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La vodka, bevanda della steppa

17 Aprile 2013
Dalla Russia con...
La vodka è considerata la bevanda superalcolica tradizionale delle popolazioni di Russia e Polonia, e viene ottenuta dalla distillazione dei cereali oppure dalla distillazione della fecola e della polpa di patate.

Si pensa che la vodka più antica sia proprio quella ottenuta dalla distillazione delle patate, ortaggio largamente coltivato nelle steppe grazie alla sua resistenza al freddo.

La vodka ottenuta dalla distillazione dei cereali è stata prodotta solo in tempi più recenti, e benché sia qualitativamente migliore e più raffinata, è meno apprezzata nelle zone d’origine perché meno “robusta”.
Molto interessante è il processo di distillazione, che avviene in tre tempi distinti e attraverso tre filtrazioni su materiali diversi.

La prima avviene su carbone, la seconda su polveri fossili e la terza su polvere di diamante.
Nonostante nei secoli il procedimento si sia industrializzato, queste tre fasi sono rimaste invariate.
Dalla prima distillazione si ottiene la cosiddetta “vodka bruciata”, a 15°, detta “brantowka”; dalla seconda distillazione si ottiene la “vodka rustica”, a 30°, detta “prostka”; e dalla terza l’acquavite, a 70°, “okovita” in lingua locale.

Se la vodka viene ottenuta dai cereali, questi devono essere maltati per scindere l’amido in modo da trasformarlo in monosaccaridi fermentabili.

Separata la parte solida si procede con la fermentazione e si ottiene un liquido simile alla birra, che viene lasciato riposare e solo successivamente sottoposto alle varie distillazioni.

Durante i vari livelli di distillazione la vodka viene portata al grado alcolico desiderato.

Il prodotto finale può essere quindi filtrato su carboni attivi, per eliminare eventuali sentori sgradevoli, ma anche ulteriormente distillato, per conservare intatti i suoi aromi caratteristici.

La gradazione ottimale della vodka è 46°, ma esistono gradazioni inferiori (mai però al di sotto dei 38°) e gradazioni molto superiori ai 50° (fino a 60°).

Alla vodka viene da sempre attribuita un’aura di purezza, dovuta al suo aspetto limpido e cristallino, simile all’acqua.

Aspetto ingannevolmente innocente, in quanto la vodka è molto più forte di altre bevande alcoliche.
Secondo la tradizione russa, la vodka andrebbe bevuta liscia e fredda, ma mai ghiacciata, accompagnata da antipasti salati e verdure marinate, soprattutto cetriolini.

Non andrebbe bevuta d’un fiato, come si vede nei film, ma sorseggiata in bicchieri adatti, che sono piccoli calici dai bordi svasati, e non i bicchieri a provetta che si vedono solitamente spacciati per bicchieri “da vodka”.

La produzione della vodka viene fatta risalire al 1520, ma nel 1649 lo Zar Alessio ne regolamentò la produzione tramite un decreto imperiale.

La diffusione di questa bevanda è rimasta confinata nei paesi dell’est fino a dopo il secondo conflitto mondiale, quando si è diffusa prima in Francia e poi nel resto dell’Europa, fino ad arrivare in America intorno al 1975.

Ad oggi, le distillerie che producono vodka sono migliaia, e hanno differenziato la produzione in prodotto “puro” e “aromatizzato”.

Tra le produzioni più recenti troviamo la vodka alla frutta, la cui gradazione alcolica rimane al di sotto del limite inferiore, cosa che l’ha fatta classificare come un prodotto a parte.

Una curiosità, la gradazione finale della vodka viene ottenuta tramite diluizione con acqua, ma non tutti sanno che l’acqua utilizzata deve essere obbligatoriamente d’origine naturale, e quindi piovana o sorgiva.

Oltre che pura, la vodka viene utilizzata per la preparazione di molti long drink tra cui il Bloody Mary, il Bullshot e il Vodka Martini.
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