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Terroir Vino 2012, una giornata tra i vini d’Italia (Parte Seconda)

09 Agosto 2012
Le emozioni di una giovane cronista
Ci sono momenti nella vita di un’aspirante scrittrice, giornalista o scribacchina che dir si voglia, in cui senti impellente il bisogno di uscire dal tuo buco di tre metri per tre e di metterti alla prova con qualcosa di un po’ più difficile che non sia l’intervista al pizzaiolo sotto casa.
Tirando le somme, dopo quasi due anni, mi sembra qualche volta di esserci riuscita.

Non che rinneghi i miei primi articoli in cui parlavo del nostro amico peperoncino o delle proprietà del miele, ma la vita di uno scrittore non è solo fatta di documentazione teorica e, per quanto i libri possano essere esaurienti, ogni tanto il naso fuori dal suddetto buco devi cacciarlo, se non altro per vedere cosa combinano gli altri nel mondo di fuori, e per essere certo che enologi, agricoltori e viticoltori non siano solo creature mitologiche, come l’unicorno, che tutti sappiamo che c’è, ma nessuno l’ha mai visto.

Così, quando qualche settimana fa il mio sguardo è stato attirato dal link lampeggiante di Terroir Vino, nella testa mi si è accesa una lampadina.
Il mondo del vino mi ha sempre affascinata, cosa abbastanza normale essendo un chimico, ma da quando scrivo articoli di enogastronomia il fascino si è mutato in qualcosa di più sottile, di più profondo.

Il vino, dal punto di vista di un cervello dedito all’analisi per buona parte della giornata, è un affascinante miscuglio di sostanze. L’alcool, gli estratti, le sostanze nutritive, sono tutti elementi differenti, che normalmente forse non avrebbero molto da dirsi, ma che mescolati nel modo corretto possono dare origine a mille stupendi risultati finali, tutti con le loro caratteristiche, la loro seducente personalità. Ed è proprio qui, dove il vino afferma la sua personalità, la sua unicità, che il chimico alza i tacchi e arriva la scrittrice.

Perché il vino non è solo il mirabile risultato finale contenuto all’interno di una bottiglia, non è solo una miscela di sostanze che si possono separare e analizzare.
Certo, forse è anche questo, ma anche, e soprattutto, molto di più.
Il vino, prima di arrivarci nella bottiglia, compie un lungo viaggio.
Un viaggio fatto di terra, di sole, di pioggia, di saperi tramandati da generazioni, di sacrifici, di volti, di sorrisi, di lacrime.

Un viaggio in cui viene tenuto per mano da coloro che del vino hanno fatto la loro vita, da quelle persone che ogni giorno scrutano il cielo in attesa del sole, del vento, della nebbia, della grandine.
Un viaggio in cui il risultato non è mai certo, ma in cui il percorso spiana la strada alle generazioni future, passando il testimone di tradizioni che non possono e non devono andare perdute.
Così, quando alle dieci spaccate dell’11 giugno entro nei Magazzini del Cotone di Genova, il mio sguardo corre lungo i 122 banchi che gli espositori stanno finendo di sistemare.

Per un istante, ma solo un istante, mi trovo spaesata.
E’ dura entrare, anche se in punta di piedi e con tutto il rispetto possibile, in un mondo sconosciuto.
Non ci si improvvisa sommelier dalla sera alla mattina, mi dice la vocina dell’umiltà.
Io non ne so niente di bouquet, di barrique, di rovere, di invecchiamento, di vendemmia, e con questo bicchiere da degustazione mi sento un filo ridicola, come se mi avessero attaccato un pezzo non mio.

Ma come sempre mi succede di fronte ad una prova critica, le due parti di me si mescolano, il chimico presta il raziocinio alla sognante scrittrice, e trovo la strada da percorrere, come Hansel e Gretel con i sassolini.

E proprio perché so che di vino non ne so assolutamente nulla, a parte quello che mi ha insegnato la chimica, io oggi non cerco il vino, ma cerco il suo mondo.
Cerco i volti, i sorrisi, le lacrime. Cerco le storie di chi il vino lo fa.
Oggi non voglio dare solo un nome a ciò che mi verrà messo nel bicchiere, in uno sterile elenco di sapori, odori e colori, che potrei copiare ovunque.
Oggi voglio che ogni vino che assaggerò mi racconti la sua storia, attraverso la voce di chi lo produce, dei suoi ricordi, dei suoi trionfi e delle sue sconfitte.
primi sui motori con e-max.it
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