Archivio Storico 2011-2017

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Un carosello di tipicità che fa grande l’Italia!

31 Ottobre 2013
Lampascioni al forno
L’autunno è un periodo denso di appuntamenti enogastronomici; qualche giorno fa ho avuto modo di visitarne uno, la Fiera Internazionale dei sapori che si svolge annualmente a Cesano Maderno (MB). Vi hanno partecipato oltre centonovanta espositori provenienti da paesi europei, extraeuropei, e da molte regioni italiane. Prima di addentrarmi negli stand ho avuto modo di ascoltare e di apprezzare le parole del sindaco Pietro Luigi Ponti : "Solo facendo rete si vince". Nulla di più vero.

Devo ammettere che tra i tanti banchi ho visto tanto e di tutto, forse troppo. Una maggiore selezione sulla qualità credo che gioverebbe sia alla fama della fiera, sia a chi realmente garantisce con i suoi prodotti reale espressione del territorio. Faccio questa premessa perché ho trovato diversi espositori impreparati alle mie domande, e questo la dice lunga sulla provenienza di ciò che esponevano.

Ho fatto questa piccola precisazione solo per far capire a chi si approccia alle fiere, che essere curiosi ponendo qualche domanda in più, permette di essere un pochino più sicuri su ciò che si acquista. In tutti i casi, comunque, ho apprezzato tipicità che già conoscevo, e altre che non avevo ancora avuto modo di incontrare.

E’ stagione di funghi e di tartufi, ma anche di un vegetale ai più sconosciuto, parlo del Lambascione; l’ho ritrovato in uno stand dedicato ai prodotti Pugliesi.Nonostante il suo nome dialettale riconduca spesso all’abitudine di dare dell’ottuso a qualcuno, le sue proprietà culinarie e medicinali smentiscono qualsiasi riferimento legato a questa consuetudine.

Questo vegetale, coltivato quasi esclusivamente nelle regioni meridionali, per poter essere raccolto ha bisogno di almeno quattro anni di crescita. Oltre a contribuire ad abbassare i grassi e gli zuccheri nel sangue, ha proprietà antinfiammatorie e lassative.

Ho saputo da Antonio,un albergatore di Sternatia nel cuore del Salento, che in questa zona prevale la denominazione con la "P" ossia "lampascioni”, la "B" nel mezzo è più una cadenza ritrovabile nel dialetto barese. Mi ha consigliato di assaggiarli secondo una ricetta tipica che prevede che siano arrostiti sotto la brace, per poi, dopo averli fatti riposare un giorno, conditi con olio di oliva e peperoncino.

Mio padre li apprezzava molto cotti al forno, ma solo dopo aver tolto loro l’amaro. Ora vi do la ricetta spiegandovi come fare.

“Lampascioni al forno”

-Iniziare col pulire i lampascioni privandoli del rivestimento esterno.

-Quindi procedere tenendoli a bagno in acqua per circa sei ore, in modo tale da far perder loro un po’ del sapore amarognolo.

-Scolarli, asciugarli, e inciderli alla base con un taglio a croce.

-Infine disporli su una teglia unta e passarli al forno cuocendoli a 180’ per circa mezz’ora.

-Condirli con olio d’oliva, quello buono, aggiungendo sale, aglio e peperoncino.

Buon appetito!
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