Emozioni, passioni, fantasia: tre semplici ingredienti capaci di rendere un corso di cucina amatoriale con Vittorio Castellani, alias Chef Kumalè, un’esperienza davvero unica.
L’ha detto appena accomodati attorno alla tavola: "Ho preferito scegliere piatti facili da realizzare, non banali, perché la cosa più importante per iniziare a includere qualche novità sulla nostra tavola è provare piacere e divertirsi a cucinare per sé e per gli amici". E così è stato.
Abbandonata la bilancia, il Gastronomade (definizione coniata dal figlio per descrivere il suo lavoro) ci ha dimostrato che viaggiare tra le cucine del mondo può essere facile, economico e può regalare la scoperta di nuovi sapori insoliti, gustosi e particolari.
La Thailandia con il riso glutino al latte di cocco e mango, l’India con il suo tortino caldo di carote al cardamomo e mandorle, il Marocco con la Bastilla au lait e i Caraibi con i profiteroles delle isole.
Un pomeriggio in viaggio, stando però nella propria città, fra tradizioni e culture, religioni e aneddoti personali, dove il curiosare e l’apprezzare le cucine del mondo emerge come primo importante passo verso il riconoscimento della diversità.
Come se fossimo nella sua famosissima trasmissione radiofonica, The Cous Cous Clan, il nostro dj d’eccezione ci ha dimostrato che l'universo alimentare è una delle strade più piacevoli per entrare in contatto con gli altri.
Viviamo in un mondo multietnico, ovunque si parla di cibo etnico, ma è un confuso "magna magna": se vogliamo davvero documentare e raccontare le tradizioni dei popoli è arrivato il momento di abbattere i nostri tabù alimentari.
Smettiamo di mangiare con la testa. Se mandiamo in corto circuito i nostri meccanismi di difesa del gusto potremmo scoprire una nuovissima gamma di piaceri.
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Smetti di mangiare di testa
Il messaggio di Vittorio Castellani, alias Chef Kumalè
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Vite sui fuochi