Per inaugurare una rubrica dedicata ai sapori tradizionali del Veneto non potevo capitare in periodo migliore.
Quale momento più adatto per parlarvi dei crostoli (o grostoli, galani, cenci, lagane, chiacchiere, bugie, frappe,...) e per iniziare ad affrontare usanze ed abitudini alimentari di una regione che vanta il Carnevale di Venezia tra le feste più famose al mondo?
La grande quantità di fiere, sagre, feste ed eventi presenti durante l'anno in tutta la regione aiuta certamente a comprendere quanto la festa sia sentita e vissuta dai veneti ed il Carnevale è quella maggiormente rappresentativa: si pensi al Carnevale di Sappada od al veronese San Zeno, oltre al famosissimo Carnevale di Venezia.
Maschere e frittelle: nel gioco delle associazioni queste sarebbero sicuramente le prime cose a venire in mente pensando a questo coloratissimo, chiassoso e goloso periodo dell'anno.
A Venezia, già dal '300, l'uso delle maschere era piuttosto comune e non limitato al solo Carnevale: venivano utilizzate spesso per attività non particolarmente nobili, per esempio per proteggere la propria identità nell'infrangere indisturbati qualche legge o compiere qualche mascalzonata.
E' per questo motivo che ad un certo punto si ritenne necessario limitarne l'uso fino ad arrivare al decreto che nel 1608 consentiva di indossarle solo durante il Carnevale.
Nel calendario questa festività succede all' Epifania e precede la Quaresima: essendo quest'ultima un periodo caratterizzato da digiuno e penitenza, il Carnevale è diventato presto momento per divertirsi ed abbuffarsi di ogni leccornia, dedicandosi anche al consumo di pietanze particolarmente grasse (e grassi furono denominati anche, a partire sempre dal Medioevo, il giovedì ed il martedì prima delle Ceneri, giorni in cui venivano realizzati veri e propri banchetti luculliani).
Per quanto riguarda i crostoli sembra si debba risalire fino ai Romani per trovarne i primi antenati: durante il periodo primaverile pare fossero soliti preparare dei dolci molto simili con l'impasto delle lasagne (da qui probabilmente l'origine di uno dei termini usati, lagane), fritti nel grasso di maiale e successivamente zuccherati.
Nonostante i moltissimi nomi con cui nella regione ed in generale in tutta Italia ci si riferisce a questi dolci, c'è comunque una leggera differenza tra galani e crostoli.
I galani sono tipici di Venezia città, sono sottili e friabilissimi ed hanno forma a nastro (galan, appunto): i crostoli, legati invece più alla terraferma veneziana, sono tendenzialmente rettangolari e la pasta resta meno friabile ed un po' più spessa.
La ricetta dei crostoli che troverete di seguito è quella realizzata per una vita da nonna e prima di lei dalla mia bisnonna: è per questo che la mia preferenza ricade proprio su di loro.
Se invece preferite realizzare i galani, leggeri come deliziose e friabilissime nuvolette, basta semplicemente tirare la sfoglia più sottile, come fosse un velo.
Le dosi, come spesso accade con le ricette tramandate dalle nonne, sono a cucchiai e bicchieri: li ho pesati per darvi l'equivalente in grammi.
CROSTOLI
Ingredienti (per parecchi crostoli, soprattutto se li tirate belli sottili. Vi consiglierei di dimezzare le dosi)
7 cucchiai colmi di zucchero (circa 150 gr)
1 bicchierino di grappa (circa 30 gr)
1 bicchiere di latte (circa 150 gr)
50 gr di burro morbido
scorza di 1 limone
2 uova
1 pizzicotto di sale
farina q.b (quanta ne prende la pasta per arrivare ad un composto della consistenza della pasta all'uovo, o leggermente più soffice)
olio di semi di girasole per friggere
zucchero a velo per spolverizzare
Preparazione
Unite tutti gli ingredienti pesati in una ciotola, poi iniziate ad aggiungere farina finché otterrete un impasto dalla consistenza simile a quello della pasta all'uovo.
Coprite a campana con una ciotola e lasciate riposare una ventina di minuti.
Io i crostoli li stendo con la macchinetta della pasta, perché devono diventare sottili come un velo, ma se non l'avete stendete più sottile che potete col mattarello.
Portate l'olio a temperatura (180°) e friggete pochi pezzi alla volta, per non far scendere la temperatura e riuscire a gestire bene la frittura.
I crostoli sono molto sottili e se non seguiti a dovere si rischia di bruciarli: non esagerate cuocendo molti pezzi insieme, armatevi di pazienza e friggete un po' alla volta.
Fateli scolare per bene su carta assorbente, poi una volta freddi spolverizzateli di zucchero a velo.
x5
Crostoli: i dolci del carnevale di Venezia
La vera tradizione veneta: i fritti della bisnonna
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Papille gustative