Un appassionante Enotour ci ha portati tra le langhe Albesi, le colline piemontesi più dolci di vini unici come il Nebbiolo che col tempo diventa Barbaresco e Barolo senza dimenticare quello che una volta veniva definito “Nebbiulin” il Roero, e poi l’Asti Docg.
Siamo stato ospiti, insieme ad altri giornalisti, al Real Castello di Verduno, per scoprire tra le tante meraviglie anche la possibilità di soggiornare in uno tra più importanti castelli che furono dimora del Re Carlo Alberto, e dove era facile incontrare Cavour tra i filari del Re dei vini, il Barolo come quello degustato da Francone, ma soprattutto il Barbaresco, quello che nasce nel Vigneto Gallina e che esprime uno dei terroir più affascinanti del Piemonte, e allora bisogna per forza parlare del Barbaresco Ciaciaret o il Barbaresco I Patriarchi Docg” entrambi prodotti con il cento per cento di uve Nebbiolo in questa Cantina storica di Neive.
Abbiamo fatto la conoscenza del Professor Gerbi e del nuovo centro Enocontrol il nuovo laboratorio di microbiologia e di servizi legati al mondo del vino, al controllo microbiologico di muffe, e batteri per la qualità dei tappi di sughero, oltre alla ricerca di lieviti dannosi per il vino come i famosi Brettanomyces, un centro analisi e ricerche agroalimentari, un insieme di servizi che daranno sicuramente una mano ai produttori.
Poi l’incontro con Lucrezia Carrega Malabaila, ed i suoi vini, come il Roero Arneis o la Doc Langhe che ci ha piacevolmente coinvolto con La Favorita, un vitigno autoctono, bianco di notevole intensità e dai profumi eleganti, oltre naturalmente ai classici rossi e al Castelletto, un Roero Riserva da sottolineare. Avremo sicuramente tempo più avanti, di parlare della Cantina Malabaila e del Birbét, il birbante nome che caratterizza il Brachetto prodotto nel Roero e se vi dovesse capitare, passate da Cascina Pradvaj a Canale d’Alba, in Cantina troverete sicuramente l’ospitalità e la qualità dei Vini Malabaila.
Un appuntamento al quale non dobbiamo mancare è sicuramente “Nebbiolo Prima” ad Alba dal 13 al 18 Maggio l’evento internazionale dedicato, come dicevo, ad uno dei vitigni italiani più importanti. Si degusteranno le annate 2008 di Barolo e 2006 di Barolo Riserva, il Barbaresco 2009 e la Riserva 2007 e naturalmente il Roero. Saranno presenti 200 produttori che fanno vino lungo le rive del Tanaro, tra langhe e Roero.
Non deve passare in secondo piano il vino che rappresenta la festa, la gaiezza, la vacanza, L’Asti Docg; oggi è presente in Asia, in Medio Oriente, in Brasile, Russia, India e Cina dove il Consorzio di tutela dovrà svolgere l’azione di “apripista” per le case spumantiere e le aziende vitivinicole. Pensate che addirittura in Giappone è stata avviata, con successo, l'operazione “Kampai” che in giapponese significa “Cin Cin” e che ha già dato buoni risultati.
Il bacino di produzione del Moscato comprende tre province Cuneo, Asti ed Alessandria. In totale circa 10 mila ettari di vigneto dai quali, lo scorso anno, sono state prodotte 107 milioni le bottiglie già tutte vendute e le percentuali di vendita sono in costante aumento. Basti ricordare che in Germania su 100 milioni di bottiglie, 38 sono di Moscato d’Asti. Questo numero e altri confermano l’Asti come il vino italiano Docg più esportato nel mondo. In particolare da segnalare proprio il boom del moscato a tappo raso Docg passato in pochissimi anni da 7 ai 25 milioni di bottiglie dell'ultima vendemmia, e a tirare è soprattutto il mercato americano dove è scoppiato il cosiddetto fenomeno della “Moscatomania”.
Siamo stati rapiti dalle colline di Langa, a malincuore dobbiamo rientrare in città e mi piace pensare di tornarci quanto prima, magari per la prossima vendemmia e come sempre… In Alto i Calici
Renato Rovetta
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Tra Langhe Albesi e Moscato d’Asti
Un enotour tra castelli e bollicine
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Liquidi piaceri