Questo mio racconto inizia una domenica pomeriggio di qualche tempo fa, quando, dopo aver letto un’intervista fatta ad una vignaiola di Champagnole, piccola frazione di Villeneuve ad Aosta,nacque in me la voglia di conoscerla. La passione che sentivo in lei mi apparteneva. Mi procurai il suo numero telefonico e decisi di contattarla. Ci accordammo sulla data, e finalmente il momento arrivò.
Il giorno in cui giunsi da lei, mi trovai immersa nel verde di un giardino semi selvatico sotto un vecchio tiglio. Fu Anna ad accogliermi, e il suo sorriso mi mise a mio agio. Dopo uno scambio di confidenze sulle nostre vite, ci dirigemmo verso la vigna per una passeggiata tra i filari.
Mi raccontò di un giorno nella primavera del 2008, quando, raggiunti i suoi genitori in un piccolo appezzamento di terreno in affitto, vide un uomo che potava i filari. Osservandolo in quel rituale ritmico di movimenti, pian piano decise di imitarlo, e, senza rendersene conto, s’innamorò della vigna e di quella pace che le dava il contatto con la terra.
In quel periodo Anna, all’ora trentanovenne, aveva avuto problemi sul lavoro che la costrinsero ad andarsene. Dovendo ricominciare, la proposta che le venne fatta per gestire il vigneto diede una nuova decisiva direzione alla sua vita. Iniziò con i corsi di formazione che, insieme all’esperienza diretta sul campo la formarono.
Mentre passeggiavamo mi descriveva orgogliosa gli appezzamenti delle vigne dislocati in quattro frazioni diverse di Villeneuve. Tre ettari di viticoltura eroica per le pendenze impervie del terreno che non sempre rendeva facile la sua cura. Anna mi disse che aveva dato ad ognuna un nome diverso, ma che la sua preferita era “Tess”, quella più vecchia.
Mi raccontò della vigna dello Chardonnay, nella frazione di Verne. Sorgeva a 750 metri sul livello del mare con un dislivello importante che rendeva difficile la sua gestione. Il secondo appezzamento era situato a Tessey, a 650 metri d’altitudine. Questa vigna in cui nasceva il Petit Rouge, era la più vecchia, risaliva infatti al 1930. La terza poi, a San Pierre, era tutta terrazzata con muri in pietra a secco. Infine la quarta, quella del Pinot Nero e del Muller Thurgau, si trovava a Champagnole, dove era situata anche la cantina.
Mi raccontò quanto era difficile seguire i quattro appezzamenti con i piccoli e grandi problemi di ogni giorno. La vigna era per lei insegnamento di vita, vederla cambiare col passare delle stagioni, vedere i coraggiosi filari che si aggrappano ai fili come noi alla vita, le dava pace e serenità interiore.
x5
Innamorarsi di una vigna in una terra Valdostana
Azienda Vitivinicola Anna Desantis - Champagnole di Villeneuve – Aosta
Pubblicato in
Personaggi