L’Incrocio Manzoni, un vino bianco autoctono della provincia di Treviso che il Prof. Luigi Manzoni, noto enologo di Conegliano, ha ottenuto fecondando dei fiori di Riesling con del polline di Pinot Bianco. I numeri stanno a indicare il filare e la posizione della pianta.

Fu Cristina Garetto dell’Azienda Agricola Cecchetto di Tezze di Piave a Treviso ad accennarmi di lui e dei suoi famosi incroci. Seppi che era stato seppellito nel cimitero di Lorenzaga di Motta di Livenza, mia terra d’origine e decisi di cercarlo. Volevo avere quell’unico contatto possibile, come d’abitudine faccio, prima di scrivere sulle persone. Lo trovai dopo aver girovagato nel cimitero di famiglia sempre aperto.Guardando la foto vidi uno sguardo fiero e orgoglioso che non mi stupì.

Preside della Scuola Enologica di Conegliano, divenne famoso ricercatore sperimentando nel corso degli anni ‘20 - ’30 incroci di vitigni nelle proprietà della Famiglia Collalto. Documentò i suoi studi con una settantina di pubblicazioni. A felice testimonianza dei suoi incroci abbiamo il vitigno più interessante, l’Incrocio Manzoni 6.0.13.

La Scuola Enologica di Conegliano ha voluto recentemente riordinare il congruo materiale del Manzoni presente nel suo Reparto di Scienze. Pensate che sono riusciti ad assemblare da un suo geniale progetto una particolare fotocamera a banco ottico in legno, che, collegata ad un microscopio, veniva utilizzata per le microfotografie scientifiche. Queste fotografie ottenute dal Manzoni in laboratorio dopo giorni e giorni di meticolosi tentativi, sono considerate a tutt’oggi insuperate, e questo la dice lunga.

Nel leggere i suoi scritti scaturiva la personalità di un uomo caparbiamente determinato nel raggiungere i propri obbiettivi. Devo ammettere che in questo mi sono rispecchiata molto in lui. Grazie alla sua ricca documentazione ora posso dire di averlo conosciuto, perché ci sono tanti modi di conoscere le persone. Sono convinta che scrivere le proprie idee, i propri progetti, e le proprie emozioni, dia in dono un pizzico d’immortalità.

per la foto si ringrazia www.fisarcatania.it