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Come sconfiggere la nausea con il cibo

11 Febbraio 2012
Viaggio attraverso i miti di uno dei disturbi più comuni fra le gestanti
E' indubbio che uno dei problemi più noiosi per una gestante siano le nausee gravidiche. Premettiamo subito una cosa: in questa sede non parleremo dell'iperemesi gravidica, una vera e propria gestosi, una situazione piuttosto seria che deve essere tenuta sotto stretto controllo medico direttamente in un letto d'ospedale (cfr per approfondimenti questo illuminante articolo del Corriere Salute: http://www.corriere.it/salute/dizionario/iperemesi/index.shtml). Questo articolo vuole semplicemente fare delle considerazioni, leggere se vogliamo, su un fastidio comunque contenuto nei tempi e nei modi in cui si presenta, proprio dei nove mesi della gravidanza: le antipaticissime nausee delle gestanti, che le conducono ad odiare determinati tipi di alimenti o di aromi, e a preferirne alcuni fino allo spasimo, anche se magari sino al concepimento non avevano mai dato mostra di apprezzarli. Questo senza necessariamente arrivare a rigettare quello che si è mangiato (se non in alcuni, disgraziati casi).
Si tratta di uno dei misteri su cui non è tuttora stata fatta chiarezza sino in fondo, durante il lungo percorso che porta al parto; da una parte parrebbe legato ai forti mutamenti ormonali che si manifestano soprattutto nel primo trimestre di gravidanza, in cui le famose Beta (cioè la gonadotropina corionica) si impennano; dall'altra, oltre che dagli ormoni, potrebbero - pur se molto soggettivamente – essere chiamate in gioco altre variabili, come il sesso del nascituro, la qualità dell'alimentazione materna, il mese di gestazione, l'età e persino l'ora della giornata nella quale si presentano le nausee.
Alcune donne riferiscono di avere avuto nausee a gravidanze alterne, altre sistematicamente in tutte, altre ancora di non averne mai avute, certune di accusare problemi solo la mattina appena alzate, o solo la sera, o peggio ancora durante tutte le ore del giorno con pochi intervalli di tregua... non si contano, poi, quelle poverine che solo partorendo si liberano dell'odioso assillo!
Addirittura, chi scrive (mamma di prole numerosa), fino alla penultima gravidanza ne ha lamentate solo aspettando i maschietti, mentre assolutamente nulla con le femminucce: cosa confermata dall'ultima gestazione tuttora in corso, nella quale dai primissimi giorni del concepimento ha iniziato un piccolo calvario fatto di nausee frequenti a tutte le ore del giorno e della notte: stante l'eco della trentesima settimana, si tratterebbe infatti di un altro bel maschietto!
Detto questo, noi del Cavolo abbiamo voluto fare un piccolo sondaggio su Facebook dal quale sono emerse delle dichiarazioni a dir poco sorprendenti e veramente simpatiche. Giusto per sdrammatizzare un po'e per dimostrare, se ce ne fosse ancora bisogno, che ogni donna è un piccolo mondo a sé!

Cominciamo con le sostenitrici del monofagismo: la riminese Rossella, maestra d'asilo, per sopravvivere durante le tre gestazioni (anche se promette di non fermarsi al numero perfetto) si è cibata quasi esclusivamente di piade: quale farcitura fosse presente di volta in volta, e se fosse presente, non ci è dato sapere ma ce la immaginiamo più che volentieri.
Un'altra mamma di tre figli (di cui gli ultimi due gemelli), Simona, racconta di avere sempre amato l'aroma del caffè sino a quando non è rimasta incinta della prima figlia: da allora, e per sempre, persino dopo il secondo parto, il solo odore della sacra bevanda le ha innescato reazioni inconsulte, anche solo avvicinandosi a una persona che lo aveva appena sorbito.
Patrizia, mamma ormai sulla sessantina, combatteva a suo tempo le nausee 'con la pizza bianca farcita con formaggio e prosciutto cotto scaldata e un bel cappuccino'.
Dal canto suo, Roberta, mamma varesina ma da anni naturalizzata inglese, ci ha confermato l'effetto miracoloso dello zenzero, confessandoci di essersi rimpinzata per sette mesi di fila di biscotti speziati, scontando a malincuore i molti chili presi per la... nobile causa.
Rimanendo in tema di spezie, Francesca, che ha appena partorito la quinta figlia, ha sempre trovato giovamento nella menta, assunta in varie maniere, fra tisane e condimenti.
Il peperoncino gode alterne fortune, provocando irritazione al solo colpo d'occhio nella maggior parte dei casi (ma c'è chi, come la calabrese Barbara, non ha più potuto farne a meno dal quarto mese); anche le essenze vanno alla grande (la scrivente trae giovamento cospargendosi di litrate di olio di lavanda), e c'è chi consiglia di osare col bergamotto che pare faccia autentici miracoli, come del resto il limone e gli oli agrumati in generale (particolarmente quotato l'arancio amaro, forte forse del suo effetto calmante).
Per quanto riguarda le pietanze sontuose, Veselina, cuore varesino ma natali bulgari, faceva pazzie per l'agnello con le patate, al punto da correre in ospedale solo dopo aver terminato di piluccare l'adorato pasticcio.
E le verdure? Orietta, varesina doc, ha risolto il fastidio in entrambe le gravidanze grazie ai finocchi e alle carote crude.
C'è poi chi, arrivata alla bella cifra di nove figli, dei quali l'ultimo ancora in grembo (e sappiamo che si tratta di una ristoratrice veneziana...) consiglia l'infallibile, a suo dire, dieta del marinaio: pane, pasta e patate. Che, con la voglia di polenta della scrivente, chiude definitivamente il cerchio. Insomma, farinacei a tutto spiano e in tutte le salse. Altro che la triste prospettiva dei crackers o dei grissini sgranocchiati a tutte le ore per stare almeno a pasto, che sono soliti propinarti i ginecologi attempati e poco fantasiosi. Come a dire che ci vuole estro per risolvere anche le faccende più ingrate, e, come si sa, l'arte di arrangiarsi è donna...
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