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OGM - Origine Genuinità Mieli

28 Gennaio 2014
Il diritto di sapere, il diritto di scegliere
Avrete capito, spero, che oggi vorrei giocare un po' con le parole in questo titolo strano che modifica il significato del famigerato acronimo OGM - Organismi Geneticamente Modificati - GMO (genetically modified organism, in Inglese) per aprire l'argomento del quale oggi vi vorrei parlare, cioè il rapporto che esiste proprio tra mieli e pollini di eventuali vegetali OGM.

Ne parlo perché proprio recentemente la nostra bella ed efficiente, per certi aspetti, Comunità Europea, attraversi il suo Parlamento, ha preso in esame le strade percorribili per le future etichettature dei mieli comunitari.

Il polline è una componente connaturata al miele, sempre. La sua percentuale in genere rimane sempre intorno allo 0,5 %. Il Parlamento Europeo ha deciso che se la percentuale del polline in un miele si attesta al di sotto dello 0,9% questa non vada dichiarata in etichetta, essendo una quantità insignificante dal punto di vista ponderale.

Questo vuol dire anche che non vi sarà nessun obbligo di dichiarare se in un miele vi sia o no presenza di polline e tanto meno di polline proveniente da vegetali OGM.

Questo cosa significa? Significa che noi italiani, essendo importatori di circa il 50% del miele che consumiamo e provenendo questo miele spesso da paesi - Cina, Asia, Sud America - che generalmente sugli OGM non vanno molto per il sottile, nei vasetti anonimi e dalla dubbia provenienza, e quasi certa miscelazione di vari mielacci di scarsissima qualità, rischiamo di trovarci in bocca OGM senza saperlo.

Tutto questo in barba alla nostra ferrea legislazione italiana in materia di OGM che ne vieta la coltivazione su tutto il territorio nazionale.

Partendo da questo, e al di là delle idee che ognuno di noi possa avere sugli OGM, noi in questo modo non potremo mai sapere se in quel miele, comprato quasi certamente dallo scaffale dell'Ipertutto, possano essere presenti pollini da OGM o meno. Sia chiaro che questo, alla luce delle attuali evidenze mediche, non porta a danni immediati per la salute di chi consuma quel miele.

In ogni caso però, se io non volessi avere niente a che fare nella mia alimentazione con OGM, quel mielino così a buon mercato che ho scelto per la tisana della nonna, per il mio tè o per la mia colazione con la solita filosofia del: "…tanto i mieli sono tutti uguali tanto vale prendere quello che costa meno…" e comprato al solito Hard Discount mi metterebbe nello stomaco, dentro me, pollini OGM a mia insaputa.

Qui sta il punto: io vorrei saperlo. Poi posso decidere come voglio.

Può andarmi bene anche mangiare miele radioattivo, velenoso, addittivato da sterco di mosca carnaria, che costi 5 euro al quintale. Mettetela come volete voi, ma io voglio saperlo. Poi decido io che fare. Se comprare o meno. Chiaro?

Ora però, partendo da qui, vorrei riproporre un ragionamento che ho già fatto altre volte, sia sui mieli che su altri prodotti alimentari. Se siete tra le persone che mangiano solo per necessità corporale, che ritengono molti aspetti profondi e nodali del cibo quali: genuinità, bontà vera, onestà, il chi, come, dove e perché quell'alimento ha prodotto come aspetti secondari e inutili e che ritengono centrale la quantità di un alimento rispetto alla qualità... quello che sto per dire risulterà assolutamente inutile. Risibile, fuori luogo e insensibile a questi tempi grami.
Questo ci sta. Ne avete diritto.

Se siete invece tra coloro che "non la bevono" , che le cose le vogliono ancora e sempre fare per bene anche in piena crisi (che sembra debba azzerare per tutti ogni ricerca del cibo buono e ben fatto), in questo caso le mie parole potranno proporvi una via d'uscita. Anche economicamente gestibile, garantito.

In questi periodi di vittoria schiacciante del "a buon mercato a tutti i costi" che alla fine rende anche noi "a buon mercato a tutti i costi", voglio dire di scarso valore che attribuiamo a noi stessi senza volerlo fare, ma perseguendo tenacemente l'obbiettivo, "we can" adottare altri punti di vista.
La mia proposta rimane quella nota per chi mi conosce di fare uno sforzo, a costo zero, nel cercare vicino a voi dei mieli, ma la cosa potrebbe valere per molti altri cibi, da un buon apicoltore. Meglio se api-cultore.

Cosa voglio dire? Una persona che si possa guardare negli occhi. Una persona che comunque un vostro amico abbia guardato negli occhi prima di voi e che vi abbia consigliato e che dia la quasi certezza che quel miele venga proprio dalle sue api, da zone certe, da ragionamenti onesti, da territori amici. In quel caso avrete una buonissima probabilità di avere tra le mani e sulle vostre tavole un vasetto di miele vero. Senza OGM, senza miscelazioni strane, senza artifizi del profitto malevolo che infettano spesso il cibo che ci accontentiamo di trovare qua e là senza cercare.

Darete così a quell'apicoltore moneta per la sua vita e soddisfazione nel darvi la bellezza del buono. Magari nel tempo le sue arnie passeranno da 20 a 30, poi a 40, perché no. Sempre più amici da voi edotti, avvisati, lo conosceranno e il loro corpo e il vostro corpo si riempiranno di valore perché quell'alimento ha valore. Il valore del pensiero che quell'uomo ci ha messo dentro per voi. Quell'uomo, o quella donna, hanno pensato quei miele per voi, guardando i vostri occhi, annusandovi, nel vostro profumo di amore per il suo lavoro.

Il rispetto per se stessi, fondamentale per me per innescare rispetto per gli altri, nasce dal mio punto di vista anche dall'impegno che ognuno di noi mette nel cercare cibi che abbiamo il rispetto anche dentro di loro. Perché solo questi ali-menti lo potranno portare dentro di noi, intorno a noi, infine.
primi sui motori con e-max.it
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