Quest'anno la storia del cinema italiano si è arricchita del prestigioso premio Oscar grazie al film di Paolo Sorrentino "La grande bellezza" e così quasi tutti gli italiani si sono sentiti in "dovere" di guardarlo.
Infatti dopo la proclamazione del premio è stato trasmesso in televisione così che un gran numero di italiani hanno potuto vederlo.
Il film è stato apprezzato ed anche molto criticato, come spesso accade, soprattutto per i suoi contenuti poco fruibili e quindi particolarmente impegnativi.
La narrazione della pellicola mette in luce la dissipazione di vita, l'opulenza di un materialismo dietro al quale si nasconde un' affannosa ricerca della grande bellezza della vita che non sempre si riesce a trovare.
Un invito a ricercare questa "grande bellezza" dentro di noi, nell'intimità dei nostri sentimenti a cui è concesso entrare solo a noi, la difficoltà è trovare la chiave giusta.
Dunque il filo conduttore del film è la ricerca di tale chiave che il regista identifica nelle radici di ogni individuo.
Nella ricerca di questa chiave esistenziale ha molta rilevanza anche il cibo come elemento indispensabile per rappresentare vizi, virtù e sentimenti.
Il primo piatto che si fa notare è il minestrone, consumato dopo i bagordi dei festini notturni, simbolo purificativo di quel senso di colpa di chi possiede tutto e non ha nulla.
Poi i piatti di un catering che fanno da cornice all'atmosfera mondana ma non appagano come la pizza di scarole, ben eseguita dalla governante, secondo la ricetta della mamma del protagonista e qui il regista ha trovato la chiave delle sue radici partenopee.
Poi ci sono le ricette sciorinate dal cardinale, il coniglio alla ligure di cui fa un'accurata descrizione per prepararlo e che simboleggia il senso di vuoto di un prelato che piuttosto che ricercare il senso della vita spirituale, inneggia al vizio della gola.
Ultimo ma carico di significato il piatto che in centoquattro anni di vita consuma ogni giorno Suor Maria, 40 gr di radici, perchè come lei stesa dice"le radici sono importanti".
Dunque un chiaro riferimento all'essenza della vita che vive nelle radici, cosi' come l'essenza della cucina vive nella tradizione.