E’ vero, non abbiamo avuto un’estate calda, per nulla. Quindi il desiderio di ghiacciare qualcosa (a parte la testa di chi ha partecipato all’IceBucket Challenge) è rimasto solo un miraggio.
Estate e caldo a parte, c’è un vino che non va MAI bevuto ghiacciato: è lo champagne.
Il freddo inibisce i profumi, i sapori, le sfumature, gli aromi, i toni e la voglia!
Forse i bevitori meno attenti e avvezzi a consumare champagne possono considerare ideale questa soluzione ma, chi ama davvero le bollicine (il metodo classico), non permette mai che il vino in questione abbia una temperatura inferiore agli 8°C.
E questo per quanto riguarda le cuvée non-vintage (NV), ossia quelle senza millesimo.
Per i millesimati e per le “cuvée de prestige” la temperatura dovrebbe essere compresa fra i 10-12°C.
Anzi, dirò di più.
Ho avuto la fortuna di partecipare ad una degustazione verticale di Veuve Clicquot Cave Privée con annate dal 1990, indietro sino al 1978 servite in Magnum e Jéroboam, un’autentica chicca per pochi appassionati.
Lo Chef de Cave e direttore della Maison, Dominique Demarville, durante l’assaggio, spiegava che questi champagne così rari e preziosi, avrebbero dovuti essere bevuti ad una temperatura fra i 14-16°C.
Parimenti lo Chef de Cave di DomPérignon, Richard Geoffroy, dopo un attento studio fatto di osservazioni ed assaggi, è arrivato alla conclusione che la temperatura ideale per servire questo champagne sia di 12°C.
Quando uno champagne è ben fatto e affinato per lungo tempo, magari in botti o in barriques, è prima di tutto un grande vino, e, come tale, la temperatura più calda ne esalta il profumo e il gusto riuscendo ad aprire un ventaglio completo di sfumature altrimenti non percepibili.
E noi il piacere lo vogliamo sentire dall’inizio alla fine.