Francesco aveva otto anni, era figlio di Claudia, infermiera, e di Paolo, cassiere in un supermercato. I due genitori si impegnavano tanto per fare in modo di andarlo a prendere all'uscita da scuola, ma ogni tanto capitava un doppio turno a uno dei due.
Per ovviare a questo inconveniente, avevano chiesto a Norberto, un loro vicino di casa, se si poteva occupare di Francesco per un paio di ore.
Norberto era un pilota di aerei in pensione, aveva il viso rugoso come l'uvetta passa, ma era simpatico e dall'animo gentile. Viveva da solo, e non aveva molta compagnia, così andare a prendere Francesco in bicicletta e preparargli la merenda erano dei bei passatempi. A volte si fermavano al parco, dove facevano finta di essere nonno e nipote, proprio come tutti i nonni seduti sulle panchine e i nipoti sullo scivolo.
Norberto e Francesco si divertivano un bel po' insieme, in estate si concedevano un paio di gelati a settimana, mentre in inverno la cioccolata calda. Ma non sempre, o i denti si sarebbero cariati.
In casa di Norberto c'erano delle cose stranissime, e stare da lui era un'avventura: c'erano modellini di navi, modellini di aerei, modellini di razzi, modellini di sottomarini. Alcuni erano dentro delle vetrine, e Francesco sapeva che non andavano toccati, altri in una cesta, e con quelli sì che ci si poteva giocare! Quelli della cesta erano belli tanto quanto gli altri, però magari ad un aereo mancava una ruota, ad un galeone una vela, ad un carrarmato il cannone. Niente che la fantasia non permettesse di riparare.
Un giorno, tra un arrembaggio di pirati e l'altro, Francesco notò in una vetrina un modellino che non conosceva: era un disco, con lucette sopra e sotto, tutto di metallo.
'Norberto, e questo qui a cosa serve?' chiese incuriosito il piccolo.
'Eh, è una storia lunga e complicata... non so se un bimbo come te ha la pazienza per ascoltare cose da grandi...'
'Dai, dai, dai!' lo implorò Francesco 'Ti prego, ti prego, ti prego!'
'D'accordo, mio piccolo amico. Tu lo sai che da giovane facevo il pilota, vero? Amavo il cielo, le stelle, la luna e tutti i pianeti. Ma cosa dico?! Li amo ancora! Ho sempre avuto, però, la sensazione che ci fosse qualcun altro, oltre a noi...'
'Gli animali?'
'Anche!' rispose Norberto 'Ma mi riferisco ad altre creature che abitano mondi lontani, pianeti distanti talmente tanto che neanche riesco ad immaginarli: gli alieni. Qualcuno ci crede, qualcuno dice di averli visti, qualcun altro afferma di averli addirittura incontrati. Ho volato tanto nella mia vita, sempre sperando di vedere un'astronave, che molti dicono essere fatta proprio come questo modellino: un disco di metallo con un sacco di luci.'
Francesco rimase senza parole. Aveva sentito parlare degli alieni, ma non ci aveva mai fatto veramente caso. Ormai la frittata era fatta, e voleva saperne di più!
'Ma come sono fatti? Di che colore sono? Puzzano o profumano? Cosa mangiano? Esiste la posta nel loro mondo? Gli possiamo mandare una lettera?'
'Calma Francesco, una cosa alla volta. La maggior parte degli studiosi afferma che sono esseri verdi simili agli uomini, con grandi occhi neri. Credo che siano molto intelligenti, se no come avrebbero fatto a farsi una volatina da queste parti? E poi se sono intelligenti non possono avere cattive intenzioni nei nostri confronti. Nessuno sa se puzzano o no, cosa mangiano, come si muovono... noi umani non ci siamo ancora presentati ufficialmente, e le informazioni che abbiamo sono fornite da testimoni non sempre attendibili. Si sa che se qualcuno la pensa in un modo un po' diverso spesso viene preso per pazzo. Francesco, attenzione, sono ormai le 18.00, tra poco la tua mamma verrà a prenderti...'
'Nooo! Proprio ora? Ma io voglio sapere tutto su di loro!'
'Se vuoi ti presto un libro, magari risponderà lui a qualche tua domanda!'
Proprio mentre Francesco infilava il libro nella cartella la mamma suonò alla porta. Aveva appena fatto la spesa, e dalle buste traboccavano sedani e porri.
Inutile dire che Francesco non fu molto felice della visione.
Passò una settimana prima che il baby sitter ufficiale, Norberto, andasse a prendere il bambino a scuola, e in una settimana di cose ne erano successe tante.
Francesco si era documentato sugli alieni, era andato in biblioteca e aveva spulciato libri e siti internet. Nel frattempo, a scuola, la maestra aveva parlato dei fenicotteri rosa, che non erano rosa perché nascevano così, ma perché a forza di mangiare gamberetti ne prendevano il colore! La diretta conseguenza di tutto ciò fu che Francesco si mise in testa di mangiare solo cose verdi, per poter assomigliare ad un alieno.
Da un giorno all'altro il bimbo implorò mamma Claudia di preparargli spinaci, asparagi, bietole, cavolini di Bruxelles e via discorrendo. A merenda non voleva più le brioche ma kiwi o mele verdi. L'obiettivo era: mangiare cose verdi per diventare verde, proprio come un alieno.
All'inizio mamma Claudia fu contenta, finalmente riusciva a far mangiare la verdura al suo bimbo, ma ci rimase male quando Francesco rifiutò il pollo arrosto in favore di fagiolini al vapore. Come si sa, le mamme hanno sempre qualche asso nella manica, così Claudia cucinò gli spaghetti al pesto e orecchiette ai broccoli, per far mangiare la pasta al suo bimbo, tacchino alle erbe per la carne e fece scorta di uva (la più verdognola che riuscì a trovare). Pasti completi... completamente verdi.
Nella stessa settimana anche Norberto si preparò, e andò a scovare in cantina un apparecchio tutto ruote e fili. Spiegò in seguito a Francesco che si trattava di un marchingegno creato da lui parecchi anni prima per comunicare con gli alieni.
'Se vuoi te lo presto!' propose Norberto.
'Sul serio?' Francesco era incredulo.
'Volentieri, serve a mandare messaggi nello spazio; in tutta onestà, però, non ho mai ricevuto risposta' ammise tristemente Norberto 'Ma se vuoi provare, è tutto tuo!'
Appena arrivato a casa, Francesco mise sulla scrivania il suo nuovo 'giocattolo', e seguì le istruzioni del suo amico. Niente da fare, nessuna risposta.
Passarono i giorni, le settimane, ogni tanto il piccolo andava da Norberto, poi magari non si vedevano per qualche giorno. Tutte le sere, appena prima di andare a letto, Francesco mandava comunque il suo messaggio nello spazio prima di addormentarsi, sognando navicelle e stelle lontane.
Una sera, appena si fu appisolato, Francesco sentì che qualcuno lo tirava per il pigiama; aprì gli occhi e vide di fronte a sé proprio un alieno! Si diede un pizzicotto per controllare di essere sveglio. 'Ahi! Che male!' pensò. Si trattava di un piccolo omino, grande circa quanto lui; in effetti aveva gli occhioni grandi e scuri, proprio come aveva detto Norberto, ma era grigio! 'Tanta fatica per diventare verde, e gli alieni sono grigi?!' si chiese.
'Alcuni di noi sono rosa, altri verdi, altri grigi' disse una vocina nella sua testa.
Francesco tentò di mettere in ordine i pensieri. 'Un momento, che l'alieno sapesse leggere il pensiero?'
'Certo che lo sappiamo fare, comunichiamo così, c'è molta meno confusione da noi!'
L'alieno non era solo molto intelligente, ma aveva anche dei super poteri!
'Ci arriverete anche voi umani, col tempo! Ti ringrazio per il saluto che ci hai inviato tutte le sere, è stato molto gentile da parte tua!'
Francesco era incredulo, non gli capitava di sentire spesso i suoi pensieri, figuriamoci quelli degli altri... figuriamoci quelli di un alieno in carne ed ossa nella sua camera da letto!
'Non siamo fatti esattamente di carne e ossa, ma di qualcosa che ci può assomigliare. Comunque, è stato un piacere conoscerti, spero che in un futuro io e te potremmo diventare amici.'
Francesco non poteva credere alle proprie orecchie. Ehm, alla propria mente.
'Parlare o meno di quest'incontro con altri umani sarà una tua scelta, sappi che non tutti potrebbero crederti.'
Detto questo l'alieno grigio scomparve.
Nei giorni seguenti Francesco fu molto pensieroso, parlava poco e leggeva un sacco. In ogni caso mamma Claudia era felice: ormai mangiava volentieri tutte le verdure.
Il disegno è di Enrico Lucchetti
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