Archivio Storico 2011-2017

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Gli alimenti e le situazioni d'emergenza

17 Novembre 2011
Una riflessione importante sui disastri di Genova e della Toscana
In questi giorni la cronaca ha portato alla luce i disastri avvenuti in Liguria e Toscana a causa delle alluvioni e delle frane provocate dalle prime precipitazioni. Se è vero che in questi casi nessuno è psicologicamente preparato ai danni morali e materiali che un avvenimento del genere può portare, è pur vero che si può fare molto per essere almeno minimamente attrezzati 'al peggio'.
Volendo evitare inutili allarmismi, che non sono mai positivi, ci dobbiamo però rendere conto che un paese come l'Italia, che ha alle spalle un passato di agricoltura, è sicuramente predisposto a situazioni alluvionali, e che nessuno può credersi totalmente al sicuro. Questo perché un tempo erano le coltivazioni a tenere insieme il territorio, e la manutenzione di campi e pascoli provvedeva ad evitare il rischio di cedimenti e dissesti idrogeologici. L'abbandono dei campi, i pascoli lasciati bradi e preda delle specie infestanti, la mancata manutenzione dei fiumi e torrenti da parte delle istituzioni hanno creato una situazione estremamente precaria e rischiosa sul nostro territorio, e se un tempo il rischio d'alluvione era limitato al gonfiarsi dei fiumi che scavalcavano gli argini e inondavano il territorio, adesso il rischio maggiore è costituito dagli smottamenti collinari, che con le piogge creano dei veri e propri fiumi di fango e detriti (le cosiddette 'lave torrentizie') che, oltre ad inondare, distruggono tutto ciò che incontrano, come abbiamo tristemente visto a Monterosso, Vernazza e Aulla.
L'alluvione non è più quindi il fiume che si ingrossa e arriva fino alla porta di casa, come accadeva in Don Camillo, ma un vero e proprio 'crollo' delle strutture naturali che, sotto il peso dell'acqua, cedono e invadono i centri abitati.
Dopo alcuni anni in protezione civile, passati fortunatamente più ad imparare che ad operare perché comunque disastri di questa portata non sono grazie al cielo all'ordine del giorno, anche se purtroppo stanno diventando sempre più frequenti, ho imparato che il nemico peggiore dell'uomo non è il fuoco, ma l'acqua. Questa sostanza così preziosa, fonte stessa della vita, nel giro di poche ore può trasformarsi da benedizione a minaccia. Un mio collega diceva sempre 'il fuoco distrugge da sopra, l'acqua da sotto', ed è effettivamente così. Il fuoco è più semplice da arginare, e per quanto possa essere spaventoso, puoi domarlo, anche se a fatica. L'acqua no, l'acqua spacca, invade e non la fermi, non c'è verso, l'unica è aspettare che passi da sola.
Qualche anno fa l'allora Capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, osservando che i disastri naturali sul territorio italiano andavano aumentando, fece stampare un 'vademecum' delle emergenze, dove elencava le situazioni di emergenza più probabili. C'erano diverse voci legate anche agli alimenti per quanto strano possa sembrare. Voglio riportarle, con la speranza che non servano mai a nessuno, perché si sappia cosa 'si può fare', anche quando tutto sembra andare storto.

- Conoscere il territorio: se abitate nei pressi di un torrente o di un fiume, perdete un pomeriggio e osservatelo con attenzione. Un argine sicuro misura circa venti metri, al di sotto di questa altezza il corso d'acqua è a potenziale rischio di esondazione.
Osservatene lo stato della manutenzione, se è invaso da erbacce e alberi è un corso d'acqua a rischio. Anche se non vi trovate nei pressi di un corso d'acqua, può essere utile andare in comune e richiedere una copia del piano di emergenza. Ogni comune ne ha uno dove vengono evidenziate le zone a maggior rischio di dissesto idrogeologico. A volte senza saperlo si abita in una zona a rischio, perché magari presenta dei corsi d'acqua sotterranei.

- Le scorte alimentari: se abitate ad un piano terra, siete sicuramente in una situazione di rischio. In questo caso è meglio tenere gli alimenti sempre in posizione rialzata, in modo che in caso di inondazione sia più difficile che l'acqua li raggiunga. Tenere provviste in cantine, sottoscala e armadietti bassi è un comportamento rischioso, perché sono i primi posti che vengono invasi dall'acqua. Se invece abitate in un piano rialzato, siete a minor rischio di allagamento ma a maggiore rischio di isolamento. A volte infatti scappare precipitandosi fuori di casa è un errore, perché si rischia di farsi travolgere dalle acque. E' meglio tenersi calmi e aspettare i soccorsi, o almeno aspettare che passi il peggio. Se abitate in alto e il vostro palazzo è solido, la cosa migliore è restare dove si è, in modo da non mettersi in pericolo. In questo caso però è meglio disporre sempre di una piccola scorta di alimenti d'emergenza, che diano qualche giorno di autonomia e che ci consentano di aspettare i soccorsi.

- Gli alimenti 'd'emergenza': in situazioni di emergenza eccezionale diventa piuttosto difficile cuocere la pastasciutta. Questo significa che gli alimenti 'di riserva', devono essere facili da conservare e soprattutto da cuocere. Tra i più adatti troviamo quelli secchi ed energetici, come biscotti, tavolette di cioccolata, legumi in scatola, zucchero, tè e latte a lunga conservazione. Un'ottima alternativa sono anche gli alimenti disidratati, che non necessitano di frigorifero. Il mercato ci offre oggi molti esempi di alimenti già pronti in busta. Sono comodi, sono sterili e possono essere conservati in poco spazio, inoltre, essendo praticamente già completi di tutto, non necessitano di condimenti e possono essere preparati con pochissima acqua. Alcuni preparati in barattolo addirittura si possono semplicemente aprire e scaldare, senza aggiungere liquidi. Ovviamente tutti questi alimenti hanno una scadenza, scegliete quelli a data più lunga e controllate regolarmente che non scadano, provvedendo a sostituirli. E se vostro marito ogni tanto si dovrà mangiare la minestra in busta, pazienza, magari cucinatela mentre lui ancora non è in casa! Se vi trovate bloccati in casa, consumate prima gli alimenti deperibili presenti in frigorifero, come la carne, e solo in un secondo momento le scorte di emergenza. Eviterete di buttare via della roba. Se avete degli animali domestici, predisponete anche una certa quantità di alimenti adatti a loro.

- Come si organizza un 'campo base' nella cucina di casa: tanto per cominciare, sarebbe buona norma che quando le cose cominciano a farsi preoccupanti si stacchino le utenze, quindi andrà chiuso il gas e il rubinetto generale dell'acqua. Questa misura precauzionale evita che si verifichino spaccature e perdite nelle condotte, ma rende impossibile i gesti quotidiani come lavarsi e cucinare. Sarebbe molto utile tenere quindi in casa un sistema di cottura e riscaldamento 'alternativo', e un ottimo esempio possono essere i fornellini autonomi da campeggio. Ci sono quelli a batterie, a dinamo o a butano, che consentono di essere autonomi anche per diversi giorni. Ovviamente, se ne tenete uno in casa, abbiate sempre a disposizione il giusto carburante, in modo da non fare la fine del gatto Silvestro senza apriscatole. Informatevi dal rivenditore sui consumi del fornellino, e tenetelo sempre operativo, facendo regolare manutenzione. Analogamente, sarebbe meglio tenere in casa un kit d'emergenza che possa sopperire alla mancanza delle utenze principali. Tenete quindi sempre pronta una torcia completa di batterie (o ancora meglio una torcia a dinamo, che non necessita di pile e si ricarica con l'apposita manovella), un thermos, un rotolo di spago, stoviglie usa e getta (che vi eviteranno di tenere in giro i piatti sporchi, potenziali veicoli di germi), fiammiferi, candele, un rotolo di sacchetti di polietilene per isolare gli eventuali rifiuti, e un kit base di pronto-soccorso (non serve che sia completo, bastano disinfettante, garze, cerotti e gli eventuali medicinali usati abitualmente dai componenti della famiglia). Sarebbe utile che nel kit di emergenza venisse inserita una busta contenente le copie dei documenti d'identità dei componenti della famiglia, compresi i certificati di nascita se ci sono bambini sotti i 14 anni. Non è sempre facile ricordarsi tutto se si deve uscire in fretta.

- L'acqua: durante un'alluvione l'acqua è la prima cosa che manca, perché è veicolo di germi e batteri e viene contaminata nel giro di poche ore, soprattutto se l'acquedotto viene danneggiato. Se ovviamente non è possibile conservare in casa bottiglie su bottiglie d'acqua, tenete sempre a disposizione un certo numero di taniche vuote. Per lo stesso motivo, conservate delle bottiglie vuote da portare con voi in caso di fuga. Se le cose iniziano a farsi preoccupanti, riempitele. Se disponete di un recipiente, andate immediatamente a chiudere la mandata dell'acquedotto (cioè il rubinetto di alimentazione). Se l'acquedotto viene contaminato, l'acqua non potabile non entrerà nel recipiente, e quella che c'è già resterà potabile. Questo vi garantirà un'ulteriore scorta che, usata con intelligenza, potrà durare anche due o tre giorni. Prima di riaprire le utenze, aspettate comunicazioni da parte delle autorità.

- Tenersi pronti: l'alluvione non arriva in cinque minuti, ma certo non dà molto tempo per prepararsi. Se la quantità di pioggia vi fa sospettare che la situazione possa degenerare, iniziate ad organizzarvi per tempo. Valutate se dovrete abbandonare l'appartamento o barricarvi in casa, e cominciate a preparare quanto necessario. Abituate i componenti della famiglia a reagire in maniera positiva ad una situazione di emergenza. Spesso infatti, in questi casi il nemico peggiore è il panico. Cominciare a correre a destra e a sinistra, precipitarsi fuori casa in pigiama e ciabatte, andare in crisi, sono tutti comportamenti comprensibili, ma che mettono in condizioni di totale vulnerabilità e assoluta dipendenza dall'arrivo dei soccorsi. Prepararsi 'mentalmente' ad un emergenza, permette invece, pur nel comprensibile spavento, di reagire con maggiore freddezza e di mettersi in condizioni di maggiore autonomia. Tanto per cominciare tenete un inventario delle scorte di emergenza, con annotate le date di scadenza, in modo da poter controllare velocemente cosa deve essere consumato e cosa può essere ancora conservato. Conservate gli alimenti e i kit di emergenza in un punto preciso della casa, magari in un angolo della dispensa, e verificate spesso che tutto sia funzionale. Tenete pronti almeno tre zainetti di quelli in plastica impermeabile, di colori diversi, da riempire in caso di necessità, uno per gli alimenti, uno per l'attrezzatura d'emergenza (fornellino, kit cucina, torcia, ecc..), e uno per il pronto-soccorso. Date ad ogni componente della famiglia un compito specifico, in modo che al momento opportuno ognuno sappia cosa fare. Quindi ci sarà chi prepara lo zaino del mangiare, quello dell'attrezzatura, quello del pronto soccorso. Se invece prevedete di rimanere bloccati in casa, ci sarà chi stacca le utenze, chi riempie le taniche, chi prepara le torce. Prevedete delle esercitazioni 'a sorpresa', che aiutino la famiglia ad imparare a reagire velocemente. Non preoccupatevi di apparire allarmisti, perché in genere i bambini e i ragazzi partecipano volentieri, prendendo la cosa come un gioco. Se avete animali domestici, ricordate che se dovete scappare i gatti devono essere messi nel trasportino e i cani devono stare al guinzaglio. Sarà molto più facile controllarli e tenerli al sicuro vicino a voi.

- La solidarietà: in condizioni di emergenza eccezionale, il sapere come reagire consente anche di aiutare gli altri. Non temete di intaccare le vostre risorse prestando aiuto, ma mettetevi invece in condizione di poter ospitare qualcuno, magari i vicini dei piani bassi, o gli anziani che possono abitare nel vostro condomino. Se dovete abbandonare l'appartamento, fate per prima cosa l'inventario della vostra situazione e assicuratevi di essere tutti al sicuro. Accertato questo, vedete se potete prestare soccorso a qualcuno. Ricordate sempre che in una situazione di emergenza o nel disagio che ne consegue, un sorriso, una mano sulla spalla, un sorso d'acqua o una bevanda calda possono contribuire in maniera impressionante a rasserenare chi non sa cosa fare, ricreando un primo equilibrio nella comunità e predisponendo tutti a collaborare attivamente per ristabilire l'ordine.

Ho scritto questo articolo ricordando i miei trascorsi in protezione civile. Nei sei anni passati come volontaria, non ho mai prestato servizio durante un' alluvione o un terremoto, per il semplice fatto che, essendo l'unica donna della mia squadra, i miei colleghi tendevano a proteggermi, e in certi casi non mi chiamavano, temendo di mettermi in pericolo. Tuttavia, ricordo gli incendi a cui ho partecipato, e ricordo nitidamente gli sguardi spaventati di chi abitava nella zona incendiata, che guardavano terrorizzati il fuoco che rischiava di portar via loro tutto ciò che avevano. Penso che gli sguardi di chi subisce un'alluvione o un terremoto siano identici, e probabilmente ancora più disperati. Genova da sempre guarda con terrore il Bisagno, il Polcevera, il Torbella, il Cantarena, il Varenna e il Leira quando si gonfiano con le piogge, perché tante volte ci siamo allagati, tanta gente ha perso tutto a causa della furia delle acque. Le foto di repertorio riportano gli occhi vuoti e tristi di chi guarda ciò che resta della sua vita, ma anche l'energia degli 'angeli del fango', che prima ancora dell'arrivo del personale 'in divisa', calano sulle zone disastrate e cominciano a pulire, a riparare, a consolare, a scavare. Questi consigli che ho inserito sono il riassunto di sei anni di corsi, di documentazione personale e di racconti da parte di chi, come alcuni miei colleghi anziani, queste situazioni le ha vissute. Spero non servano mai a nessuno, come spero che arriverà un momento in cui tutti potremo dirci al sicuro. Tuttavia, poiché questo tempo sembra essere ancora lontano, penso sia giusto essere preparati all'emergenza, ricordandosi sempre che il bisogno di riempire la pancia non deve mai, in nessun caso, uccidere il senso civico.
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