Archivio Storico 2011-2017

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CIAK, si beve! Montrachet

12 Luglio 2011
La finestra sul cortile, di Alfred Hitchcock.
Il fotoreporter Jeffries (James Stewart) è costretto in poltrona da un'ingessatura alla gamba. Per ingannare la noia, passa il tempo affacciato alla finestra ad osservare la vita scorrere ordinaria dietro alle finestre affacciate sul cortile.
La sua fidanzata, Lisa Carol Freemont (la meravigliosa Grace Kelly), una uptown girl 'che non porta mai due volte lo stesso vestito', lo raggiunge e, per confortarlo, gli porta una bottiglia di vino.

Montrachet!

Lasciando per un attimo da parte la maestria del genio del brivido, concentriamoci su questo importante nome della vitivinicoltura francese.
Siamo in Borgogna, nella Côte de Beaune, la parte più meridionale della Côte d'Or. E' la terra dei grandi Chardonnay, unico vitigno a bacca bianca coltivato.
Montrachet indica sia l'Appellation che il vigneto grand cru forse più famoso al mondo. Per capire l'importanza storica ed economica di questo appezzamento di terra, basti dire che il suo nome è stato aggiunto come suffisso ai comuni della zona: Puligny e Chassagne si possono pertanto chiamare Puligny-Montrachet e Chassagne-Montrachet.

Il nome deriva dal vicino monte Rachat; il terreno qui è ricco di calcare e ciotoli, ideali per trattenere il calore solare di giorno e di cederlo lentamente di notte.

Ciò che caratterizza il vigneto è l'estrema parcellizzazione, tratto comune delle terre borgognone: la Chiesa e i monasteri, che avevano avuto un ruolo fondamentale nella produzione vitivinicola, con la Rivoluzione si videro confiscare la terra, poi organizzata in piccoli lotti da spartire tra i contadini. Negli anni si è assistito ad un'ulteriore frantumazione con le divisioni ereditarie dei vari produttori. Le tenute private hanno pertanto piccola estensione, al massimo qualche ettaro.

Il territorio comunale di Puligny prevede 4 vigneti Grand Cru (metà del mitologico Le Montrachet e di Batard-Montrachet, poi Bienvenues-Batard-Montrachet e Chevalier-Montrachet), mentre a Chassagne ci sono 3 Grand Cru (l'altra metà di Montrachet e di Batard-Montrachet e Criots-Batard-Montrachet).

I vini di Chassagne sono in genere più corposi e con note minerali più marcate rispetto a quelli di Puligny, che esibiscono un'eleganza probabilmente inarrivabile, unita ad una spiccata longevità, che può davvero durare decenni. I colori, dal giallo dorato all'ambrato, si accompagnano a sentori sempre più evoluti e complessi: non è raro, in un calice di questi Chardonnay, percepire profumi di burro e croissant, frutta matura e passita, miele, mandorle e spezie. La salinità è decisa, l'acidità non si esaurisce mai, spesso la chiusura è amarognola di mandorla. Se lo si sa aspettare, questo vino è fonte di emozioni indimenticabili.

Quanto al costo, si è in presenza di alcuni dei più esclusivi vini bianchi del pianeta, che superano sovente le diverse centinaia di euro a bottiglia.

In chiusura, per i cinefili incalliti, propongo un quiz: ditemi di che colore è il vino che la divina Lisa versa nei bicchieri per sé e per Jeff. La risposta è tutt'altro che semplice.
primi sui motori con e-max.it
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