“Le vigne più belle sono quelle dove le viti mancanti sono più numerose dei ceppi produttivi, dove l’erba è alta quasi come un uomo e nel prato vivono più insetti e fiori che stelle brillanti in cielo. La vite è prostrata per l’età veneranda e i suoi piccoli grappoli sono quanti le dita di una mano, ma per quel vino che nascerà non si troveranno mai le giuste parole per magnificare la sua bontà”. Giorgio Erioli
Un pomeriggio tra amici in un posto speciale: un invito a mangiare pane, salame, lardo, culatello, parmigiano, a casa di un produttore dei Colli Bolognesi, Giorgio Erioli. Ma la cosa più interessante, al di là del cibo, e vero obiettivo della giornata, la degustazione dell’intera gamma dei vini, ascoltando i suoi racconti di contadino, produttore e studioso di vitigni autoctoni.
Dal 1933 la famiglia di Giorgio produce vini al Podere Malvezza, tre soli ettari che cura e tratta come fossero i suoi figli, con amore, passione, dedizione e studiando modi e metodi per la valorizzazione del suo vigneto. Il lavoro di Giorgio non è solo quello di fare vino, ma di proporre piccole perle di gusto che, a mio avviso, servono per far avvicinare appassionati di vino ad un territorio poco conosciuto come quello dei Colli Bolognesi.
Perché i suoi vini rappresentano la zona in maniera particolare, sono il risultato di un attento lavoro di ricerca, selezione di vitigni, volontà di fare un prodotto caratterizzato, un cru di zona, distinguibile ed unico.
All’incontro hanno partecipato amici, ristoratori, appassionati, sommelier ed è stata una vera festa e una scoperta a dir poco interessante: esistono vitigni autoctoni della zona colli bolognesi poco conosciuti come Alionza e Negretto che, se “trattati”, “curati” e “lavorati”, possono, dopo sperimentazioni, dar vita a vini di grande impatto. Sono anni che Giorgio fa sperimentazioni in vigna e in cantina, che cerca di capire come, lavorando nel vigneto, si può arrivare a creare vini di carattere e grande impatto in cui emerga la zona, il terroir.
L’Alionza, vitigno a bacca bianca, nel passato coltivato in pianura e collina, è stato per anni trascurato perché molto comune nella pianura bolognese e modenese. L’origine è incerta, forse di provenienza slava, quello che è certo è che veniva considerato un vitigno molto comune, utilizzato da taglio e con alte rese per ettaro. Non essendo stato considerato un vitigno di grande pregio è stato pian piano abbandonato. Giorgio lo ha impiantato nel suo vigneto e ormai (visto che è stato abbandonato) è diventato raro e lo ha lavorato ottenendo basse rese per ettaro, creando un metodo classico dai profumi leggeri, lo Spumante di qualità metodo classico Brut Salèbra, polpa estrema, un vero mangiaebevi.
Giorgio ci racconta poi che il Negretto, vitigno utilizzato da taglio, a bacca nera, è stato per anni oggetto di sue sperimentazioni, procedendo per gradi e nel corso degli anni è arrivato ad ottenere il suo Rosso dell’Emilia, Igt, Maiolus, bel compromesso tra profumi, equilibrio e complessità. Vino e vitigno quasi unico in zona, di grande robustezza e tannicità.
Il podio però spetta ad un vitigno internazionale che qui, nei vigneti di Giorgio, ci permette di evocare la grande potenza che può avere un semplice e diffuso cabernet sauvignon: il Rosso Bologna Riserva Samodia l’ho sentito dirompente, preciso, caldo e avvolgente.
Il Salèbra lo potremmo definire una donna dal carattere spigoloso ma deciso, frizzante, arguta e sensuale.
Il Maiolusè un bambino capriccioso, dal carattere dolce ma difficile, un vero bisbetico domato, ma ben domato da Giorgio.
Il Samodia è un uomo di esperienza, di grande ironia e simpatia che utilizza la sua passione per esprimere se stesso, forse il vino più vicino al produttore e specchio della sua personalità.
Giorgio Erioli – Vini dei Colli Bolognesi D.o.c.g.
Via Monteveglio, 64
40053Bazzano (Bo)
tel.051/830103 – cell. 333-6852130
www.eriolivini.it
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Mille sfumature di Giorgio Erioli
vignaiolo per passione sui colli bolognesi
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Liquidi piaceri