Archivio Storico 2011-2017

x5

La degustazione dei vini premiati dalla Guida 2010 del Gambero Rosso

04 Novembre 2011
Viaggio di un profano nel gotha del vino italiano
Alla fine sono tornato a casa lucido!
E questa è già una notizia!
Sì perchè quando si partecipa ad una degustazione come quella dei vini premiati dal Gambero il rischio di perdere il controllo della situazione è sempre dietro l'angolo! Specialmente per me che i vini li amo, li assaggio e me li gusto fino in fondo, invece di sputarli. Non è un problema di lasciarsi troppo andare, di esagerare; direi che è più...puro 'spirito di servizio'! Quest'anno poi non partecipavo come semplice appassionato ma come inviato ufficiale del Cavolo! Wow, che responsabilità. Forse è questo che mi ha aiutato a rimanere concentrato, o forse il fatto che la manifestazione sia stata un po' sottotono rispetto agli anni scorsi, sta di fatto che è successo! E meno male, altrimenti non so che cosa vi avrei raccontato oggi!
Ma partiamo dall'inizio. Come tutti gli anni ho vissuto i giorni precedenti il grande evento con un misto di trepidazione, eccitazione e dedizione. Dedizione sì, perchè prepararsi al meglio necessita sempre di tempo e sacrifici, soprattutto quando di tempo non ce n'è. Così si passano le notti a spulciare la lista dei premiati, quest'anno 375, ed a fare le più disparate considerazioni. Poi viene il momento di farsi la propria lista degli assaggi...e qui viene il bello! Innanzi tutto è importante darsi un numero massimo arrotondato al ribasso, visto che qualche outsider si infila sempre ed alla fine il numero previsto incrementa facilmente di qualche unità. Fatto ciò bisogna selezionare i vini e farceli stare dentro, impresa non da poco! Quest'anno ho deciso di far prevalere la curiosità al blasone, mettendo in lista molti vini non particolarmente inaccessibili dal punto di vista economico ma più difficili da reperire e soprattutto mai provati prima. Ecco quindi che i bianchi, di solito un po' snobbati a favore dei più opulenti rossi, hanno avuto la loro bella vetrina rappresentando quasi il 50% degli assaggi. Certo, di fronte ad alcuni colossi non si può rimanere indifferenti ed un assaggino è sempre di rigore, ma nel complesso ho fatto una lista che definirei originale. I 'prescelti' alla fine erano solo 36 ma, come immaginavo, gli assaggi totali hanno superato agevolmente la quarantina. Se vogliamo sta proprio qui il bello di queste manifestazioni, e di quella del Gambero in particolare, ma su questo tornerò più avanti.
Partiamo invece dalla mattina della premiazione; ore 10:30 puntualissimo, insieme al fido assistente/fotografo, all'auditorium Massimo dell'Eur! Accredito stampa velocissimo e molto cordiale, Guida e caffè omaggio della ditta! Si parte alla grande! Pochi minuti e tutti seduti in sala per le premiazioni. E qui la prima delusione; in verità era un pò che mi chiedevo come avrebbero fatto a premiare 375 vincitori in meno di due ore, e la risposta non ha tardato a venire! Le aziende vengono chiamate a ricevere il premio a ritmo di mitraglia, salgono sul palco uno di fila all'altro accalcandosi tutti insieme creando una gran confusione e rendendo impossibile identificare chi rappresenta quale azienda. Prendono la targa dall'addetto mostrando le spalle alla sala e se ne vanno in fila indiana scomposta, genere scolaresca, così come erano arrivati. Ed io che pensavo di fare una foto ad ogni premiato con la targa ben in evidenza ed un sorriso grato a tutta dentatura.
Niente da fare.
Per fortuna alcune regioni, in totale autonomia, hanno pensato bene di rimanere sul palco dopo il ritiro del premio così da permettere almeno una bella foto di gruppo alla fine delle chiamate.
Finito questo tran tran tutti via verso i taxi per raggiungere le destinazioni più disparate.
Sì perchè, purtroppo, quest'anno i produttori che hanno raggiunto la Città del gusto per presenziare alla degustazione in programma per le 15 sono stati davvero pochi.
Ma come, mi chiedo io; siete venuti da tutta Italia per partecipare alla caotica ed impersonale premiazione di cui sopra e poi, visto che ormai ci siete, non rimanete alla degustazione dei vostri vini, rinunciando alla possibilità di confrontarvi con gli appassionati, ascoltare le loro valutazioni, approfondire rapporti con gli addetti ai lavori, ecc. ecc..
Un vero peccato. In realtà, parlando con alcuni produttori presenti come Elena Fucci, Gianfranco Fino, Franz Pratzner (Falkenstein) e Pierpaolo Menghini (Villa Mongalli), che ringrazio per avermi concesso un'intervista della quale leggerete prossimamente su questi schermi, ho scoperto che la causa di tale fuggi fuggi potrebbe essere stata la fittissima serie di impegni in calendario. Il giorno successivo, infatti, ci sarebbero state le premiazioni della guida Slow Food a Milano, poi a stretto giro il road show internazionale del Gambero con tappe nei 4 continenti (Singapore, Seul, San Francisco, ecc.)! Certo che a produrre vini di qualità al giorno d'oggi si fa una vitaccia!
Ma veniamo finalmente alla degustazione; alle 14:30 eravamo già tutti ('noi giornalisti') alla Città del gusto, e meno male che avevamo una mezz'ora di anticipo perchè, causa mancanza delle liste accredito stampa, abbiamo fatto mezz'ora di (scortese) anticamera all'ingresso.
Alle 15 quindi si è finalmente dato il via alle danze! La prima cosa che mi sono sentito dire dal mio assistente/fotografo appena entrati è stata: 'sembri un bambino in un negozio di caramelle'! E che caramelle, aggiungo io!
Metteteci anche che la degustazione per il pubblico pagante apriva alle 16, mentre fino a quell'ora era riservata agli addetti al lavoro, ed il gioco è fatto! Un'ora intera senza la consueta calca e con la libertà di aggirarsi per i banchi e fare chiacchiere e foto in tutta tranquillità!
Partiamo così con le bollicine, le classiche Trentine di Ferrari e le immancabili Franciacortine, rappresentate quest'anno dalla Cantina Ferghettina, vincitrice con il suo Extra Brut 2005 del premio speciale 'Bollicine dell'anno'. Un bell'avvio direi! Da qui siamo passati ai bianchi più disparati e sfaccettati, tra i quali hanno spiccato decisamente i sapori forti! Il Friuli in questo senso l'ha fatta da padrone con il Carso Malvasia 2009 di Zidarich, il Kaplja 2008 di Podversich e l'Ograde Non Filtrato 2009 di Skerk (presente alla manifestazione) a contendersi le nostre preferenze.
Vini 'ruspanti' ma complessi allo stesso tempo, con ampie note fruttate, calde ed avvolgenti!
Passati per un interessante Erbaluce Piemontese ed un sempre valido Sauvignon Altoatesino, siamo finalmente giunti al cospetto dei rossi!
Quest'anno, per non correre il rischio di rimanere a bocca asciutta causa esaurimento scorte, siamo partiti subito forti. Ed abbiamo preso subito un paio di sberle! Già, perchè mai come in questa edizione mi sono trovato a fare a cazzotti con il Piemonte! Innanzi tutto la delusione del Monfortino, il 'Mito in bottiglia', terminato dopo 10 minuti (e quindi mancato) lo scorso anno ed addirittura assente ingiustificato in questa edizione. L'unico vino letteralmente 'non pervenuto' alla degustazione. E così mi toccherà aspettare l'anno prossimo, sempre che verrà presentato.
Passiamo quindi oltre, ma a fatica perchè i Baroloni del 2006 ho avuto davvero difficoltà a mandarli giù! Troppo asciutti, in alcuni casi direi 'pungenti' ai limiti del fastidio. E' una mia personalissima considerazione, per carità, ma bere dei nettari così ricchi e complessi in un'età appena neonatale ed aperti sul momento non è quello che definirei 'puro piacere'! Molto meglio alcuni 'ruffiani' Supertuscan come il Nambrot 2008 della Tenuta di Ghizzano, il Caberlot 2008 del Podere Il Carnasciale, il Cortona Syrah Migliara 2008 di Tienimenti d'Alessandro (sempre ottimo) ed il Galatrona 2009 di Fattoria Petrolo. Senza dimenticare l'onnipresente Sassicaia che in questa versione 2008 mi è parso più concreto del solito, sempre molto morbido ma non 'molliccio' come alcune versioni del passato.
Ci sono poi i bei vini del sud che ho trovato più compiuti, godibili fin da ora, con in testa il Pugliese Primitivo di Manduria Es 2009 di Gianfranco Fino, seguito dai classici Campani Montevetrano 2009 di Silvia Imparato e Terra di Lavoro 2009 di Galardi. Siamo passati poi in Sardegna, terra dei miei adorati Cannonau e Carignano, per assaggiare il vincitore del premio speciale 'Vino rosso dell'anno', l'Arruga 2007 di Sardus Pater (ovviamente un Carignano del Sulcis), un vino che ho sentito definire 'mignotto' nel senso migliore del termine, espressivo, pulito e ben fatto come pochi!
Concludiamo con l'ultima puntata al nord ed i piacevoli assaggi del Trentino San Leonardo 2006 della Tenuta San Leonardo, dell'Altoatesino Cabernet Lowengang 2007 delle Tenute Lageder e, soprattutto, del Valdostano Fumin Esprit Follet 2009 de La Crotta di Vigneron, un vino fruttato e speziato ma con un'incredibile armonia d'insieme.
Come dite? Il Veneto?? Ah già, il Veneto!! Ci credereste, è proprio ciò che mi sono detto io arrivato a questo punto, quando già pensavo di aver concluso gli assaggi e di potermi rilassare con un paio di passiti di quelli che dico io.
E invece no, mancava il Veneto! Colpa mia, ma anche dell'organizzazione che lo ha relegato, unico e solo, alla terrazza del quarto piano quando tutte le altre regioni erano equamente ripartite tra il primo ed il secondo.
Non è la prima volta, ma almeno l'anno scorso era insieme al Trentino perciò, tra gli spumanti di Ferrari ed il Granato della Foradori, da quelle parti se non altro ci si passava.
E va bene, saliamo a prendere un po' d'aria in terrazza (suggestiva la vista di Roma da lassù) ed assaggiamo un paio di Amaroni. Parto con l'unico 2004, quello di Bertani, speranzoso che qualche annetto in più sulle spalle rispetto ai tanti 2007 presenti potesse agevolarne il sorso! Manco per sogno...stessa difficoltà dei Baroloni! Allora provo addirittura a rilanciare e mi butto sul 2007 di Allegrini...e le prendo anche stavolta. Avevo letto della forza e della ricchezza che quest'annata aveva donato ai vini della Valpolicella, ma così, ed ora, è veramente troppo.
Bisognerà aspettare ancora un po'. Nel frattempo magari mi gusterò un bel 2001 che ho in cantina, così da godere della sensazione, e del gusto, dei tempi che si sono fatti maturi.
Torniamo allora a 'valle' per godere del meritato finale, composto da un vino dolce che per me è il top della categoria, l'Altoatesino Moscato Giallo Castel Giovanelli Passito Serenade 2008 della Cantina di Caldaro!
Un vino così mette sempre d'accordo!
Alle 20 tutti fuori, soddisfatti, lucidi (noi sì, altri meno)...e con un regalino di cui non posso parlarvi.
Bilancio della giornata e di questa edizione?
Positivo, anche se nel complesso, come ho già detto, un po' sotto tono rispetto ad altre!
Pochi produttori (e questo è un vero peccato) ed affluenza notevolmente minore se confrontata con gli anni passati, ma questo per noi può considerarsi un pregio (non certo per l'organizzazione) vista la calca che spesso si creava a ridosso delle postazioni dove alloggiavano i vini più gettonati.
Per concludere, voglio svelarvi i miei personalissimi vincitori, che sono due: in primis i produttori presenti, che hanno come sempre brillato per disponibilità e per volontà di mettersi in gioco e di confrontarsi con tutti, dai super scienziati ai normali appassionati come noi, senza fare distinzioni e dando ad ognuno la giusta attenzione. Bravi! Mi avete ricordato una volta di più che il vino nasce dalla passione e la passione nasce dalle persone! E che questo mondo è bello proprio perchè ci sono persone come voi!
In secondo luogo, devo davvero fare un plauso a tutti i sommelier adibiti alla mescita! Credo di aver 'fatto amicizia' con tutti quelli che mi hanno versato il vino, nessuno escluso! Professionali, simpatici, disponibili, ironici, veramente una bella compagnia per questo viaggio personalissimo all'interno del gusto, che però non avrebbe lo stesso sapore se non fosse condiviso con un pizzico di complicità...e soprattutto con un sorriso!
Alla prossima amici!
primi sui motori con e-max.it
primi sui motori con e-max.it