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Metti una sera a cena da Bibere Bistrot

17 Ottobre 2014

Sotto il ponte di ferro tra cocktail d’altri tempi e piatti di cucina creativa

Tempo fa sono stata invitata alla degustazione del nuovo menù del Bibere Bistrot, un locale nato sotto il Ponte di ferro, noto ai romani con questo nome, ma che all’anagrafe è il “Ponte dell’Industria” in zona Ostiense. I fratelli Mattaccini hanno inaugurato questo spazio urbano fuori dal caos della città (e del quartiere) meno di un anno fa. Un piccolo locale con una spazio per gustare le birre artigianali, distillati, bollicine, vini ma soprattutto per godere dei cocktail realizzati dal bardender Valerio D’Arcangeli, che spazia tra idee classiche e drink innovativi, traghettandovi lungo i sapori che hanno caratterizzato il mondo del bar dal '700 ad oggi,  spesso votati alla stagionalità e ad antiche ricette della nonna. In occasione dell’evento ho potuto assaporare l’aromatico cocktail Chatham Artillery Punch, realizzato con la tecnica “throwing” usata per miscelare i liquidi fino a prima della metà dell’800 e all’avvento dello shaker, realizzato proprio dalle sapienti mani di Valerio.

In cucina invece staziona lo chef Andrea Massari, già collaboratore di Troiani, Uliassi e Genovese, giovane sperimentatore sempre alla ricerca di modi per stupire gli avventori. Il nuovo menu che propone per l’autunno al Bibere Bistrot è legato ovviamente alla stagionalità e al genio dello chef. 

La cena è iniziata con un’ostrica in tempura e sorbetto di peperone (e io ho una passione per il sorbetto di peperone!). Poi  antipasto di ricciola battuta al coltello, gelato ai ricci di mare e gel di pomodori dove ho notato sapori troppo slegati che non sono riusciti a convincermi ma che sicuramente sono un’ottima base di partenza su cui lavorare. A scelta il menu del Bibere propone anche idee interessanti come la  Tartare di manzo, mostarda e composta di pere o il Diplomatico, paté di fegato, fichi ed erbe spontanee che ho potuto assaggiare e – seppur non amando il paté di fegato – apprezzare nella sua fattezza e consistenza. 

A seguire i primi. Ottimi i Paccheri con ventresca di tonno, mentuccia e olive di Gaeta, ben cotti e saporiti. Interessante l’idea forte del menù, quella di rivisitare la carbonara a seconda della stagione; ci son stati quindi serviti degli Spaghetti alla carbonara di stagione che, essendo autunno, hanno previsto un plus fatto di funghi porcini taglio julienne. 

Come secondo l’ Agnello arrosto con patate alla liquirizia e cicoria ripassata. Le patate alla liquirizia, un misto tra purè (per la consistenza) e patate duchessa (di cui ricordava vagamente la forma) hanno un gusto avvolgente anche se resta una nota grassa sul palato, la cicoria, ripassata ma comunque ben asciutta da quel tocco di amaro che aiuta a riequilibrare i sapori. 

Tra i dolci ho preferito la Mousse al cioccolato e nocciole salate, sia per il contrasto tra il dolce del cioccolato e la frutta salata, contrasto che adoro, sia per la presentazione. Convince meno il tiramisù, che non rispetta la ricetta classica per quanto concerne la bagna della parte solida e finisce per perderne. 

In ultimo, una meravigliosa sorpresa, la chicca della serata, a chiudere la serata di degustazione in maniera forse bizzarra ma vi assicuro graditissima da tutti i blogger e giornalisti partecipanti: un pollo disossato e tagliato a bastoncini, che se ancora non è in menù è un vero peccato mortale, marinato per un’intera giornata e poi cotto a basse temperature per svariate ore. Una delizia unica e inimmaginabile, nonché la prova che lo chef, anche se giovane e a tratti ancora acerbo, ha molte carte a giocare.  

Bibere Bistrot

via Antonio Pacinotti 83

Roma

 

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