutto ciò che riguarda il cibo. Soprattutto quest’anno in preparazione di EXPO2015, la grande occasione di conoscenza e sviluppo delle risorse agricole e alimentari del pianeta.
Durante la mia visita ho incontrato molte persone, assaggiato vini, oli e salumi interessanti. Non sono tuttavia una conoscitrice esperta e tantomeno un sommelier. E allora, direte voi, che ci sei andata a fare a Verona? Sono andata ad ascoltare per imparare, conoscere persone del settore e per comunicare che, al di là di tutto, l’importante è che un vino sia prodotto con rigore, competenza, saggezza, rispetto per l’ambiente e per le tradizioni e, soprattutto, con amore. Amore per la terra e per l’uomo che la conosce e sa usarla con la delicatezza di una mamma per il suo bambino, che vuole sempre il bene della sua creatura e opera con il cuore. Il vino fa parte della nostra vita, non possiamo negarlo. Anche per chi non lo beve per motivi di salute o di fede religiosa, addirittura per chi non ne ama il sapore e il profumo, il vino ha un significato preciso e profondo. Significa lavoro, dedizione, sapere antico, esperienza di vita e famiglia. Si brinda nelle occasioni liete, quando si fa festa per un amico ritrovato o per le ricorrenze più care.
Molti articoli sono stati scritti sull’ultima edizione di questa grande Fiera del vino, anche sulla nostra rivista da vere esperte che hanno raccontato le loro impressioni, l’atmosfera, i successi e anche le immancabili delusioni. Io, invece, sono semplicemente una cuoca. Così vi parlerò di Vinitaly attraverso i piatti di Natale, consigliando vini famosi, ma anche piccole realtà vinicole quasi sconosciute dai più ma non per questo meno importanti.
Per l’antipasto mi affido a un classico della mia terra, il prosciutto crudo dolce del Consorzio Berico Euganeo. Stupendo per dolcezza e morbidezza è quello al sale dolce di Cervia stagionato 18 mesi prodotto dall’azienda Brianza di Montagnana. Questo è un prodotto da gustare in purezza, accompagnato solo dal pane. Qualsiasi lavorazione stravolgerebbe le sue caratteristiche organolettiche e sensoriali.
Il vino giusto è il Malvasia Merlara D.O.C. delle cantine Collis con sede a Monteforte d’Alpone (VR). Giallo paglierino, profumi fruttati con tendenza all’agrumato, si abbina bene con gli antipasti, i primi non troppo conditi, le carni bianche e il pesce.
Oltre ai classici tortellini, come primo sceglierei un risotto al radicchio di Treviso, da accompagnare con un Rossese di Dolceacqua Superiore “Posaù” Maccario Dringenberg 2012. Rosso rubino intenso, profumo floreale di spezie e frutti rossi dal gusto succoso e fresco.
Questo vino può essere servito anche con i bolliti misti della tradizione natalizia, ma per gli arrosti saporiti ci vuole un vino più corposo. Io ho assaggiato l’Amarone della Valpolicella Campo dei Gigli prodotta dalla Tenuta S. Antonio di San Zeno di Colognola ai Colli e l’ho trovato stupendo. Rosso rubino dai riflessi porpora, sapore equilibrato, profumo di frutti selvatici, liquirizia, pepe nero e cioccolato, deve essere consumato solo dopo 5 anni dalla vendemmia.
Per finire panettone e pandoro non possono mancare sulla tavola delle Feste. I vini indicati sono tantissimi. Vi propongo un vino che amo particolarmente, il Fiordarancio dell’azienda CàLustra dei Colli Euganei. Dorato brillante, profumo di fiori bianchi, sapore fresco e cremoso accompagna gentilmente i dolci classici del Natale.
E, infine, con la nostra sbrisolona, la frutta secca e il mandorlato di Cologna Veneta, ci vuole un passito. Allora andiamo in casa Zenato e scopriamo il Rigoletto. Ottenuto da uve appassite Trebbiano di Lugana, è giallo dorato tendente all’ambrato, i profumi sono tantissimi e persistenti soprattutto di miele, frutta matura e vaniglia.
L’estate piovosa non ha favorito certamente la produzione 2014, ma io sono sicura che i nostri vignaioli sapranno superare anche queste difficoltà e ci doneranno ancora vini fatti con cura e amore, doti che hanno fatto conoscere e apprezzare il vino italiano nel mondo.