Sicuramente l’Italia non vive uno dei periodi migliori e questo di conseguenza porta talentuosi chef e manager a varcare il confine e non è inusuale che chef stellati del calibro di Heinz Beck ormai si spingano ad aprire ristoranti in altri paesi o addirittura in altri continenti.
Non dobbiamo dimenticarci dei nostri connazionali che già da tempo hanno abbandonato il nostro bel paese per realtà che sono completamente diverse dalle nostre e che forse in fondo al cuore serbano un po’ di nostalgia verso la nostra grande varità di prodotti genuini.
È il caso per esempio di Ursula Avella, National Chain Account Manager Florida, responsabile e titolare inoltre del gruppo Great Culinary Minds. Una delle poche donne nel suo campo, si destreggia abilmente tra grandi nomi di chef americani ma non perde mai di vista chef italiani e soprattutto della sua amata terra, la Puglia.
Diversa la scelta di Mauro Giovanni Seu, Executive Chef dello Sheraton Grande Walkerhill, Seoul, che, come tantissimi altri Italiani nel mondo, aggiunge il “Flair” tutto Italiano ad un’organizzazione già di per sè molto dinamica. Con la sua brigata di oltre 300 elementi, gestisce i diversi ristoranti dell’hotel ed uno dei più grossi Conference Centre della capitale sud coreana, di particolare riferimento il ristorante Clock16, meta di molti Guest Chefs, tra i nomi si annoverano Akira (Ironchef USA), e il nostro ormai onnipresente Enrico Fiorentini.
Circondato da chef abilissimi, come lo chef del Clock16, Charles Kang,questo tipo di attività sembra essere per Mauro anche più facile e, proprio grazie all’estrema professionalità di questo Chef Coreano, ha portato il ristorante Fine Dining dello Sheraton Walkerhill, ad un livello incredibilmente alto.
Ci sono però molti altri Italiani nel mondo che, come Mauro, con impegno, maestria e dedizione tengono alta la nostra bandiera, come il talentuoso chef Dario Congera.
Anche lui da anni impegnato all’estero a rappresentare il nostro paese ed il Buon Gusto, è regolarmente presente in manifestazioni nazionali ed internazionali al fianco di personaggi molto illustri dell’internazionale panorama gastronomico.
Non dimentichiamo Enrico Nicola Di Giacomo, uno della Vecchia Scuola, da sempre cittadino del Mondo, alla guida di cucine nei 5 continenti, con una grinta e capacità organizzativa e creatività senza eguali, sempre dietro alla ricerca di veri talenti naturali.
Innovativo, spiritoso ma sempre legato alla cucina della tradizione che vuole riproporre in maniera moderna è lo chef Riccardo Ghironi che vive ormai a Tapei da 7 mesi e cerca di far capire ai ragazzi,ed ai clienti, che cosa sia la tradizione, e quindi spiegando le vere basi della Cucina Italiana, come si è sviluppata, e come si sta evolvendo con nuove tecniche.
Di lui vi lascio una ricetta fantastica: Spuma di uovo con ghirlarda di frutti di bosco.
1 uovo intero
1 albume
olio ex.Vergine di oliva 12 gr
40 gr di zucchero
20 gr di acqua
40 gr di frutti di bosco
cacao.Q.b
Utensili:
1a bastardella
1frusta
1 pentolino
1 sifone
PROCEDIMENTO.:
Aprire l'uovo e dividere l'albume dal tuorlo.
Aggiungere all'albume, il primo albume che avevamo da parte e sbattere con una frusta.
Sciogliere lo zucchero con l'acqua,e portarlo a 120 gr centigradi, poi unire il tutto.
Una volta emulsionato l'albume, inserirlo nel sifone con 2 cariche e disporlo in frigorifero per qualche minuto
Nel frattempo prendere il tuorlo, inserirlo all'interno di una cocotte precedentemente unta con un filo di olio evo e portarla sottovuoto al 100%; porre in forno a 65 gradi per tre minuti cottura a vapore.
In un piatto sistemare la spuma di uovo e gratinarla alla salamandra per farla brunire.
Una volta fatto cio',sistemare i frutti di bosco intorno alla spuma,e adagiarvi sopra il tuorlo cotto.
Finire il piatto con un filo di olio extravergine di oliva e cacao.
Servire al cliente.
Come potete ben capire quindi di Chef Italiani nel mondo ce ne sono migliaia e tutti molto bravi e noi dovremmo essere pieni d’orgoglio per il loro operato e perché tengono alta la nostra bandiera all’estero, ma questo dovrebbe essere anche motivo di riflessione.
x5
L’alta ristorazione è veramente in crisi?
La fuga all'estero degli chef italiani
Pubblicato in
Vite sui fuochi