Una degustazione di vini alsaziani non è mai banale.
Non è possibile che lo sia. I motivi sono vari.
Metti la particolarità storico-geografica del territorio, passato decine di volte dalla giurisdizione tedesca a quella francese e viceversa. Aggiungi la specificità delle AOC e dei vitigni utilizzati, la cui denominazione può – caso unico in Francia – comparire in etichetta. E vedi pure la produzione quasi esclusiva di vini bianchi da uve poco o per nulla utilizzate nel resto dell’Esagono.
Questo mix alchemico unico rende l’assaggio di un vin d’Alsace un’esperienza sempre emozionante.
E quando poi il maître de la soirée si chiama Luca Castelletti, beh…
Il primo appuntamento di una serie di grandi degustazioni francesi chiamate DEGUST…vede protagonisti una schiera di cinque vini alsaziani di più di vent’anni; si parla infatti dei lontani anni 1989 e 1985!
Come prevedibile quando ci si accosta a vini di questa età, seppur bianchi, le caratteristiche organolettiche gusto-olfattive e – perché no ? – visive, ci dicono che siamo al cospetto di vini evoluti.
Dimentichiamoci quindi i tenui colori giallo pastello, verdolini o paglierini che sia, caratteristici dei bianchi più giovani e di pronta beva: già alla mescita l’atmosfera è inondata da tonalità dorate di varia intensità. E l’effetto è sicuramente quello della promessa di un caldo abbraccio, che puntualmente arriverà al momento dell’olfazione e ancor più dell’assaggio gustativo.
Il Pinot Blanc Médaille d’Or 1989 (Az. Gruss) ci porta ai piedi dei Vosgi.
Si rimane sempre sbalorditi nel vedere come i grandi vini, nonostante oltre vent’anni d’età, riescano a mantenere una magnifica freschezza gustativa, accostata ad una bella mineralità.
Ed accanto a questi segnali di longevità e di grande spessore, veniamo affascinati da quei caratteri di notevole evoluzione che ricordano – mutatis mutandis – le note degustative maderizzate. I francesi usano l’espressione goût de rancio; non facciamoci però confondere dai giochi di parole: qui di “rancido” non c’è parvenza! Tutt’altro!!
Cultura del Vino significa curiosità. Ed ampiezza di orizzonti.
Non serve e non basta, per capirne di degustazioni e di denominazioni, assaggiare sempre e solo vini di alto lignaggio, vero o presunto che sia, sfuggendo con atteggiamento snobistico tutto ciò che non è ultranoto o griffato.
Parlando di Alsazia, chi di noi non ricorda esclusivamente i “pilastri della terra”, i Gewurztraminer, i Riesling e i Muscat?
Ma Luca ci vuole portare oltre le convenzioni. E ci accompagna alla scoperta di un vitigno meno famoso, servendoci un Pinot Auxerrois 1989 (Az. Scherb).
E qui, sebbene con tocchi più delicati e sfumati, veniamo introdotti alla nota speziata, che è ben percepibile, seppur di minor impatto rispetto ai Gewurztraminer successivi. Il vino mantiene delle proprietà di ottima longevità, con adeguate acidità e sapidità.
Il tourbillon della serata ci coglie però subito dopo: arriva nei bicchieri il Muscat d’Alsace Médaille d’Or 1989 (Az. Gruss)
Qui veniamo investiti da un profluvio di aromi!
Si inizia con una gamma di piante officinali di varia natura!
Quindi la menta!! Netta, pulita, franca!
E poi la foglia di geranio!! Quel tipico sentore vegetale, misto a terra fresca, che prorompe dai vasi di fiori sul balconi d’estate!
Vino proprio divertente, accattivante!
Il carattere spiccatamente vegetale persiste durante tutta la degustazione, anche quando il vino si scalda nel calice; ma non pensiamo alle note pungenti di alcuni Sauvignon Blanc o dei Cabernet: qui parliamo di un sentore “verde” caldo ed avvolgente, per nulla fastidioso.
E alla fine, arrivano le spezie!
Nel Gewurztraminer Médaille d’Or 1989 (Az. Scherb) e, ancora più intensamente, nel Gewurztraminer Vendange Tardive 1985 (Az. Gruss).
Gli aromi sono inconfondibili, decisamente aromatici, muschiati, speziati: l’apertura della Vendemmia Tardiva è di un inconfondibile e deciso aroma di tartufo. Più avanti compare una salamoia d’oliva. Come fare a restare calmi ed impassibili davanti a tali ondate sensoriali!?
In bocca il nettare è suadente, carezzevole, ma robusto, con una intensità aromatica equilibrata da una decisa freschezza e da una notevole pulizia. Il finale lungo e piacevolissimo: non si intravede, per moltissimo tempo, lo scemare della persistenza gusto-olfattiva.
Il tutto impreziosito dai piatti di accompagnamento, che ci raccontano un’altra faccia dell’Alsazia, quella dei piatti semplici ma estremamente gustosi: una sontuosa e fragrante quiche e un bis di preparazioni di fois gras da urlo!
Che serata!!
Alla prossima!
Stay tuned…
Francesco Pattarino
Degustatore Ufficiale AIS
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