Ho sempre pensato (beata ignoranza...) che le vere ed uniche crêpes fossero quelle specie di piade, fatte con una base di pasta simile alla nostra lasagna, da riempire a piacere di ingredienti dolci o salati, magari con sopra un po' di besciamella.
Granchio colossale. La realtà è ben diversa, e molto più articolata (grazie, Antoine e Silvia, per avermi aperto un mondo nuovo!).
Le specialità più rinomate della Bretagna, infatti, sono crêpes e galettes, che differiscono tra loro per la composizione dell'impasto.
Le prime vengono preparate con farina bianca e sono dolci; la versione classica è la crêpes beurre-sucre – appunto con burro e zucchero - a cui, poi, si possono aggiungere molti altri ingredienti, dalla frutta, alla marmellata, ai liquori, o accompagnarle con gelato e salsa al cioccolato.
Le galettes, invece, sono fatte con farina di grano saraceno, un prodotto tradizionale di questa regione, ed hanno il ripieno tipicamente salato.
La galette jambon blanc et fromage, ad esempio, contiene prosciutto cotto ed emmenthal francese (o Leerdammer), la complète, invece, è simile alla precedente ma con in più... un uovo al tegamino.
Prendo atto delle distinzioni ed umilmente mi scuso per la leggerezza con la quale avevo affrontato l'argomento.
Chiarito l'inghippo, proseguiamo con la ricetta base.
Ingredienti per l'impasto (per 4 persone)
2 uova intere
500 grammi di farina di grano saraceno
120 cl di acqua
2 cucchiai di olio
2 cucchiaini di sale
Preparazione
Frullare il tutto e far riposare un' oretta, per rendere l'impasto più elastico.
Prelevare un mestolino di pastella e distribuirlo in una padella antiaderente, dove, solo per la prima, è conveniente far sciogliere una noce di burro.
La pastella deve 'velare' il fondo della padella.
Quando si è rappresa, girarla con l'aiuto di una paletta fino ad ultimare la cottura del 'lato B', e cominciare ad aggiungere gli ingredienti per il ripieno.
Essendo di grano saraceno (privo di glutine e, quindi, non lega) tende a rompersi in cottura, ma in fondo, al di là di qualche imperfezione estetica, che male c'è se il tutto si mescola un po'?
I bretoni paragonano la galette alla nostra pizza, da mangiare almeno una volta la settimana e da farcire a piacere, secondo i desideri del momento e la fantasia di ciascuno.
Cena divertente, da consumare in compagnia sfidando sapori, abbinamenti, azzardi, contrasti.
A proposito di contrasti.
Il piatto andrebbe tradizionalmente accompagnato con sidro, da bere in ciotole di terracotta, ma noi siamo andati un po' oltre (ci perdonino i puristi...): Syrah (in purezza) dell'azienda Yarden Golan Heights Winery, annata 2006.
Yarden è il nome ebraico del Giordano, fiume che divide l'Alta Galilea dalle Alture del Golan.
Particolarità dell'azienda, fondata nel 1983, è una lunga tradizione di vini di pregio, al punto che è una delle poche a produrre esclusivamente vini kosher, ovvero autorizzati dai rabbini e, pertanto, bevibili anche da ebrei ortodossi.
Vino intenso, pieno, di corpo, forse con eccessiva struttura per un primo piatto come quello descritto, probabilmente darebbe il meglio di sé accompagnato a grigliate di carne, brasato, o a formaggi 'potenti'.
Un vino dal bouquet più che complesso, decisamente ampio. Ci si ritrovano frutta matura, confetture di frutti rossi, spezie decise, legno, erbe aromatiche, il tutto in grande quantità e varietà.
Emozionati dall'idea di trasgredire le regole sull'abbinamento, ci abbandoniamo a questo 'colosso', tripudio di profumi e di aromi, di intensità e di persistenza.
Potente al naso e lunghissimo al palato. Garanzia di avvolgenza e di durata, anche nel ricordo, tutt'ora vivo.
Quando i contrasti non sono un problema.
Del resto, come dice Benigni, 'la felicità non sta nell'assenza dei contrasti, ma nell'armonia dei contrasti. È questa armonia ad essere costruttiva....'
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