A tempi immemori risale la storica diatriba dovuta al mistero dell' origine di questo delizioso biscotto secco, le sue radici storiche ormai si perdono nel vento.
Alcuni ne attribuiscono la nascita al Piemonte, per la varietà alle nocciole, alcuni alla Lombardia, varietà con nocciole e mandorle, o addirittura all Sicilia, naturalmente solo con le mandorle.
Non è mia intenzione sindacare sulle origini, perchè già troppa polemica è stata fatta, mi limiterò a parlarvi della versione alla Piemontese.
Ricordo molto bene nella mia infanzia il primo incontro con questo biscotto, che all'apparenza non mi invitava molto, anzi, sembrava proprio un errore, una cosa venuta male o per caso, ma quando presi coraggio e ne assaggiai uno non riuscirono più a trattenermi dal mangiarli tutti.
Dal loro aspetto e dal loro sapore deriva appunto il loro nome: Brutti ma Buoni, o in Piemontese Brut ma Bon!
Nonostante non si conoscano le origini precise dei Brutti ma Buoni posso testimoniare quanto questa ricetta nel Piemonte e in particolare nel Monferrato sia radicata. Parlo del Monferrato non perchè intenda dire che qui siano più diffusi del resto del Piemonte, ma semplicemente perchè essendo nata e vissuta nel Monferrato posso meglio dare un giudizio effettivo della diffusione in quest'ultimo. Nella mia zona ogni nonna, o bisnonna che sia, sa preparare questa squisitezza ed è quasi impossibile entrando in una panetteria o in una pasticceria non scorgerli tra gli altri dolciumi sul bancone,in posizione di prestigio e per di più in ogni stagione dell'anno.
Non c'è da stupirsi qundi che un ospite Piemontese invitato a casa vostra porti in dono un cabaret di paste dolci in cui tra le altre varietà compaiano i Brutti ma Buoni. C'è però da meravigliarsi di come così pochi e semplici ingredienti diano vita ad un biscotto cosi gustoso.
Naturalmente ciò che occorre per preparare questa ricetta è senza dubbio un altra volta la Nocciola Piemonte IGP.
Questo dolce ha una consistenza ed un gusto molto particolare e si presta molto bene ad essere servito come biscotto da the' o altrimenti accompagnato da vini dolci, come il Moscato d' Asti o il Brachetto d' Acqui.
Ingredienti:
300 gr nocciole (il peso è inteso senza guscio)
300 gr zucchero a velo
5 albumi
burro per ungere la teglia
Preparazione:
Sgusciate le nocciole e tostatele nel forno, sfogliatele dalle pellicine e tritatele in maniera grossolana, se lo avete è da preferire l'uso del mortaio.
In una casseruola ampia montare a neve molto ferma gli albumi, incorporate delicatamente le nocciole e lo zucchero a velo.
Ponete la casseruola su fuoco basso e mescolate per amalgamare bene il composto.
Disponete sulla teglia imburrata mucchietti di impasto ben distanziati tra loro e senza badare alla forma o alla bellezza.
ponete in forno preriscaldato a 150°C per circa 25 minuti.
Buon appetito! Non sempre l'occhio vuole la sua parte.
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