Molti hanno cercato di arrogarsi il primato dell'attribuzione di tale definizione ad una certa categoria di vini che tanto ha fatto parlare di sé negli ultimi 40 anni.
Traduzione inglese di 'supertoscani', il termine era riservato, inizialmente, a quei vini, affacciatisi nel panorama internazionale a partire dagli anni Settanta, prodotti non secondo le tradizionali e severe regole di preparazione proprie delle denominazioni dei vini in Toscana, bensì, utilizzando altri tipi d'uva e diversi stili di vinificazione, al punto che, proprio per tali motivi, non potevano rientrare nella classificazione di prodotti D.O.C.G.
Il tutto ebbe origine quando Piero Antinori, la cui famiglia produceva vino da oltre seicento anni, decise di modificare la procedura di preparazione del Chianti ed eliminò le uve bianche, sostituendole con alcune varietà tipiche del taglio bordolese, come cabernet sauvignon e merlot.
L'ispirazione gli venne dall'allora poco noto cabernet sauvignon 'Sassicaia' che può esserne considerato il capostipite, anche se - per amor di precisione - ora è un 'ex', essendo stata creata una D.O.C. appositamente per lui.
Il risultato di questo esperimento venne chiamato 'Tignanello', dal nome della vigna, e questo segnò l'origine dei Super Tuscans, potendo essere considerato il prototipo di tanti grandi vini creati da uvaggio composto da Sangiovese e Cabernet Sauvignon, primo Sangiovese ad essere affinato in barrique, primo rosso moderno uvaggio di varietà non tradizionali, tra i primi rossi nel Chianti a non far ricorso ad uve bianche.
Dopo i pionieri, la produzione ha dilagato, ed hanno fatto seguito i vari 'Ornellaia', 'Grattamacco', 'Cà Marcanda', 'Guado al Tasso' nella D.O.C. BOLGHERI; mentre come TOSCANA I.G.T. o come semplice Vino da Tavola i vari 'Solaia', 'Le Pergole Torte', 'Lupicaia', 'Montevertine', 'Cepparello', 'Masseto', 'Flaccianello', 'Paleo Rosso','Percarlo', 'Redigaffi', 'Tenuta di Trinoro','Cabreo il Borgo', 'Camartina', 'Casalferro', 'Fontalloro', 'Guidalberto', 'Luce', 'L'Apparita', 'Suolo', '50&50 Avignonesi' (elenco tratto da 'Vino' a cura di Paolo della Rosa, Edizioni Garzanti).
Il proliferare di tali vini ha decretato, di fatto, la massima libertà nell'utilizzare vitigni non ammessi dalle D.O.C., ovvero, oltre a Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e, successivamente, Syrah e Chardonnay (che dà origine a vini bianchi, senz'altro non così interessanti come i precedenti).
Da quel momento le lavorazioni in vigna furono mirate ad ottenere bassissime rese per ettaro mentre le tecniche di vinificazione prevedevano, a differenza di quelle tradizionali, l'utilizzo della barrique.
Questi prodotti, proprio perchè ebbero l'ardire di sottrarsi alle rigide regole imposte per la classificazione D.O.C.G., vennero - in un primo momento - etichettati con la riduttiva denominazione di 'vini da tavola', termine teoricamente riservato a vini che rientravano in qualche modo negli standard toscani.
Solo più tardi, grazie a continue sperimentazioni, costituite da spasmodiche ricerche sia in vigna che in cantine di altissimo livello, sono stati ottenuti vini diventati presto prodotti di punta delle varie aziende i quali, scavalcando di gran lunga - in valore e nel prezzo - i prodotti D.O.C. e le relative 'riserve', sono svettati a ricoprire posizioni spesso ai vertici dell'enologia mondiale.
A quel punto, si è reso quasi inevitabile creare DOC AD HOC (permettete il gioco di parole.....non ho resistito!) ed ampliare i parametri dell'Indicazione Geografica, in modo da permettere la loro inclusione nel sistema ed un riconoscimento di qualità molto più elevato.
Ma come tutto ciò che si sottrae alle regole, e che per particolari abilità o per chissà quali strane congiunture ottiene un successo inaspettato e travolgente, i Supertuscans hanno attratto al contempo estimatori ma anche detrattori, che periodicamente ne decretavano la morte o quantomeno la grave malattia.
In realtà, tutt'ora essi si mantengono piuttosto in forma, a dimostrazione che spesso, ancor più del vitigno, è importante la capacità di far parlare di sé e di sedurre grazie ad un messaggio accattivante.
In ogni caso, non si può negare che questi vini sono riusciti a costruirsi – soprattutto negli anni ’80 e ’90 - una notevole fama ed un certo seguito, grazie alla loro spiccata identità ed al loro carattere ben riconoscibile. Ad essi va riconosciuto il merito di aver dato una buona spinta propulsiva a favore del rinnovamento dell'enologia toscana, verso una produzione vinicola di qualità, nonostante fosse stata per parecchio tempo imbrigliata da una legislazione restrittiva, penalizzante ed inadeguata.
Non solo: sulla loro tramatura sono stati prodotti in tutta Italia vini di altissimo livello, che sono rimasti fuori – senza per questo soffrire di alcun complesso di inferiorità - dalle relative D.O.C.
Come dire, non è tutto oro quello che luccica, ma anche ciò che, a prima vista, non luccica, magari potrebbe rivelarsi molto molto prezioso...
Per la foto n° 2 si ringrazia http://www.lavinium.com/italiano/super-tuscan.shtml
x5
I Supertuscans: genio e sregolatezza
ovvero quando le regole diventano un limite
Pubblicato in
Liquidi piaceri