Archivio Storico 2011-2017

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I Pici

22 Giugno 2011
e sentirete suonare le campane...
Cenni storici tratti da Wikipedia. I Pici sono un tipo di pasta fatta a mano, simili a spaghettoni  ma più grossi, arrotolati male, disuguali, tipici del sud della Toscana, della provincia di Siena e Grosseto e della provincia di Viterbo con cui confina Grosseto. La ricetta è  molto semplice: acqua, farina e pochissimo, se non nessuno, uovo. La preparazione consiste nell''appiciare', cioè lavorare a mano la pasta fino a creare uno spaghetto lungo e corposo. I condimenti classici sono: 'l'aglione' (un sugo di pomodoro saporito e agliato), il ragù di carne o la ricetta cosiddetta 'alle briciole', con briciole di pane - appunto - soffritte o addirittura fritte. Esistono varianti di tutti i tipi: ai funghi, alla carbonara, con ragù a base di cacciagione (cinghiale e lepre, ad esempio) o in molti altri modi, le più ricche considerate esterne alla tradizione e ai gusti contadini della Toscana rurale, solitamente frugali.  Questi i Pici per wikipedia.
 
Per me i Pici sono altro. Io li amo, come tutte le ricette toscane che faceva mia nonna. Dio come cucinava! la passione penso di averla presa da lei e, ovviamente dalla mia mamma, e negli anni ho avuto la possibilità di coltivarla in modo diverso da loro, ho avuto altri strumenti e adesso posso affermare di cavarmela in cucina.
Certi piatti mi riportano alla mia infanzia, e i pici sono uno di quelli. 
Ricordo quando nonna li faceva, sempre tanti, doveva accontentare troppe persone...dopo averli 'arrotolati' dopo aver dato la forma di  spaghettone (non sono spaghettoni ma non trovo una parola migliore) alla pasta, lei li metteva ad asciugare su una canna, a cavallo, come quando fanno vedere i pastifici, quelli veri, che mettono ad asciugare la pasta, ecco da nonna si vedeva questa cucina, grande, piena di pici messi ad asciugare. Poi il più delle volte venivano conditi con sugo di 'nana' anitra in italiano, la sua morte. Lei era felice perché vedeva che noi nipoti (mia sorella ed io siamo state le prime) aspettavamo il pezzetto di pasta per emularla e poi pretendevamo di farla mangiare a qualcuno la nostra pasta stropicciata con le mani non troppo pulite. E passavamo i nostri pomeriggi con nonna che ci raccontava di quando era giovane, di quello che non si poteva fare se si era una ragazza, di quello che non c'era, perché c'era la guerra e di tante altre storie. Nonna si è sposata presto pur  non essendo molto convinta, ha fatto 7 figli e lavorato tantissimo, però, nonostante abbia voluto bene al marito (nonno) l'ha sposato perché era così, perché qualcuno aveva deciso per lei. Oggi non l'avrebbe sposato e avrebbe fatto la cuoca, magari girando, adorava andare in giro per 'il mondo'. Era una donna del 1907 ma giovane dentro, capiva i problemi dei giovani, di noi, quando crescendo le raccontavamo dei nostri amori giovanili, delle nostre cotte, lei non si è mai scandalizzata, ha sempre capito, sorriso e detto la parola giusta. 
Come ho detto devo a lei questa sana passione, l'amore per le cose genuine, mia nonna non ha mai mangiato un pollo comprato al macello, l'olio era del contadino, il vino, le uova, tutto quello che si poteva trovare dai contadini, si comprava dai contadini e aveva ragione, Dio se aveva ragione, magari ci fossimo fermati in tempo, magari avessimo capito che le mucche sono erbivore, non possono mangiare cibo con dentro avanzi di altre mucche, i pesci di allevamento ugualmente, le galline per 'regalarti' un uovo che ti faccia bene, devono avere la possibilità di razzolare, andare in giro a trovarsi il cibo che preferiscono, non stare ammassate in una gabbietta dove non possono neppure strapparsi una piuma perché non hanno spazio, l'uovo che voi vi mangiate (io no perché compro le biologiche!!!) non ha le proteine che ha l'altro, quello la cui gallina ha vissuto felicemente...
Speriamo che queste cose vengano capite in tempo, non arriviamo al punto di non ritorno, amiamo gli animali che ci danno da vivere, io non mangio carne, ma posso anche ammettere che gli altri la mangino, ma anche se una mucca è nata per andare al macello, ha una sua dignità, trattatela bene, pensate che è un essere vivente e se non volete pensare alla mucca, pensate che vi dà un latte ed una carne migliori.
Come al solito mi sono lasciata andare, sono andata fuori tema...ma sono le cose che mi interessano, non so che farci, adesso andiamo alla ricetta dei pici.

Ingredienti:
 500 grammi  di farina 0
200 grammi di semola rimacinata
2 uova biologiche
olio evo
sale
acqua q.b. per un impasto abbastanza duro
Ho messo tutto nell'impastatrice e fatto andare fino ad avere una palla che ho continuato a lavorare con le mani. Messo a riposare l'impasto alcune ore, ripreso tirate delle sfoglie piccole e abbastanza alte, messe nella chitarra per gli spaghetti, quella abruzzese,  fatti passare dalle corde e poi arrotolati con le mani, vengono benissimo e sono veloci. Li ho messi ad asciugare cosparsi di farina per la polenta, la bramata, è grossa e non si appiccica.
Per condirli ho preparato un sugo fatto con salsiccia, di Grosseto, aglio, peperoncino. La salsiccia tagliata a rotelline, messa nell'olio e fatta rosolare, poi aggiungete del pomodoro passato, io ho messo una bottiglia di passata di Alce Nero, è buonissima da mangiare anche così, sono pomodori passati e basta, ma pomodori biologici, senza pesticidi. Mettete i pici nell'acqua bollente e conditeli con il sughetto di salsiccia, sentirete le campane.
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