Archivio Storico 2011-2017

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Il CorRömigberg di Alois Lageder declinato in 8 annate completamente diverse

10 Maggio 2014
Verticale d’eccezione con una maestra del vino al Summa
La prima volta al Summa. E non sarà certo l’ultima.

La giornata al Casòn Hirschprunn organizzata, come tutti gli anni, dal produttore altoatesino Alois Lageder, ha regalato a tutti i presenti un sole meraviglioso e una giornata con ottimi, dico ottimi, vini.

Organizzazione impeccabile e gentilezza quasi imbarazzante (a questi eventi non è mai scontata) da parte dei responsabili dell’organizzazione e delle signorine addette al ricevimento.

Sto aspettando Laura (Rangoni ndr), nel frattempo decido di partecipare ad una chicca che chissà quando mi ricapiterà: la verticale di 8 annate del CorRömigberg, il Cabernet Sauvignon delle Tenute Lageder.

C’è un ultimo posto quindi mi iscrivo e scendo nella cantina, sede della verticale, all’ora d’inizio. Sono l’ultima e mi siedo accanto alla relatrice: la bellissima e bravissima Christine Mayr, Presidente AIS Alto Adige, nonché relatrice dei corsi AIS, docente alla Winakademie di Rust (Austria), insegnante alla scuola enologica di Geisenheim (Germania) e, mi piace soprattutto per questo, vincitrice del Prix Spécial della giuria dell’edizione 2013 del Concorso Europeo Ambasciatore dello Champagne. Per intenderci quello dove io sono arrivata in finale per l’Italia e che non ho vinto (sigh).

Mentre Christine ci spiega come prende vita il vino, due sommelier attenti cominciano a versarlo nei bicchieri così che un po’ di ossigeno possa aiutarlo a sgranchire tutti quei profumi ed aromi che riposavano in bottiglia da lungo tempo.

Il CorRömigberg nasce dal cuore di un vigneto a nord-est del Lago di Caldaro (Kaltersee) piantato a schiava che è stato spiantato e ripiantato a Cabernet Sauvignon.
Il primo anno di produzione è stato il 1989, e ne sono state prodotte solo due barrique.

Già, perché questo vino viene affinato per lunghissimo tempo (18-20 mesi) in barrique, e non stiamo parlando di barrique qualunque.
Lageder usa le famose barrique T5, per intenderci le Ferrari delle botti, prodotte in serie limitata dalla Tonnellerie Taransaud di Merpins, in Cognac.
Ogni botte è fabbricata e rifinita sotto il controllo di un “migliore operaio di Francia” che la firma personalmente.

La tostatura è media e vengono utilizzate per 2/3 botti di primo passaggio.

Negli ultimi anni sono state apportare le modifiche seguenti alla produzione del CorRömigberg: dal 2006 il vino viene prodotto in biodinamica (certificata DEMETER) e nelle ultime annate è stata aggiunta una piccola percentuale di Petit Verdot (dal 5 all’8%) per conferire quella nota acida in più che il Cabernet Sauvignon perde nelle annate più calde.

Questi i millesimi degustati: 2010 – 2006 – 2004 – 2003 – 2000 – 1997 – 1994 – 1993

Minimo comune denominatore, io direi almeno tre: le note di spezie e di fiori che aprono la danza dei profumi, l’eleganza del frutto che rende la beva estremamente armoniosa e la persistenza del vino (salvo un paio di annate) che è davvero infinita.

Vi dirò solo le annate che secondo me fanno la differenza e lo rendono un vino molto complesso:

2010

Per quanto sia stata un’annata particolarmente fredda e complicata, il vino, dal colore rosso rubino con leggerissimi toni di aranciato verso la sfumatura, ha un profumo meraviglioso di fiori e frutti rossi, cipria e vaniglia.
Tannini presenti, non ancora formati, ma molto setosi, che hanno cominciato bene il loro cammino verso la maturità. Un grand vin de garde, come direbbero i nostri amici francesi!

2004

Dopo una primavera tardiva la vendemmia si è rivelata regolare. Profumi di frutti di bosco, rabarbaro e cannella. Ma iniziano i tostati a farsi avanti con un po’ di caffè e caramello caldo.
Precisione infinita ed equilibrio di sorso meraviglioso. Da tenere sotto controllo.


2000

Annata calda ma molto piovosa. Vendemmia inizio Ottobre.
Carruba, caffè, cigar-box ma anche marmellata di mora. Elegante, fine, estremamente complesso e vellutato sulla lingua.

1994

Annata molto calda.
Ci sono sentori particolari. Qui le note vegetali si delineano molto di più rispetto agli altri vini.
Quello che mi colpisce è il profumo di incenso, le foglie di incenso che adoro e che in estate metto sul balcone.
La freschezza è molto presente e direi che la longevità sarà una delle sue caratteristiche principali.
Sembra il più giovane di tutti…

Quando riesco a trovare questi vini così ben fatti, vini che raccontano la loro vita e che si bevono con estrema facilità e godimento, ecco, quasi quasi abbandonerei le mie bollicine.

Ma poi, chi ve le racconta le storie sulla Champagne?
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