Siamo a Paestum (SA), cittadina patrimonio dell’UNESCO; qui si è svolta la VII edizione de Le Strade Della Mozzarella (LSDM).
La location è degna di nota, si tratta del Savoy Beach Hotel, hotel 4 stelle lusso.
La prima impressione che si ha giungendo sul luogo del “diletto”, è che si sta per entrare in un mondo straordinario, un mondo pieno di colori, sapori, emozioni; un mondo che supera la banalità trasformando un prodotto comune in un comune denominatore di eccellenza, la Mozzarella Di Bufala Campana Dop (denominazione di origine protetta)
E’ un grande spettacolo in cui il “deus ex machina” (perdonate l’appropriazione indebita, terminologica) è la Campania Madre con i suoi Figli.
Siamo in presenza di un susseguirsi di eccellenze: artigiani, chef, giornalisti enogastronomici, appassionati, aziende del settore agroalimentare e prodotti di alta qualità.
Ma teniamo a bada le emozioni e andiamo per ordine.
Le strade della mozzarella è un evento ideato e organizzato dalla BG Consulting in collaborazione con il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, che mira a promuovere un prodotto straordinario come la mozzarella di bufala e tutti i suoi derivati.
Giunto alla sua settima edizione, con orgoglio ripropone una full immersion di tre giorni, in cui è possibile: osservare da vicino chef pluripremiati che realizzano piatti che hanno come “colonna sonora”, la mozzarella; oppure degustare prodotti tipici campani realizzati da artigiani ed esperti del “mestiere”; o ancora, degustare vini e birre di eccellenza; ed infine visitare caseifici che offrono al visitatore la possibilità di osservare e conoscere tutta la lavorazione della mozzarella di bufala e l’allevamento delle bufale.
Insomma è un evento che promuove la Mozzarella di Bufala Campana DOP, in tutte le sue forme e derivazioni, puntando sull’arma più potente di cui dispone l’uomo: la conoscenza, l’informazione; e tramite questa divulgare e favorire la crescita di un prodotto del MADE in ITALY.
Quest’anno il tema o fil rouge della manifestazione è: L’eccezione e La regola, intesa come volontà di uscire dagli schemi della quotidianità, a volte banale, cercando di trovare l’eccezione nella regola, facendo sì che essa stessa diventi la regola.
Sicuramente l’aspetto più affascinante e intrigante del programma offerto, sono i congressi tenuti dagli chef che colgono l’occasione per parlare un po’ della gastronomia e soprattutto della ristorazione italiana, per poi deliziare i presenti con delle loro personali ricette.
Lo scenario, nella sala congressi, è singolare poiché vi ritroviamo un’ampia cucina dietro alla quale gli chef accompagnati dai loro collaboratori realizzano i propri piatti e “stuzzicati” da alcuni esperti del settore, discutono su tematiche che riguardano in qualche modo il made in Italy e il mondo gastronomico in generale; dinanzi ai protagonisti vi ritroviamo in primo spazio, i giornalisti, blogger e critici che hanno avuto il piacere di degustare i piatti realizzati dagli chef; e in un secondo spazio, tutti gli appassionati che non godevano di questo privilegio, ma potevano godere dell’arte oratoria e culinaria dei presenti, fatta eccezione per qualche raro impavido degustatore (come il sottoscritto) che non volendosi lasciare alle spalle quest’occasione, una volta ottenuto fugacemente il “bottino”, ha avuto modo di gustare ugualmente le ricette.
Uno scenario che ricorda vagamente la scuola Pitagorica in cui i discepoli si dividevano tra i più esperti che erano i matematici i quali potevano sentenziare su ciò che accadeva e gli acusmatici che invece potevano, ahimè, solo ascoltare. Ebbene, mettendo da parte la Magna Grecia, in questo caso i matematici potevano gustare le prelibatezze realizzate dagli chef mentre gli acusmatici potevano solo ascoltare e vedere la realizzazione delle stesse, fatta eccezione per i più “bellicosi”.
Tra i “matematici” vi erano presenti grandi esperti del settore quali ad esempio: Fausto Arrighi, Luciano Pignataro, Paolo Marchi, Enzo Vizzari, Luigi Cremona, Guido Barendson, Clara Barra, Davide Paolini ed altri ancora.
Tra gli chef invece che si passavano il testimone in questa staffetta culinaria, vi erano presenti: Davide Scabin, Antonino Cannavacciuolo, Gennaro Esposito, Mauro Uliassi, Enrico Bartolino, Emanuele Scarello, Anthony Genovese, Valeria Piccini, Andrea Aprea, Ilario Vinciguerra, Niko Romito, Nino Di Costanzo, Gino Sorbillo e tanti altri grandi nomi della cucina italiana.
Inoltre in contemporanea con i congressi tenuti dagli chef, erano stati allestiti degli atelier (Made in Italy, Pizza e lievitati e Pasta Mozzarella e Pummarola) in cui venivano proposte alcune specialità come la pizza fritta di Maria Cacialli, la pizza di Gianfranco Iervolino, il babà di Agostino Iacobucci, il pane e lievitati di Salvatore La Ragione, la pizza di Gino Sorbillo, il panettone di Alfonso Pepe e tanti altri ancora!
E questa forse è stata una delle cose più straordinarie di questa esperienza: vedere come questi artigiani della gastronomia italiana ci mettono entusiasmo, fatica, sudore, arte, determinazione e amore in tutto ciò che fanno, riproponendo con orgoglio le proprie ricette, non avendo paura di poter essere emulati poiché fieri di sapere che solo loro con la loro personale storia possono dare alle proprie ricette quel tocco in più che nessuna materia prima è in grado di dare.
D’altronde saper cucinare è un dono che va condiviso, e questi maestri lo sanno bene.
Inoltre quest’anno si è data particolare importanza anche al mondo dei vini e delle birre con il Wine Experience a cura di Luciano Pignataro in cui si ripercorre il mondo dei vini in lungo e in largo, oppure con la degustazione dei vini Santacosta o della Birra Titanum 10.
Infine a rendere il tutto più affascinante, sono i tour organizzati in collaborazione con il caseificio Barlotti, che hanno permesso ai visitatori di osservare la lavorazione della mozzarella di bufala e l’allevamento delle bufale.
E’ stata un’esperienza straordinaria di “catarsi” culinaria, che è servita per sottolineare l’importanza di un prodotto italiano come la mozzarella di bufala, per l’economia e la storia italiana e che ha offerto spunti di pensiero sul come poter fare qualcosa in più per il nostro Paese sfruttando i prodotti della nostra terra, quelli che ci hanno resi famosi nel mondo.
E lo fa puntando sulla passione di chi ci vive tutti i giorni in questo mondo gastronomico, perché solo con la passione altrui si può diffondere amore; l’apàtheia, il distacco dalla passione, uccide il progresso e immobilizza persone come quelle che ho incontrato in questa manifestazione, che invece vivono di passioni giorno per giorno e che costituiscono una delle colonne portanti del nostro Paese.
Le Strade Della Mozzarella è anche questo, la strada che ha come estremi: la regola e l’eccezione, e tutti noi spinti dalla passione dobbiamo correre verso l’eccezione intesa come: Eccellenza italiana.
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