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Chocolat

24 Gennaio 2015

Un film erotico

Molti, forse, non conoscono la differenza tra pornografia ed erotismo. Molti, quindi, non comprenderanno come mai io definisca “Chocolat” un film erotico.

Touché

Per chi invece sa cogliere le sfumature, per chi non punta dritto alla meta ma si gode il percorso, l'erotismo è qualcosa che supera i confini del sesso.

Erotico può essere un tramonto, il mare in tempesta, una mano appena sfiorata, uno sguardo. Erotico poi, può esserlo il cibo. E quanto può esserlo...

Alcune cucine esotiche, come la tailandese, l'indiana, la caraibica, alcune con le loro spezie o l'abbondanza di crostacei altre con i loro odori, le consistenze o i sapori forti, giocano sul terreno scivoloso del simbolismo cibo/sesso.

Se è vero che un uomo (o una donna) si conquistano anche a tavola non è solo perchè assicurarsi un partner che sappia cucinare ci mette al riparo da problemi di ordine quotidiano come il cuocere il cibo precedentemente "procacciato" ma nasconde tutta una serie di implicazioni che non vanno sottovalutate.

Immaginatevi la prima cena con "lui", un antipasto a base di crostacei crudi, poi sushi e sashimi, cibi da mangiare in punta di dita o con le bacchette (molto più sensuali delle classiche posate occidentali, anche solo per la delicatezza che ti impongono per poter essere usate) vari appetizer tra cui spaziare, che deliziano ma non saziano (perchè lì sta il bello) e per finire, un dessert, di leggera fattura, a base di cosa, se non di cioccolato?

Che sia usato in un bonet, una mousse o nel il classico tortino, che tanto ha stancato i modaioli del food ma che tanto conquista, ancora oggi, con il suo voluttuoso e avvolgente cuore caldo, il cioccolato è la prima scelta tra gli ingredienti di una cena romantica.

Ed è in quest’ottica che può esser letto "Chocolat”.

Vianne, una donna dalla bellezza semplice ma raffinata, una donna posata ma mentalmente libera, vestita con le larghe gonne in uso nella Francia di metà '900, con il vezzo delle sue decolleté rosse, piccolo particolare che caratterizza il personaggio, impersonificando il suo essere “fuori dagli schemi”, arriva in un paesino chiuso sotto la cappa delle costrizioni moraliste ma non è sola, con lei la figlia, Anouk e la sua arte di cioccolatiera. Qui decide di metter momentanee radici e apre una cioccolateria. Proprio una cioccolateria, al centro di tutto il film, non una pasticceria, una bakery o una sala da the, proprio il cioccolato guida e governa il film e la vita di tutti i suoi portagonisti e come poteva essere diversamente, viste le premesse fatte pocanzi?

I protagonisti, poi: un'anziana diabetica che ritrova il nipote tra un ritratto e un cioccolatino, che si concede gli ultimi sprazzi di un’esistenza vissuta davvero, senza badare alla malattia (inimicandosi per questo anche la figlia) ma con il desiderio, realizzato fino all'ultimo, di godere della vita e dei piaceri che questa regala; una giovane donna, abituata ai soprusi del marito che - stufa - trae la sua forza proprio dall'incontro con Vianne e si rifugia nella cioccolateria per scappare al suo bieco destino e rinascere, più bella e desiderabile di prima. E' così per tutti i personaggi, ognuno di loro entra in contatto con il cioccolato di Vianne e ne viene rapito, ognuno a modo suo (la frase tipica pronunciata da Vianne quando offre una degustazione è "questo [cioccolatino (n.d.r.)] è il tuo preferito") viene “curato” dalla protagonista attraverso il cioccolato.

Cura e disinibitore dei sentimenti, delle emozioni, dei modi di fare e soprattutto di essere, valvola di sfogo e miccia che accende se stessi, il cioccolato non dà solo il titolo al film di Lasse Hallström ma si insinua caldo, lascivo e avvolgente nelle pieghe della trama, nei tratti di ogni personaggio, dapprima in punta di piedi, poi sempre più vorticosamente, fino a catturare il loro vero essere e a trarlo alla luce del sole, perchè ognuno di loro possa finalmente vivere una vita vera e piena. 

Sintomatica di questo la scena dove il sindaco del paese, il più acerrimo avversario di Vianne, in lotta per la moralizzazione e il ritorno a una vita vissuta entro le righe, deluso dalla donna che segretamente ama, ma che - come molti altri - decide di seguire la "via del peccato" aiutando Vianne a organizzare una festa del cioccolato, cede a un'apparente rabbia e irrompe nella cioccolateria devastandola; qui però, basta una semplice goccia di cioccolato casualmente finita sulle di lui labbra a scatenare un istinto lussurioso che lo porterà a nutrirsi bramosamente del cioccolato appena distrutto, riequilibrando i sentimenti e svelando anche a quest'ultimo le gioie di una vita piena di...chocolat!

Un film pluripremiato, un film che può essere letto in varie ottiche, Chocolat piace e appassiona anche dopo 15 anni dall'uscita nelle sale, perchè l'erotismo del cioccolato è sempre in voga e la brama di liberarsi delle catene mentali che imprigionano i sentimenti non è certo argomento da passar di moda. 

 

 

 

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