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Lo sapete che “Vino” vuol dire amare?

23 Aprile 2013
E dove non è vino non è amore, né alcun altro diletto hanno i mortali (Euripide)
Il termine vino ha origine dal verbo sanscrito vena, amare. Questa bevanda alcolica fin dall’origine dei tempi suscita emozione e poesia. Con i suoi profumi inebria le menti, diletta i palati, e allieta la vita.

Ma partiamo dall’inizio. Cos’è il vino?

Questo nettare è una bevanda alcolica ottenuta della fermentazione (trasformazione chimica del frutto della vite, l’uva) che si innesca grazie ai lieviti presenti naturalmente sulla buccia dell’acino.
DiVini Fermenti, tutto ha origine da lì.

Jack Kerouac, scrittore e poeta statunitense diceva: “C’è saggezza nel vino”.

Ci sono vini fermi e vini mossi. La scelta dipende dal gusto soggettivo, a volte dall’intensità del momento che si vive. Il vino ci accompagna nelle fasi della nostra vita, per me che lo amo e lo vivo è così. Ed è proprio questo mio amore che mi costringe a rompere l’atmosfera in questo momento di poesia per scagliare l’ennesima pietra su un termine che proprio non sopporto. Un termine che ritengo non faccia cultura del buon vino, che lo sminuisca. Un termine che mi ricorda una bevanda gassata. Penso che avrete già capito a che parola mi riferisco. Quando mi sento dire: “Vuole una bollicina? La mia faccia fa di quelle smorfie.Una bollicina dico? Ma quale bollicina, io bevo vino!”

A questo punto direi di fare un brevissimo ripasso raccomandandomi con gli esperti che non si offendano. Il ripasso è per noi consumatori appassionati, quelli che influenzano il mercato.

Il vino può essere fermo o mosso.

- Il vino fermo subisce generalmente solo la fermentazione alcolica con la quale gli zuccheri presenti nel mosto (liquido ottenuto dalla pigiatura dell’uva), vengono trasformati in alcol etilico. Quando invece gli si vuole dare più morbidezza, si procede con la fermentazione malolattica (con questo passaggio si trasforma l’aspro acido malico presente nell’uva, nel meno acre acido lattico).

- I vini mossi invece subiscono una seconda rifermentazione, la fermentazione carbonica, con cui i lieviti per l’appunto trasformano lo zucchero in anidride carbonica dando vita alla presenza di piccole bollicine. Più sono ricche, fini e persistenti, più il vino è di qualità.

I vini mossi possono essere ottenuti con due metodi:

Con il Metodo Classico o Méthode Champenoise, il vino viene fatto rifermentare in bottiglia dopo essere stato addizionato con il liqueur de tirage, una miscela di vino con una ben determinata quantità di zucchero di canna, di lieviti, e di sostanze minerali. Con questa tecnica si ottengono vini mossi di qualità che richiedono un tempo di fermentazione più lungo del metodo qui di seguito descritto. Vini più complessi, vini a tutto pasto.

Con il MetodoMartinotti (Federico Martinotti è l’inventore di questa tecnica risalente alla fine dell’800) o Metodo Charmat (Eugene Charmat brevettò l’invenzione di Martinotti), la seconda fermentazione dura pochi mesi e avviene in grandi recipienti o autoclavi con l’aggiunta della medesima miscela di lieviti. Questi vini sono più freschi, semplici e profumati.

Concludo dicendo che sarebbe opportuno legare il nome dei vini di qualità al territorio, ma soprattutto al produttore. Generalizzare crea solo continua confusione e non premia chi lavora bene e con impegno.

L’umor dolce dei grappoli, l’umido succo che solleva i miseri d’ogni cordoglio, allor che si riempiono dell’umor della vite, e dà nel sonno l’oblio dei mali cotidiani; e farmaco altro non v’è delle fatiche…
Euripide (480-406 ca. a.C.)
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