La sezione Chef Vent'anni, che ha avuto luogo nella Sala Blu per tutto il primo giorno del congresso Identità Golose, ha presentato una serie di giovani chef italiani ed internazionali, che con la loro verve e creatività hanno incantato la platea. Quando Stevie Parle è salito sul palco, sembrava un tipico ragazzino inglese timido, ma pian piano il carattere determinato del giovane chef è venuto fuori.
Chef-patron del The Dock Kitchen, sul Tamigi, non lontano dalla zona di Portobello, Stevie, con molta precisione, spiega la sua tecnica di cucina sperimentale che adatta il suo menu a quanto di meglio offre la stagionalità o ai nuovi ingredienti che trova sul suo cammino di ricerca.
L'idea di Parle non è quella di sperimentare per mesi un piatto prima di inserirlo nel menù ma di reagire spontaneamente a quanto i fornitori sono in grado di proporre, per questo il menù del suo ristorante cambia ogni due settimane.
La sua buona conoscenza delle tradizioni italiane, il suo interesse per le cucine e gli ingredienti orientali, dovuti non solo ai molteplici viaggi, ma anche all'esperienza fatta in ristoranti a Londra (The Riverside Café) e a New York (The Spotted Pig), hanno portato Stevie ad elaborare, adattare e ricreare piatti assolutamente originali.
Durante la lezione ha preparato la sua rivisitazione dei ravioli gnudi, preparati bianchi e senza uovo, ricoperti di semola di grano duro e serviti con un filo di olio extravergine di oliva toscano, accompagnati da agretti, un piatto servito nel suo ristorante di Londra.
Inoltre, Stevie preferisce utilizzare gli utensili originali per creare una connessione diretta con il paese dove questo cibo è nato ed ha presentato una sua versione di un piatto al curry dello Sri Lanka con riso pilaf, per il quale lui stesso ha pestato le spezie in un mortaio originale.
Il suo motto? 'We hope you enjoy our approach to food as much as we do'. (ci auguriamo che apprezziate il nostro approccio al cibo tanto quanto noi)
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