Il vino nelle anfore pare sia diventato una moda.

Ne ho degustati diversi, ma ben pochi hanno lasciato in me un ricordo indelebile. Poi, quest'anno, a Vinitaly, ho "incontrato" le gentildonne di Faenza.

Basta già il nome, Faenza, a evocare una sapiente lavorazione della terracotta e delle ceramiche, che ha origini antichissime in questo angolo meraviglioso di Romagna. Tenuta Masselina, piccola realtà collinare, che vanta vigneti di Trebbiano che hanno oltre quarant'anni, ha selezionato le uve migliori, con raccolta manuale, le ha vinificate e affinate in anfore di terracotta prodotte artigianalmente con le argille di Faenza.

Nelle anfore avviene la fermentazione alcolica, poi, dopo circa un mese, il mosto viene separato dalle vinacce e rimesso per circa tre mesi nelle anfore, dove viene svolta la malolattica. Dopo questo passaggio, il vino viene trasferito per un breve periodo in legno, ad affinarsi, per poi essere imbottigliato, e riposare altri 5 mesi prima di essere offerto al consumatore.

Ma non basta: Tenuta Masselina ha impreziosito le bottiglie con medaglioni in ceramica faentina dipinti a mano e firmati dall'autore, che ritraggono Bella T, Lucia B, Antila, Soria, Maria B, Diana B... Sono i volti cinquecenteschi che campeggiano sulle più famose maioliche faentine e ritraggono nobildonne dell'epoca alle quali i preziosi manufatti erano dedicati.

Il vino è molto complesso già al naso, con sentori di frutta gialla, pesca, miele, agrumi, e un inconfondibile tono iodato, quasi di pietra focaia. Alla bocca si ritrova subito la sensazione di salsedine, che sostiene la freschezza e la mineralità di un vino che si rivela sontuoso, rotondo, pieno, molto strutturato, direi opulento.

Un vino che mi ha stupita ed affascinata, dalla sua veste esteriore alla sua anima antica e profonda.
Un vino da tenere d'occhio, perchè farà parlare di sè...