Alla vigilia della pubblicazione di quest’intervista, apprendiamo la tristissima notizia dell’incidente che è costato la vita al sous chef di Diego Rigotti, Mimmo Cravos, carissimo amico e collaboratore da una vita. Porgiamo a Diego e a tutti i familiari di Mimmo le nostre più sentite condoglianze.
D: Vuoi parlarci brevemente di te, della tua vita e delle tue esperienze formative e professionali?
Ho fatto pratica da Gualtiero Marchesi, Carlo Cracco, Andrea Berton al Trussardi alla Scala, alla Maison de Marc Veyrat in Alta Savoia.
D: Come nasce la passione per la cucina?
Fin da bambino seguivo mia nonna, di origini francesi, che preparava le sue specialità per il pranzo della domenica, per tutta la famiglia.
D: Hai avuto un maestro o una persona di riferimento che ha ispirato la tua ricerca?
Sicuramente Gualtiero Marchesi, ma soprattutto il mio insegnante all’alberghiero, lo chef Alfio Ghezzi.
D: Esistono libri che per te sono stati se non fondamentali, di grande aiuto?
Non sono molto per i libri, più per le esperienze professionali.
D: Come definisci la tua cucina?
Territoriale e creativa.
D: Che peso ha la tradizione nella tua cucina?
Molto, perché la tradizione è alla base della cucina che io propongo e che i miei clienti prediligono.
D: Quali sono le idee innovative che intendi esprimere?
Vorrei inserire un menù degustazione facendo delle ricerche sulle materie prime del bosco.
D: Cosa ne pensi delle tendenze attuali della ristorazione?
Credo che un ristorante attuale debba avere diverse proposte ben distinte da proporre alla clientela: carta per il mezzogiorno, piatto unico del giorno, degustazioni, ecc.
D: Quali sono gli ingredienti del tuo successo?
Restare coi piedi per terra: cerco di impegnarmi sempre e di non sentirmi mai arrivato.
D: Cibo, ristorazione e internet. Cosa ne pensi del web come mezzo di comunicazione per parlare di ristorazione?
Al giorno d’oggi tutto gira intorno al web, per cui è un canale molto importante per diffondere nuovi piatti e stimolare la curiosità a migliaia di persone.
D: Usi i social network? Se sì, quali? Che esperienza ne hai ricavato?
Certamente, ho molti contatti interessati alle mie proposte gastronomiche.
D: Cosa pensi del mezzo televisivo come mezzo per la diffusione della “cultura” culinaria? Credi che il picco si esaurirà presto o sarà possibile cavalcare l’onda ancora per molto?
Durerà ancora molto perché la televisione, ancor più del web, entra in tutte le case ed è visto da tutti.
D: C'è un ingrediente che detesti e uno che adori?
Non sopporto il cardamomo e adoro l’olio extravergine.
D: Cosa mangi a casa tua?
Quello che cucina mia moglie: siamo sposati da 5 anni e abbiamo tre bambini.
D: Vai a mangiare al ristorante? E cosa prediligi?
Vado spesso e non scelgo, mi faccio proporre delle pietanze dallo chef.
D: Quali sono i metodi di cottura che prediligi?
Non amo le basse temperature, amo le cotture rapide per mantenere i sapori e le proprietà organolettiche.
D: Che consiglio daresti ai giovani che vogliono diventare chef?
Oggigiorno la situazione è molto difficile, perché si considera che i giovani siano poco responsabili e poco disposti a sacrificarsi: però con impegno e passione queste prevenzioni possono essere abbattute.
D: Cosa ne pensi delle guide, delle forchette, dei cappellini assegnati dai grandi network dell’informazione?
Sono modi diversi per giudicare e classificare chef (alcuni molto bravi, altri meno).
D: Cosa ne pensi dei fast food, dello street food e della moda di mangiare di corsa, in piedi…
Ho già espresso il mio pensiero negativo.
D: Definisci te stesso in poche battute
Serio, responsabile e caparbio.
E questa che segue è la ricetta presentata da Diego durante la cooking class dedicata al Trentino, nell’ambito dell’iniziativa “Per tutti i gusti” presso l’Hotel Sheraton della Malpensa.
Pasta Monograno Felicetti con spuma di caprino con ortiche e polvere di speck
Si lasciano gli spaghetti a bagno in acqua fra i 20° ed i 30° per circa 2 ore e nel frattempo si prepara un brodo di funghi secchi, facendo bollire per 3 ore i funghi secchi in acqua salata con sedano, carota e cipolla. Si estrae la pasta dall’acqua e si fa arrostire in padella, aggiungendo brodo di funghi secchi e una nocetta di burro. Si impiatta decorando con polvere di speck, spuma di caprino e ortiche e germogli.
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