Apro il frigo, la cerco, la trovo.
Prendo un bicchiere, di quelli grandi e trasparenti, alzo la linguetta… no non ci riesco, ritento, si apre.
Sento quel suo tipico suono effervescente, esuberante, attendo, la verso.
Prendo del ghiaccio, una fetta di limone, mescolo, giusto per fare un po’ di scena. La bevo.
Questo bicchiere di Coca-Cola non è mai stato così buono…
La Coca-Cola o Coke, per dirla all’americana, è una bevanda analcolica, ormai nota a tutti, nata nel lontano 1886, ad Atlanta (Georgia).
Ebbene sì, tra l’inaugurazione della statua della libertà e la nascita della prima ”automobile” firmata Benz, si fa prepotentemente spazio la Coke!
Nasce un po’ per caso, infatti pare che il suo creatore, il farmacista John Stith Pemberton, la creò inizialmente come medicinale per curare mal di testa e stanchezza.
I suoi ingredienti principali, da cui prese anche il nome, furono: vino con foglie di coca ed un estratto di noci di cola.
Ci sono versioni discordanti in merito alla formula originaria, c’è chi afferma che il vino sia stato sostituito o che ci sia stata l’aggiunta di acqua gassata, ma poco importa, poiché, poco dopo, l’inventore della Coca-Cola fu costretto a venderla, per problemi finanziari, ad Asa Candler, uomo d’affari statunitense che nel 1892, fondò la The Coca-Cola Company, ed è da qui che cominciò il vero e proprio successo di questa bevanda.
La troviamo nelle tavole italiane, fra spaghetti e polpette, solo nel 1927 e la ritroviamo in lattina per la prima volta nel 1960.
E’ uno dei marchi più famosi al mondo, ed è ritenuta la bevanda per eccellenza dei fast-food.
Vicino a un buon panino non manca quasi mai, essendo, nel suo dna, una bevanda da street food.
E’ un’alternativa per i più piccoli alla nostra birra, e spesso è un’alternativa anche per noi “grandi” alla nostra noia da palato.
Dal colore marroncino, dall’ostentato carattere solare delle sue bolle, dal sapore inconfondibile e dal gusto ludico: questa è la Coca-Cola che tutti conosciamo.
Ma oggi, in Italia, bere una Coca-Cola, cosa comporta?
I numeri di Coca-Cola in Italia sono impressionanti (in Italia, Coca-Cola è presente con tre società: Coca-Cola Italia, Coca-Cola HBC Italia e Sibeg, società indipendente di imbottigliamento).
Eccone alcuni:
45300, sono i posti di lavoro, diretti e indiretti (lo 0,18% del totale della forza lavoro nazionale)
3163 milioni di euro, il valore aggiunto per l’economia italiana, di cui il 40% è versato sotto forma di tasse allo Stato
8, sono gli stabilimenti in Italia
3, i magazzini
2, i centri di assistenza tecnica
5, sono gli uffici
3751 milioni di euro, sono i soldi che rappresentano il consumo totale dei prodotti a marchio Coca-Cola, di cui 411 milioni di IVA.
Questi dati sono forniti dalla Coca-Cola Italia e fanno riferimento ad uno studio realizzato nel 2011.
Noterete che il marchio Coca-Cola, è un marchio che funziona, che vende e che, di conseguenza, fattura e di questo successo ne beneficia anche lo Stato, sia in entrate fiscali che in posti di lavoro.
Inoltre l’azienda italiana Coca-Cola, vanta un impegno sociale non di poco conto, noto è oramai il suo impegno nella gestione della risorsa idrica nazionale ed internazionale, tramite progetti educativi ed iniziative.
Insomma, è un’azienda presente lungo l’intera “catena del valore”, ove si intende per catena del valore, l’insieme di tutte le attività (primarie e secondarie) di cui un’azienda dispone per poter, in parte, controllare e interpretare tutte le attività aziendali e manageriali, ma anche e soprattutto per poter stimolare la creazione di valore per il cliente. Non a caso, è la settima azienda, per dimensioni, del settore Food&Beverage presente sul territorio italiano e vanta un giro d’affari di circa 1200 milioni di euro!
Ebbene, provate a bere un bicchiere di Coca-Cola ora, scommetto che ne avvertirete un sapore diverso…
D’altronde ve l’avevo detto: questo bicchiere di Coca-Cola, non è mai stato così buono…
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