Ho avuto modo di conoscere la Viticoltura Ticinese qualche tempo fa a Lugano, durante un evento organizzato da Francesco Tettamanti, enologo e Direttore di Ticinowine.
La viticoltura Ticinese si è sviluppata nei primi anni del novecento dopo il passaggio devastante della fillossera. Nel 1906 vennero impiantati a Mendrisio i primi ceppi di Merlot che, grazie alle condizioni climatiche ideali, ebbero il maggiore sviluppo coprendo l’80% dei mille ettari della superfice vitata.
Nei restanti 20% a tutt’oggi sono presenti per le uve rosse la Bondola unico vitigno autoctono, il Pinot Nero, il Cabernet Franc e il Sauvignon. Per le uve bianche lo Chardonnay, il Sauvignon Bianco e il Kerner. Dal 1997 i vini ticinesi vantano il riconoscimento della denominazione di origine controllata.
Durante la mia visita Francesco Tettamanti, mio gentile accompagnatore, mi spiegò come la vendemmia del 2009 è coincisa con il venticinquesimo anniversario dell’Associazione vinificatori ticinesi, l’AVVT. Si è voluto celebrare l’evento con una collezione di vini a tiratura numerata accompagnata dalla guida alla degustazione a cura dell’Italo-Svizzero Paolo Basso, miglior sommelier al mondo2013.
L’occasione è stata propizia per visitare la Cantina Moncucchetto di Lisetta e Niccolò Lucchini. Mi sono trovata al cospetto di una struttura imponente e dalle linee moderne firmate dall’architetto Mario Botta.
Niccolò a testimonianza dell’ambiente da cui è stata ricavata la cantina, ha voluto conservare integra una caratteristica parete in pietra. In questi locali Paolo Basso ci ha guidato sapientemente nella degustazione di sei vini che ha provveduto a selezionare per noi.
Quella sera seduta a fianco a Lisetta ho ascoltato la sua bella storia di vita percorsa negli anni accanto al marito Niccolò. Nel raccontarle alcuni miei sogni ad un tratto mi ha detto: “Cinzia, solo le grandi passioni riescono a trasformare le utopie in realtà…”.
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La Viticoltura del Canton Ticino
solo le grandi passioni riescono a trasformare le utopie in realtà
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Liquidi piaceri