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La torta degli addobbi

27 Giugno 2011
una torta di riso della tradizione
La torta degli addobbi, più conosciuta come torta di riso dolce è un tipico dolce della tradizione emiliana. È chiamata anche torta degli addobbi, in quanto veniva tradizionalmente preparata proprio durante la 'Festa degli addobbi', istituita fin dal XVII secolo per il decennale di una parrocchia in cui era uso esporre alle finestre, in segno di festa, dei drappi colorati.
In questa occasione le case dei parrocchiani erano aperte alle visite e agli ospiti si offriva questa torta, obbligatoriamente tagliata a rombetti e con uno stuzzicadenti infilato al centro.
Poi, si sa, che stando alla tradizione popolare il riso porta abbondanza e fecondità, lo si usa nei rituali per gli sposi, porta fortuna e il suo candore ci riconduce alla purezza.
La torta di riso è un dolce da forno composto da riso, latte, zucchero, canditi (generalmente cedro), mandorle, aromatizzato con scorza di limone e liquore alle mandorle amare o anice. La quantità di riso, mandorle, zucchero e canditi è molto variabile. Ci sono ricette in cui la proporzione tra latte e riso varia in maniera considerevole. Il liquore di mandorle amare o l'anice sono fondamentali, in quanto conferiscono alla torta di riso proprio questo tipico aroma di mandorle amare.
Esiste una ricetta Depositata alla Camera di Commercio dell'Accademia Italiana della Cucina di 'Bologna dei Bentivoglio' il 14 dicembre 2005 ma come sempre esistono anche le versioni casalinghe delle nonne e delle zie, quella che vi propongo non è la ricetta depositata ma una variante a mio avviso altrettanto gradevole, provare per credere.


Ingredienti per 12 porzioni:

300 g di riso per dolci
1 litro di latte fresco intero
220 g di zucchero
4 uova fresche
70 g di uvetta passita
3 cucchiai di mandorle o volendo di pinoli
100 gr di cedro candito
sambuca o liquore sassolino o anice
1 limone non trattato
Rum
un pizzico di sale fino

Preparazione: accendere il forno a 180°. Nel frattempo, mettere a bagno l'uvetta in un poco di rum. In una casseruola portare a ebollizione il latte con un pizzico di sale e 50 g di zucchero; infine aggiungervi il riso e cuocere a fuoco moderato finché il riso non abbia assorbito tutto il latte. Quindi fare raffreddare il riso. In una terrina battere le uova con il rimanente zucchero, aggiungervi il riso raffreddato. Unitevi la scorza grattugiata di mezzo limone, l'uvetta sgocciolata, le mandorle o i pinoli e il cedro candito. Versare l'impasto in uno stampo antiaderente e spolverarlo con dello zucchero e dei pinoli restanti. L'impasto deve essere di 3-4 cm. Cuocere in forno scaldato non ventilato a 180° per 20 minuti, poi abbassare a 140° e cuocere per altri 45 minuti. Come si forma una crosticina bionda e croccante togliere dal forno, lasciare intiepidire e bagnare con liquore dopo aver fatto dei forellini con uno stecchino. Togliere dallo stampo, tagliare la torta rigorosamente a losanghe e servire.

Riso: questo cereale fa parte della tradizione millenaria della cucina orientale tutta basata sul riso, si hanno tracce di questo alimento da 7.000 anni, da noi da 500 anni, questa pianta è originaria delle regioni del sud est asiatico, sono stati fatti ritrovamenti nelle regioni della Thailandia, in Cambogia in Birmania in Cina e nelle regioni indiane del Gange che risalgono appunto a circa 7000 anni fa.
Esistono diverse varietà di riso, si narra che intorno al 1700 AC un imperatore cinese con la passione dell'agricoltura notò che alcune spighe maturavano prima di altre e tenendole sotto osservazione riuscì ad isolare una specie di riso precoce e che riesce a maturare entro tre mesi, prima che il freddo delle regioni a nord della Grande Muraglia possano comprometterne il raccolto.
La stessa scoperta fu fatta in altre parti del mondo: in Italia, e in alcuni paesi dell'est si individuò un riso che poteva essere coltivato nelle zone dove il clima non consentiva la coltivazione delle varietà tradizionali.
Nelle regioni del sud est asiatico,e in molte regioni Africane questo alimento è importante, addirittura fondamentale per la sopravvivenza dei popoli il che vivono in quelle zone.
Pare che egizi ed Ebrei non conoscessero il riso, infatti anche nella Bibbia non se ne trova traccia.
Per quanto riguarda l'introduzione nel nostro paese non abbiamo notizie certe, forse fu introdotto dagli Arabi o dai Veneziani, ma non vi è nulla di certo.
Nel periodo Greco Romano era addirittura considerato una spezia e veniva usato con una certa parsimonia, questo ruolo di spezia durò fino all'alto Medioevo quando fu introdotto nei giardini botanici dei monaci,in particolare nell' abbazia di Montecassino dove i monaci dedicarono molto tempo allo studio di questo cereale.
Il consumo e l'utilizzo del riso visse un cambiamento radicale durante il XII secolo,dove le grandi, carestie, le guerre e le epidemie, accrebbero la necessità di un cereale altamente produttivo in grado di sfamare molte persone.
Possiamo dire che ora il riso è coltivato in tutto il mondo, anche negli Stati Uniti dove fu introdotto dai coloni europei. La Cina, che produce un terzo del fabbisogno mondiale di riso, ne rimane comunque la maggiore produttrice, ma circa il 90% della sua produzione rimane destinata al consumo interno. Sono comunque magnifici i paesaggi di coltivazioni a terrazze delle risaie dolcemente degradanti sui fianchi delle colline.
L'Italia non è una grande produttrice di riso, troviamo risaie nelle zone piemontesi di Vercelli e Novara (ricordate il famoso Riso Amaro ispirato alle mondine del dopoguerra?), nel mantovano e nelle zone di Ferrara e di Rovigo. A Jolanda di Savoia (Fe) viene coltivata una qualità di riso che prende appunto il nome di Riso Di Jolanda.
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