Archivio Storico 2011-2017

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Tortellini di Valeggio

21 Aprile 2011
la leggenda del Nodo D'amore
Quella che oggi vi voglio raccontare è la romantica storia di un grande amore che dà origine ad una bella festa, ed a un buonissimo piatto, principe della cucina locale.

Siamo sul finire del Trecento, quando il signore di Milano Giangaleazzo Visconti, “Conte di Virtù”, raggiunge le sponde del Mincio e vi si stabilisce con la truppa per predisporre un piano militare per debellare i nemici.
Una sera, davanti al falò, il buffone Gonnella, per intrattenere i soldati, racconta una leggenda, secondo la quale il fiume sarebbe stato popolato da bellissime ninfe che, a volte, uscivano sulle rive per danzare, ma una maledizione le trasformava subito in orribili streghe.
Alla fine del racconto i soldati cadono addormentati, e dal fiume escono le streghe, che si aggirano furtive tra le truppe. Soltanto Malco, il loro valente Capitano, destatosi, le affronta a viso aperto ed esse, vedendosi scoperte, si rituffano nelle acque. Una di loro, nel tentativo di scappare, perde il mantello e si rivela una meravigliosa ninfa.
La breve notte basta a far scoccare il colpo di fulmine tra i due e, all'alba, gli amanti si giurano amore e fedeltà eterni. Silvia, la ninfa, deve però far ritorno nel fiume e, come pegno d'amore, lascia al suo Malco un fazzoletto annodato.
Il giorno successivo, alla corte del Conte di Virtù, si svolgono danze in onore degli ospiti, con meravigliose fanciulle e Malco, incredulo, individua tra le ballerine la sua Silvia, che l'amore aveva spinto ad assumere fattezze umane per tentare la ricerca del Capitano che aveva infiammato il suo cuore.
I due si lanciano sguardi colmi d'amore, che fanno ardere di gelosia Isabella, nobile dama cugina del Conte, da sempre animata da passione, non ricambiata, nei confronti di Malco, al punto che ella chiede al Conte di far arrestare la bella Ninfa. Il Capitano, per salvarla, si frappone tra lei e le guardie, consentendole di fuggire verso il fiume.
Arrestato, viene raggiunto in cella da Silvia, che ricompare per cercare di salvare l'amato e gli propone l'unica via di salvezza: non sulla terra, dove avrebbero incontrato ostacoli insormontabili, ma nelle acque, dove sarebbero stati liberi di vivere il loro amore.
Malco accetta e, nel calarsi nelle acque del fiume, lascia cadere sulle sponde il fazzoletto di seta dorata, simbolicamente annodato dai due innamorati come emblema della loro unione.
Il fazzoletto viene ritrovato dal Conte di Virtù che, nel frattempo, era stato convinto da Isabella, resasi conto della sua impotenza di fronte all'invincibile amore e rassegnatasi alla sconfitta, a lasciar andare i due amanti.

Ancora oggi si narra che le fanciulle del tempo, nei giorni di festa, tiravano una sfoglia sottile come la seta, annodata come il fazzoletto d'oro ed arricchita con un tenero ripieno per ricordare la bellissima fiaba.
E fu così che nacque il Tortellino di Valeggio.

Ora la ricetta, “rubata” ad un' abile massaia, anche se poi, ogni famiglia, ha la propria versione:

Ingredienti:

700 grammi di farina 00
200 grammi di carne di maiale
200 grammi di carne di manzo
200 grammi di carne di pollo
100 grammi di parmigiano
100 grammi di prosciutto crudo
50 grammi di pane grattugiato
4 uova
sale
pepe
rosmarino
1 cipolla
olio d'oliva
acqua

Preparazione:

Per il ripieno fate cuocere le carni tritate di manzo, maiale e pollo, unitamente alla cipolla sminuzzata, all'olio d'oliva, a sale, pepe e rosmarino.
Lasciate raffreddare e poi passate il tutto nel frullatore assieme a prosciutto crudo, parmigiano, pane grattugiato e tuorlo d'uovo. Con l'impasto ottenuto formate una palla consistente che metterete a riposare in frigorifero.
Ora tocca alla pasta.
Disponete sopra una spianatoia la farina a fontana ed amalgamatela alle 3 uova, al sale ed a mezzo bicchiere d'acqua. Lavorate a lungo l'impasto formando una palla, stendetela con il mattarello in una sfoglia sottile e dividetela in tanti riquadri di 4/5 cm di lato.
All'interno di ognuno posizionate una presa di ripieno e richiudetelo abilmente ripiegando prima la pasta in diagonale su se stessa e poi unendo mediante sormonto i due estremi.
Magicamente, alla fine dell'operazione, sarà nato il tortellino, che dovrà avere un piccolo foro centrale.
Lasciateli poi riposare su tovaglia o supporto areato.
La ricetta classica prevede che vengano lessati nel brodo, un'alternativa è il condimento con burro e salvia oppure con panna. Un'abbondante spolverata di parmigiano ne esalterà appieno il sapore, consolidandone l'aromaticità.

Va da sè che il vino da accompagnare dipenderà dal condimento utilizzato. In linea generale, per le paste ripiene in brodo di carne (tortellini, ravioli di carne) sono consigliabili dei rossi leggeri e sapidi, anche leggermente mossi, oppure dei vini bianchi corposi. In onore alla territorialità, qui vengono spesso proposte con Bardolino Chiaretto DOC oppure con Custoza DOC.

Per ricordare la leggenda di Silvia e Malco e rinnovare la loro romantica storia d'amore, ogni anno, a metà giugno, sul Ponte Visconteo, situato nel territorio di Valeggio sul Mincio e comunemente chiamato pontelongo nel dialetto locale, che incombe sul magnifico scorcio di Borghetto, viene celebrata una magica e suggestiva festa.
Qualche numero: la tavolata allestita per l'occasione è lunga quanto il ponte (650 metri, largo circa 21 m) ed ospita all'incirca 4000 persone, quasi una trentina sono i ristoranti coinvolti, centinaia tra cuochi e camerieri impegnati a preparare, cuocere e servire 600mila tortellini, realizzati a mano, uno ad uno con 500 kg di grana, 10mila uova e 8 quintali di farina.
Schiere di sommeliers innaffiano le pietanze con prosecco, custoza e bardolino.
E tra balli, spettacoli e sfilate evocative in tradizionale costume medievale, la serata scorre fino agli spettacolari fuochi d'artificio di mezzanotte.

Lode al fazzoletto annodato!
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