La Campania, come quasi tutte le regioni d'Italia, ha svolto un ruolo di primo piano nello sviluppo della viticoltura e dell'enologia mondiale. Infatti attualmente la regione vanta 20 vini DOC e 3 DOCG.
La vite venne introdotta in Campania dai Greci e già nell'antichità si producevano vini molto apprezzati, numerosi dipinti rinvenuti tra gli scavi archeologici di Pompei testimoniano la presenza di uve e di vino nelle mense quotidiane e grandi poeti come Orazio ne hanno cantato il loro valore.
La Campania dunque è sempre stata uno dei più importanti insediamenti di coltivazione e diffusione della vite e del vino, questo soprattutto grazie alla formazione fisica del territorio, suddiviso in aree montuose, colline costiere e sistemi vulcanici che hanno consentito la coltivazione di vitigni variegati e autoctoni.
Tra i 20 vini DOC attualmente riconosciuti in Campania vi è il Lacryma Christi, un vino prodotto principalmente nelle zone di Ercolano, Torre del Greco, Boscoreale ed altri comuni ai piedi del Vesuvio, denominato infatti anche 'Vesuvio'.
Sulla denominazione Lacryma Christi esistono numerose storie e leggende, quella più citata è tratta da un'opera teatrale di Alfred Musset, 'Les caprices de Marianne'. In quest'opera ambientata a Napoli nel 1833, il poeta narra che Gesù, accortosi del furto di Lucifero, che allontanandosi aveva rubato un pezzo di paradiso per farne in terra il Golfo di Napoli, pianse a dirotto e dal suo pianto nacque la vite del Vesuvio.
Leggende a parte, il Lacryma Christi è un vino che ha mantenuto il segreto della sua produzione grazie ai monaci cappuccini che nell'anno 700 si insediarono nella Turris Octava (attuale Torre del Greco) e poi i Gesuiti consentirono la sua diffusione tra i territori situati alle pendici del vulcano, dove oggi ben 15 comuni lo producono.
Secondo le sottodenominazioni da uvaggi abbiamo:
IL VESUVIO ROSSO, con un colore rosso rubino, dal sapore secco e una gradazione alcolica intorno ai 10,5°.
Si ricava dall'uva piedirosso al 50% oppure uva sciascinoso e aglianico. Gli esperti consigliano un invecchiamento da 1 a 3 anni e lo indicano come particolarmente adatto a primi a base di ragù ed arrosti. Temperature di servizio 16/18°.
IL VESUVIO BIANCO, dal colore paglierino, sapore secco ed un po' acidulo, ha una gradazione intorno agli 11°.
Si ricava da uvaggi coda di volpe o verdeca con greco e falanghina al 20%.
Può essere spumante o liquoroso e richiede un invecchiamento di circa 12 mesi per lo spumante e 10 anni per il liquoroso.
Si abbina bene ad aperitivi, piatti di mare. Il liquoroso a dessert e formaggi. Temperature di servizio 10/12°, il liquoroso 16/18°.
IL VESUVIO ROSATO, ha un colore rosato, sapore armonico ed una gradazione intorno ai 10,5°, gli uvaggi sono gli stessi del rosso , vinificate in rosato, ha una gradazione intorno ai 12°, si consiglia un invecchiamento di 12/15 mesi e si abbina molto bene a fritture di pesce. Temperature di servizio 13/15°.
Per le schede tecniche guida ai vini d'italia GIUNTI/DEMETRA. edizione 2010
x5