Alcune personali riflessioni sulla zona Colli Bolognesi e sul vitigno Pignoletto nella sua più nota versione Frizzante dopo un’interessante degustazione di 26 Pignoletti svolta al Consorzio Colli Bolognesi alla presenza di produttori e ristoratori.
Se dici Pignoletto, stai tranquillo che sei in Emilia Romagna. La culla è Bologna. Bologna la Dotta, la Grassa, la Ghiotta.
Tre sinonimi che evocano libri, cultura, opulenza, cibo, e anche vino. Il Pignoletto rappresenta la massima espressione della zona vitivinicola, vitigno la cui origine per alcuni è collegata al Grechetto, per altri al Pinot Bianco e nella cui versione frizzante rappresenta il vino più venduto della zona Colli Bolognesi.
Poco importa la provenienza del vitigno, noi ce lo troviamo nel calice e proviamo a ritrovarci le nostre zone, i terreni di collina o pianura, i calanchi, i colori, i profumi di quando eravamo bambini, il nonno che imbottigliava in cantina, il bar della casa del Popolo da cui usciva il profumo di tabacco misto a vino, l’uva rubata da un filare per far dispetto al contadino, il profumo dei sughi preparati in casa dal vicino. Anche nel vino la dimensione del ricordo fa diventare il vino Poesia e per ognuno di noi evoca situazioni e dimensioni differenti. La versione del Pignoletto Poesia è, e rimane, una dimensione superiore, intangibile e unica. Questa visione è stata condivisa e manifestata, durante la degustazione, da un grande Sommelier e Ristoratore quale Massimo Mazzucchelli del Ristorante Marconi che ricerca nel Pignoletto queste caratteristiche per proporre, al suo cliente, una versione sempre più territoriale e sentimentale di questo vitigno.
Ma quando si parla di Pignoletto al centro ci sono i Produttori: l’anima del vino fatta persona, nella bottiglia ritroviamo il produttore, la sua filosofia, il suo modo di operare ed agire, la Passione per il proprio lavoro. Perché c’è chi la vigna la lavora direttamente, chi la studia, chi fa ricerca in vigneto e in cantina, piccoli e medi produttori che amano intensamente la loro terra e i loro vini e che si mettono in discussione per apprendere, capire, cambiare. Finalmente c’è aria di apertura, confronto, discussione.
Poi Pignoletto significa avere Pazienza da parte dei Produttori al fine di riuscire nel tempo a cogliere strategie singole e di gruppo, sinergie positive dal e del territorio, lavorare per crescere insieme. In questo il Consorzio funge da leva positiva e stimolante per tutti, soggetti interni ed esterni. Pazienza anche da parte di Ristoratori che devono puntare sui cavalli migliori e insistere e sostenere la zona, come fa Alberto Bettini, della Trattoria da Amerigo a Savigno ormai da anni. I Ristoratori rappresentano le sentinelle del territorio per i Produttori e i tra loro migliori rappresentanti.
Il Pignoletto ha ancora molte Potenzialità inespresse, è necessario renderlo visibile, proporlo come elemento distintivo del nostro territorio. Per il Pignoletto ci vuole ancora molta Pazienza e lavoro da parte dei Produttori, la voglia di ritornare alla Poesia ma senza eccessi e con Passione per cercare di esprimere al massimo le Potenzialità di questo interessante vitigno.
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Le 5 P del Pignoletto
Poesia, Produttori, Passione, Pazienza, Potenzialità
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Liquidi piaceri