Vuoi parlarci brevemente di te, della tua vita e delle tue esperienze formative e professionali?
La mia vita si è svolta prevalentemente all'estero, poichè ritengo di appartenere alla categoria ''di quelli con le ali'', amo scoprire nuovi posti, nuove usanze e ritengo che spostarsi sia il modo migliore per fare qualsiasi esperienza.
Come nasce la passione per la cucina?
L'amore per la cucina nasce con me, nonostante la mia laurea in psicologia… Si vede che è stato “un amore” a prima vista!!!! Da subito e da sempre. Nel 94 ho iniziato a lavorare nel ristorante di mia sorella in Trastevere.
Hai avuto un maestro o una persona di riferimento che ha ispirato la tua ricerca?
Prima… le nonne e poi i grandi chef che ho incontrato. La mia curiosità, il mio amore per la cucina ha fatto sì che mi infilassi nelle cucine di tutti da sempre. Sia in quelle delle nonne che in quelle dei grandi chef, convinta che ognuno di noi ha qualcosa da insegnare e qualcosa da imparare, sempre.
Poi….dopo l’esperienza nel ristorante di tua sorella in Trastevere?
Mi sono trasferita in Africa, dove aprivo le cucine per i villaggi vacanze. Durante tutti questi anni, sono tornata varie volte in Europa, due anni in Toscana, un anno in Francia, ma poi tornavo sempre in Africa.
A Nairobi ho fatto corsi di intaglio, di sushi, di cucina thai. Nel 2005 ho aperto il mio ristorante Lady Vì, sull'oceano indiano, dove finalmente ho potuto iniziare a cucinare ''a modo mio''.
Esistono libri che per te sono stati se non fondamentali, di grande aiuto?
Mi ha sempre insegnato e aiutato “la pratica”
Come definisci la tua cucina?
La definirei …''a modo mio''. Potrei definire la mia cucina: ''la cucina dell'amore'', a volte tradizionale, spesso creativa, ma soprattutto fatta di materie prime freschissime, stagionali e locali, ovunque io mi trovi.
Che peso ha la tradizione nella tua cucina?
L'amore è appunto la componente essenziale e fondamentale di tutti i miei piatti, senza questo ingrediente il sapore non viene esaltato!! Più che stupire con effetti speciali ed accostamenti a volte bislacchi e spesso esasperati, amo stupire con sapori concreti, che prendano nella loro semplicità, naso e... gola.
Quali sono le idee innovative che intendi esprimere?
Idea innovativa e antica: Accuratezza.
Proprio a causa dell'accuratezza nello scegliere i prodotti collocandoli nel periodo stagionale, di massima freschezza e maggior profumo, oserei dire che amo tutti i colori ed i sapori che sono in natura, è chiaro che poi, dipende dalla manipolazione renderli sublimi o... detestabili
Quale è il tuo più grande “sogno” professionale?
Io ho un sogno: tornare in Africa e fondare una scuola per chef.
Io ho vissuto e lavorato 16 anni in Kenya, prima per i tour operator (facevo le aperture delle cucine dei villaggi, organizzavo le brigate, i menù e lo storage) poi ho aperto un mio ristorante (Lady Vì restaurant).
Quando sono rientrata in Italia, ho sistemato tutti i miei dipendenti. Quale la mia meraviglia, quando il mio secondo è riuscito a trovare lavoro presso la Tower di Dubai, dove si trova tuttora, grazie ai miei insegnamenti. Allora ho pensato… perchè non aprire una scuola di cucina italiana ed internazionale a Nairobi, onde potere dare l'opportunità agli africani di imparare una professione che consenta loro di mantenere i propri figli DIGNITOSAMENTE, anzichè adottarli a distanza?
Questo è il mio sogno e vorrei realizzarlo, con l'aiuto dei colleghi, delle associazioni African Voice, Italian Hospitality, Chef in Africa, di tutti coloro che amano la cucina.
Quali sono gli ingredienti del tuo successo?
Consiglio a tutti coloro che vogliono apprendere questa vera e propria arte, di accostarsi con estrema umiltà al cibo, agli insegnanti, di assaporare, di imparare ad amare ciò che fanno; anche nei piccoli gesti quotidiani di una cucina, è racchiuso un meraviglioso segreto.
Cibo, ristorazione e internet. Cosa ne pensi del web come mezzo di comunicazione per parlare di ristorazione?
Da poco ho iniziato ad usare internet, ritengo che sia un buon mezzo di comunicazione, nonostante l'impossibilità di trasmettere i profumi, e quindi togliendo molto al fascino di una preparazione.
Usi i social network? Se sì, quali? Che esperienza ne hai ricavato?
Seguo Facebook e interscambio news e opinioni con i colleghi delle Associazioni di cui faccio parte: oltre a fare parte dell'associazione italiana cuochi professionisti, faccio anche parte dell'accademia dei Taccuini Storici, un'associazione che predilige la riscoperta delle antiche ricette (400/600) e sono specializzata in piatti della Real Casa Borbone. Poi ho creato un portale per la mia futura “scuola di cucina in Africa” che si chiama CHEF IN AFRICA.
Quali sono i metodi di cottura che prediligi?
Cerco di preferire i tipi di cottura diversi, sempre in base all'alimento che lavoro, di solito con un pesce freschissimo o un sapido peperone appena colto non è necessaria una cottura particolarmente lunga od elaborata, anzi, tutt’altro.
C'è un ingrediente che detesti e uno che adori?
Mi vanno bene tutti, dai più semplici ai più sofisticati; io penso che “Tradurre una patata in un'opera d'arte, si può”!!
Ma tu vai a mangiare al ristorante? Se sì, cosa prediligi?
Cose semplici, ma sono molto curiosa.
Cosa ne pensi dello show food, il cibo che stupisce?
Sulla base di questi presupposti, credo sia chiarissimo il mio rifiuto di accettare il fast food e tutto ciò che è veloce, un buon piatto va prima cucina con calma e attenzione, con metodo, poi, successivamente, assaporato con calma e possibilmente, con un buon vino ed in buona compagnia!!! L'unica battuta che mi rappresenta è: I bet on me, every time!!!!
Che consiglio daresti ai giovani che vogliono diventare chef?
Forse il mio “sogno” è un’utopia, ma ci credo veramente con tutta me stessa, e, sono certa, lo realizzerò: il mio consiglio ai giovani è quello di credere in qualcosa che ti arricchisce, che ti gratifica, che ti fa… sognare!!!!!
Cosa ne pensi delle guide, delle forchette, dei cappellini assegnati dai grandi network dell’informazione?
Non mi sono mai interessati e non ho mai fatto ricerca a guide, cappellini e quant'altro, spesso concessi a pagamento e comunque non indispensabili, essendo la soddisfazione del singolo cliente il mio migliore riconoscimento.
Cosa ne pensi dei fast food, dello street food e della moda di mangiare di corsa, in piedi
La mia cucina, come la chiamo io, “dell’amore” ha bisogno di attenzione, atmosfera, ambiente, grande cura; il fast, la corsa, l’approssimazione, la rapidità non fanno per me
Definisci te stessa in poche battute
Amo il mio lavoro e sono felice e mi ritengo fortunata di farlo, perché, per me, è la più bella cosa del mondo!
RICETTA
Cappesante in crema di alghe con tartare di gamberone agli agrumi.
Si tratta di una tappa della Maratona a Tavola, a cura di Alfredo Leone, ed ho vinto il primo premio per i secondi piatti.
Esecuzione: foderare i gusci di cappesante di pasta sfoglia nella parte interna, avendo cura di riempire il vuoto con fagioli o ceci secchi, affinchè la pasta non si gonfi molto e mantenga la forma originale della conchiglia.Cuocere in forno a 180 gradi per circa 15 minuti. Calcolare due gusci a persona, quindi 8 per 4 persone. Lavare e bollire per circa 20 minuti 150 grammi di alghe fresche (lattuga di mare) strizzarle e passarle al frullatore, condirle con olio sale e pepe. Preparare una besciamella abbastanza liquida, emulsionare il tutto con le alghe. Togliere il guscio e lo stomaco a 4 gamberi giganti, avendo cura di lasciare l'ultimo segmento con il guscio e la testa intatti. Aprire a libretto, porre a marinare per due ore in succo di arancia, pompelmo e lime. Riempire metà cappasanta di foglia con l'emulsione di besciamella ed alghe, il frutto di mare che avrete estratto dal guscio precedentemente salato e pepato, porre in forno per 10 minuti. Coprire con l'altra metà del guscio di pasta sfoglia riscaldato. Adagiate in un piatto, guarnire il piatto con il gamberone, un poco di succo di agrumi e qualche giro di salsa di alghe.
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