Archivio Storico 2011-2017

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Un sorso di... paglia

26 Luglio 2011
Vini particolari dei cugini d'oltralpe
Non temete: il caldo non ci ha dato alla testa. Né siamo stati colpiti da un fulmine durante uno dei temporali estivi.
Non si vuole in alcun modo farvi assaggiare i cascami della trebbiatura...

Si parla dei vins de paille (o vins paillés), i vini di paglia, appartenenti alla tipologia dei Vins Liquoreux, che in Francia si riferisce ai vini dotati di un residuo zuccherino molto alto.
Questi prodotti sono ottenuti a partire da una tecnica ancora praticata in diverse regioni vitivinicole d'oltralpe, di cui la principale è il Jura.
Il nome, più che alle note cromatiche, si deve al metodo di produzione: dopo un'accurata cernita, le uve migliori devono infatti appassire su graticci di paglia, per almeno sei settimane in locali aerati ma non riscaldati artificialmente. Dopo la pressatura, i mosti ottenuti sono molto ricchi in zucchero, spesso più di trecento grammi per litro. Si innesca una fermentazione lenta, condotta fino ad ottenere un titolo alcolometrico tra il 14 e il 18%, a seconda delle stagioni. L'invecchiamento dura almeno tre anni in piccole botti per consentire lo sviluppo degli aromi. L'imbottigliamento prevede la mezza bottiglia da 0.375 litri (da mezzo litro per i vini di Corrèze).
Il vitigno più utilizzato nel Jura è il Savagnin, che è in pratica il Tramin non aromatico. Possibile trovare lo Chardonnay e il Poulsard.
I vins paillés non sono esclusivi del Giura, anche se questa regione detiene il primato produttivo. Altro vino di paglia lo troviamo a Corrèze, nella regione del Limousin, dove un manipolo di viticultori in una piccola zona sul corso della Dordogna utilizza la tecnica dell'appassimento. Utilizzando, a sorpresa, varietà importanti come Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon per i rossi, Chardonnay e Sauvignon Blanc per i bianchi.
E ancora, Tain-l'Hermitage è un comune situato nella regione Rhône-Alpes, non lontano da Lione, ai piedi della collina dell'Hermitage, luogo storico per i vignaioli della Côte du Rhône. Qui, dal 1985 è ripartita la 'vinificazione in paglia', utilizzando le uve Marsanne e Roussanne, provenienti da vigne molto vecchie.
Accanto alla tradizione, ci sono anche le new entries: La Cuvée Vieil Or proveniente dalla cantina di Beaumont-du-Ventoux ha visto la luce nel 2000, riprendendo un'antica ricetta provenzale. I vitigni? Grenache e Clairette, asciugati per mesi dal soffio del Mistral e pressati a fine dicembre.
Infine, in Francia, si producono vins paillés persino in Corsica, nel Cap Corse.

I vini di paglia non vedono la luce ogni anno, dato che è indispensabile che le uve raccolte risultino perfettamente sane e del tutto passite. Rappresentano prodotti di grande invecchiamento, in grado di conservarsi per più d'un decennio.
Esibiscono una veste cromatica sontuosa, con sfumature da dorate ad ambrate. Il naso è ricco di confettura di frutta, prugne, fichi, miele, caramello e agrumi canditi; non mancano note di fiori bianchi. Il carattere è dolce, molto dolce, ma di grande finezza.
Si bevono molto freschi (tra 6 e 8°C) o appena più caldi e possono fungere sia da aperitivi che da vini da dessert. Si abbinano con armonia al foie gras oppure a dolci di frutta secca o cioccolato.
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