Archivio Storico 2011-2017

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Rufioi di Carnevale

17 Gennaio 2012
Costeggiola caput... Rufioi
Accade molto spesso che, da momenti di difficoltà di un popolo, scaturiscano degli 'strumenti di sopravvivenza' che si trasformano, nel corso degli anni, in vere e proprie tradizioni consolidate ed irrinunciabili.
Come, tanto per citare un esempio, i Rufioi, nati in questo modo e diventati, poi, dolci del Carnevale.
La loro storia risale alla fine dell'800.
La loro origine è, ovviamente, rurale, trovando la sede nelle famiglie contadine molto povere, ai limiti della fame.
Famiglie che potevano sperare di trovare mezzi di sostentamento solo nei frutti dei campi.
Famiglie che, quindi, attivarono l'ingegno, dando luogo a diversi stratagemmi per alleggerire i crampi allo stomaco e sfamare le numerose bocche quotidianamente questuanti.
Nacque, così, il Rufiol, in origine 'salato', prodotto con ingredienti di scarto della carne e delle verdure e, poi, cotto in brodo.
Ma quando le mense delle case coloniche incontrarono momenti più floridi, il fazzoletto di pasta ripieno si trasformò in un vero e proprio dolce, realizzato con ingredienti molto saporiti e raffinati, quali pinoli, mandorle, cedro, amaretti e con la foggia di raviolo disegnato su una mezzaluna di pasta con la forma del sole nascente (o, secondo altri, della cresta di un gallo).
Verso gli anni '50 divenne il dolce principale della festa di Sant'Antonio Abate, il protettore degli animali, del 17 gennaio, (come non essere devoti a questo Antonio, quantomeno per le due ragioni citate?).
Proprio in questi giorni, più precisamente la terza domenica del mese, i Rufioi vengono riproposti e fatti rivivere in occasione di una sagra, che porta avanti antiche tradizioni, unica nel suo genere, grazie anche a questo dolcetto tipico.
La manifestazione si tiene a Costeggiola, frazione del comune di Soave, nell'est veronese.
Borgo che sorge su una piccola costa (da cui il nome) tra le colline, si snoda lungo una strada che porta nella Valle d'Illasi, luogo dal clima rigido, ma capace di produrre dolci caldi e fragranti in quantità, grazie alle donne del paese, che onorano la tradizione ciascuna apportando il proprio personale tocco.

Ingredienti (ricetta gentilmente concessa da Natalina, una di queste preziose signore autoctone...):

Per la sfoglia:

3 uova
farina q.b.
2/3 cucchiai di zucchero
sale
¾ cucchiai di burro sciolto
olio per friggere
zucchero a velo

Per il ripieno:

Con 300 gr pane grattugiato e tostato e del brodo creare una pastella, alla quale unire tutti gli altri ingredienti, ovvero:
300 gr di amaretti
300 gr di pinoli
300 gr di mandorle
uvetta
cedrini
2 uova
200 gr zucchero
100 gr grana
rum

Preparazione:

Su di una spianatoia sistemare la farina a fontana e, al centro, unire piano piano tutti gli ingredienti elencati (compresa la pastella di brodo e pane tostato).
Amalgamare il tutto e stendere una sfoglia molto sottile, con l'aiuto di un mattarello.
Sbriciolare gli amaretti ed unirvi lo zucchero, l'uvetta precedentemente ammollata, i pinoli, il cedro, le mandorle e tutto il resto. Far riposare il composto una notte.
Depositare sulla pasta stesa la dose di ripieno e richiudere sovrapponendo la pasta, poi tagliarla con l'apposito stampo artigianale a forma di mezzaluna.
Friggere i Rufioi in abbondante olio caldo e, quando saranno belli dorati, scolarli ed asciugarli su carta assorbente da cucina.
Spolverare con zucchero a velo e servire. Sono ottimi sia caldi che freddi.

Abbinamento consigliato: ovviamente Recioto di Soave.

Curiosità: una tappa della Montefortiana, tradizionale corsa che con le sue 18.000 presenze annue si colloca nell'elite del podismo internazionale, prevede la sosta proprio a Costeggiola, dove le già citate signore del borgo offrono agli atleti i Rufioi amorevolmente preparati.
Infallibile carburante per far girare le gambe anche all'atleta più stanco...
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