Reino è un piccolo e suggestivo borgo del Sannio beneventano. Poco meno di 1300 abitanti ma una ricca storia fatta di tradizioni, usi e costumi. La più antica testimonianza è del 699: nelle cronache di San Vitaliano (vescovo di Capua il cui corpo venne trasportato a Benevento) si narra di un uomo infermo de castello Regino (cioè proveniente da Reino che nel corso dei secoli ha cambiato toponimo e all’epoca si chiamava Regino) a cui apparve San Vitaliano. L’uomo fu miracolato e non sapendo dove si trovasse il corpo di San Vitaliano chiese ovunque fino a che non giunse a Benevento per rendergli grazia.
Moltissime le testimonianze storico – architettoniche di questo delizioso paesecome a esempio il Palazzo Meomartini che fu dimora della nobile e facoltosa famiglia che diede i natali ad Almerico Meomartini, architetto e archeologo che visse a cavallo tra il XIX e XX secolo.
La storia rurale di Reino è anche legata alla pratica della transumanza, attività che ha caratterizzato l’economia e la società del Mezzogiorno d’Italia fino a qualche decennio fa. La transumanza è la pratica di trasferire il bestiame in estate ai pascoli della montagna e in autunno al piano che fino a pochi decenni fa era molto attiva sul territorio ovvero almeno fino a quando le tradizionali forme di pastorizzazione sono state abbandonate in favore di una produzione più industriale.
Reino è attraversato dal Regio Tratturo Pescasseroli – Candela, il terzo tratturo per ordine di lunghezza nell’Italia meridionale. Qui la pratica pastorizia ha segnato la cultura, l’economia e anche il paesaggio: ancora oggi, qui, le vie della transumanza sono segni indelebili sul territorio, come cicatrici che segnano la pelle di un uomo per tutta la vita, secondo una citazione dello storico francese Fernand Braudel. Una pratica non solo di migrazione periodica delle greggi ma una vera e propria civiltà con modelli economici, sociali e culturali propri perché qui si sono variamente combinate anche altre attività come a esempio la vendita del latte e della lana, perché qui sono stati realizzati stazzi e fontane per l’abbeveraggio delle greggi, perché qui molte ricette tipiche risentono ancora dell’influenza della pastorizia. Un fenomeno di civiltà la transumanza, che oggi è giacimento culturale che potrebbe anche essere rilanciato per le potenzialità che le vie erbose possono avere per il turismo lento, sostenibile, il turismo del trekking e del walking, quel turismo di qualità legato alla riscoperta di autenticità e bellezze tipiche dei luoghi.
E tra le colline incontaminate di Reino nasce il pastificio ArtiPasta. Un’attività che affonda le sue radici nel territorio, nella tradizione familiare di mugnai e nelle procedure artigianali di lavorazione della pasta: selezione delle migliori semole di grano duro, lenta essicazione e trafilatura al bronzo.
Il processo produttivo inizia con la selezione della semola che viene impastata lentamente con l’acqua. La fase successiva di estrusione prevede l’utilizzo di trafile in bronzo che conferiscono la giusta ruvidità. L’essiccazione avviene a basse temperature e per lungo tempo in modo da preservare le caratteristiche organolettiche e nutrizionali della semola di grano duro. Infine la pasta ottenuta (nei formati mezze maniche rigate, schiaffoni rigati, fusilli, cornucopie, calamarata, paccheri, taccole) viene sottoposta a un rigido controllo di qualità e poi confezionata manualmente. La pasta fatta come una volta, una pasta artigianale senza coloranti e conservanti: il prodotto dei pastifici artigianali si contraddistingue per le materie prime selezionatissime, per i metodi antichi, per i tempi lenti, per gli strumenti tradizionali e per l’esperienza.Le trafile sono di bronzo e così rendono la pasta ruvida al punto giusto e il condimento si amalgama meglio: l’artigianalità è profumo di grano, rugosità al tatto e sapore inconfondibile.
ArtiPasta di Pasquale Peloso - Pastificio Artigianale
Via Crocella 1 - 82020 - Reino (Benevento)
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