Lo so, lo so ultimamente ho parlato tanto del caffè, ma questa chicca non potevo non raccontarvela!
Blake Dinkin, un canadese ingegnoso e con il pallino degli affari, da una decina d’anni a questa parte ha messo in commercio il caffè più costoso del mondo: il Black Ivory Coffee. Una tazzina di questo prezioso caffè costa più di 60 euro.
Cosa lo rende così costoso? Il metodo di tostatura che ha come pregio l’essere completamente naturale, anche decisamente poco ortodosso.
Il metodo in questione consiste nel far mangiare ogni giorno a una ventina di elefanti thailandesi, appositamente acquistati a tale scopo dal canadese, chili e chili di cibo mescolato a piante di caffè cariche di chicchi verdi. Nello stomaco dei pachidermi, l’acidità della digestione distrugge la proteina che rende il caffè amaro e i chicchi si tostano.
Il caffè prodotto da questi chicchi risulta essere così particolarmente dolce e delicato.
Il signor Dinkin garantisce che la salute degli elefanti è rispettata. Le piante che vengono loro servite per pasto appartengono di natura ai vegetali consumati dai pachidermi. La caffeina in essa contenute è inferiore a quella che allo stato brado gli elefanti assimilano mangiando piante selvatiche.
Per sottolineare il suo amore per i giganti proboscidati, Dinkin ci tiene a far sapere che parte del ricavato (indubbiamente consistente) delle vendite del prezioso caffè, viene destinato alla salvaguardia degli elefanti thailandesi.
C’è da dire che il canadese ingegnoso non è il padre di questo peculiare metodo di tostatura. Nell’Africa sub-sahariana c’è chi da decenni raccoglie i chicchi digeriti dallo zibetto, un piccolo mammifero onnivoro, e li usa per preparare il caffè. Di sicuro Dinkin deve aver pensato di ridurre notevolmente le spese di “raccolta” e di aumentare la produzione impiegando l’animale più grosso che gli sia venuto in mente.
Due domande a questo punto sono d’obbligo.
Primo quesito: Per avere un caffè meno amaro non era più semplice aggiungere un cucchiaino di zucchero in più e risparmiare 60 euro?
Secondo punto: qualcuno ha pensato, visto il business in crescita del Black Ivory Coffee e la nota crisi economica italiana, di proporsi come lavoratore per il signor Dinkin? Immaginatevi la soddisfazione nel recuperare i chicchi dalla cacca di elefante…
Nessuno più osi lamentarsi del proprio noioso lavoro in ufficio!
Per la foto si ringrazia
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x5
Caro come... la cacca
Un caffè particolare con un passato da dimenticare
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Il cibo in testa