Archivio Storico 2011-2017

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Una Lacrima sul... vino

14 Settembre 2011
l'autoctono di Morro d'Alba
No, non è tempo di piangere! Via quei fazzoletti!!
Né tantomeno è nostra intenzione scomodare i trascorsi sanremesi di Bobby Solo.
Ci occupiamo di un vitigno italiano a bacca rossa, conosciuto come Lacrima, autoctono di Morro d'Alba.
Non tragga in inganno il nome del paese d'origine: le colline langarole della provincia di Cuneo sono lontane. Morro d'Alba occupa una piccola zona dell'anconetano, a ridosso del corso dell'Esino, fiume che nasce sull'appennino marchigiano e sfocia presso Ancona.

Il vino qui prodotto ha origini antichissime: nel XII secolo, mentre cingeva d'assedio il capoluogo marchigiano in una delle sue scorrerie, Federico Barbarossa amava pasteggiare con questo vino. Le uve venivano coltivate 'maritate', alla maniera etrusca: i filari si sostenevano ad alberi di acero o di olmo e non, come nella viticoltura moderna, a pali di legno o metallo.

Da dove deriva il particolare nome? Il grappolo è a forma di goccia, una sorta di lacrima appunto. Ma un'ipotesi alternativa chiama in causa le stille di succo che fuoriescono dalla buccia lacerata a maturazione completata, quasi avvenisse il pianto degli acini.

Benchè l'etimo del nome possa confondere, non vi è alcuna attinenza con il Lacryma Christi che si produce sulle pendici del Vesuvio e da tutt'altre uve. Le ricerche genetiche sulla varietà identificano invece una certa similitudine con l'Aleatico elbano.

E' un vino davvero peculiare, al naso e al gusto: se lo provate, non lo dimenticate.
Alla stappatura si è investiti da un intenso aroma floreale di rosa e di viola; una sensazione simile la si prova in profumeria, al cospetto di essenze concentrate liberate nell'aria. A differenza di molti altri rossi, all'assaggio ritorna la nota floreale accompagnata da sentori fruttati oltremodo marcati, tali da farlo amare o odiare. E' beverino, di medio corpo e predilige temperature di servizio più basse di quella ambiente, alla quale siamo abituati degustare i rossi. L'affinamento si svolge esclusivamente in contenitori d'acciaio: il ricorso all'invecchiamento in botti di legno costituirebbe un assoluto nonsense in un vino che fa dell'immediatezza olfattiva e gustativa il suo punto di forza.

All'abbinamento, si sposa divinamente con alcuni salumi tipici locali e si associa bene anche a primi piatti con sughi rossi. Ma nulla ci impedisce di accompagnarlo a piatti marinari leggeri.
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