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Parola d’ordine: osare, nel nome e nel metodo

21 Marzo 2015

Perchè life is a bubble! Il .G delle Vigne di Alice

Direi che questa parola sia sufficiente per descrivere, d’un botto, il Prosecco Conegliano Valdobbiadene DOCG prodotto con il metodo classico da Cinzia Canzian e Pier Francesca Bonicelli, mente e mano de Le Vigne di Alice e che si chiama  .G.

Già, nella dizione proprio il punto che tutte le donne si ostinano a cercare, e i loro uomini ancor di più! Ma si tratta solo di una provocazione “gentile” e scherzosa, un po’ irriverente forse, ma di grande effetto. Questo per quanto riguarda il nome.

Anche il metodo è una sfida: il metodo classico per ottenere un Prosecco da uve Glera e quindi un procedimento lungo che si discosta completamente dall’immagine del Prosecco “prêt-à-boir” di concezione radicata.

Nella prima fermentazione circa il 20% delle uve viene messo in tina grande, il resto in acciaio senza controllo delle temperature.

Vengono effettuati assemblaggio e aggiunta della liqueur de tirage nella primavera successiva alla vendemmia.

Subito dopo imbottigliamento e riposto sugli lieviti per 24 mesi.

Insomma un metodo classico di tutto rispetto.

La complessità si fa sentire sia al naso che all’assaggio.

Non ci si accontenta dei sentori e aromi di pesca e mela, si va oltre con precise note di frutta secca e di macchia mediterranea.

Al palato è rotondo, pieno, con un sorso accattivante e molto godibile.

La mela renetta si rivela appieno, seguita da uno spunto di mandorla e a un piccolo accenno di salvia a chiudere.

Persistenza magica che immerge il momento in un piacere lunghissimo.

Ed è quello che ci aspettiamo da un  .G.

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