Di ritorno da Vinitaly 2012 vi aspetterete che vi racconti di vini nuovi, sconosciuti, di scoperte, di gusti e disgusti.
Vi sbagliate.
Voglio partire raccontandovi di uno dei vini che, dopo decine di assaggi giornalieri, ogni sera, sono andata a sorseggiare in compagnia di alcuni cari amici, tra i quali Enrico Ielmini, che ringrazio per l'ospitalità.
Un vino che è la colonna sonora di alcuni momenti molto belli della mia vita, e che, al contrario di altri dello stesso genere, possiede l'innegabile magia di non stancarmi mai.
Un vino che riesce a emozionarmi anche con i piedi gonfi e le papille gustative che chiedono asilo politico, dopo ore e ore di fiera.
Molti 'enofighetti' quando sentono pronunciare il nome Cavit storcono il naso, perchè lo identificano con vini di pronta beva e di costo contenuto, presenti nella grande distribuzione. La qual cosa dovrebbe essere invece un valore aggiunto, in un'Italia in crisi, che ha, nel vino, una delle maggiori voci di esportazione e, indubbiamente, una ricchezza di declinazioni di uve autoctone strabiliante.
Ma Cavit, come molte altre grandi aziende del settore, ha diverse linee di eccellenza. Per quanto riguarda il Trento DOC, che resta il mio spumante preferito, non c'è storia: nella mia cantina riposa sempre il Graal.
70% Chardonnay e 30% Pinot Nero, i vigneti si trovano in una zona particolarmente vocata, che va dalle colline di Trento all'Altopiano di Brentonico e alla Valle dei Laghi. Situate tra i 450 e i 600 metri di altitudine, esprimono con forza un legame indissolubile col territorio, che si ritrova nel bicchiere.
Il Graal affina minimo 48 mesi sui lieviti, ed è già un bellissimo prodotto, con un'espansione al naso che parte lieve e raffinata, per svelare sentori leggermente mielati e di nocciola. Ma è alla bocca che esprime il meglio di sè: pieno, elegante, complesso, affascinante ma al contempo facile da abbinare.
Mi capita di berlo con grigliate di pesce, crostacei, ma anche con la pizza, e, in una serata di degustazione lo abbiamo abbinato al kebab.
Sarà anche per il fascino evocato dal nome, ma nella 'cerca' delle bollicine perfette per il mio palato, il Graal resta un punto fermo...